Dall’India i nuovi imballaggi sostenibili con funghi e stoppie di riso


La startup indiana Dharaksha Ecosolutions ha creato un nuovo materiale d’imballaggio biodegradabile con le risorse del territorio: funghi e stoppie di riso

stoppie di riso

Una start-up indiana, Dharaksha Ecosolutions, ha creato un nuovo materiale d’imballaggio biodegradabile con una grande risorsa del territorio: le stoppie di riso. L’India è il secondo paese, dopo la Cina, per produzione di riso a livello mondiale. Grazie all’unione di miceli e stoppie di riso han creato un materiale efficiente e che si decompone in soli 60 giorni. Il processo di creazione di questo composto è innovativo anche nella produzione poiché il ciclo produttivo è a basso impatto ambientale non usando prodotti chimici e grazie allo sviluppato di un terreno nutritivo per la crescita dei miceli che ne consente una produzione otto volte superiore rispetto agli standard di settore.

Il materiale d’imballaggio usa una risorsa che fino a ieri era inutilizzata e fonte di inquinamento.  Per liberare i campi dalle stoppie è uso dare fuoco ai residui delle colture creando un forte inquinamento atmosferico. L’inquinamento dell’aria e della plastica in India sono due gravi minacce per la salute della popolazione. Gli ingegneri del team hanno unito la volontà di frenare questo processo e la volontà di proporre un materiale biodegradabile e sostenibile come valido sostituto agli odierni prodotti di plastica da imballaggio. Han creato una soluzione leggera e resistente agli urti adatta per proteggere qualsiasi tipo di merce dalla bottiglia al prodotto tecnologico. Grazie all’utilizzo di macchinari per l’imballaggio delle stoppie così da compattare e trasportare altrove le rimanenze presente nei campi han riscosso ottimi riscontri anche da parte degli agricoltori che oltre ad avere i campi ripuliti in sicurezza e velocemente ne han avuto un guadagno anche livello economico. Circa 30 dollari ad acro facendo fruttare economicamente una risorsa che prima andava letteralmente in fumo.

Grazie al materiale raccolto, 250 tonnellate provenienti da 100 acri di terra, hanno iniziato la produzione di questo materiale che per ogni tonnellata di stoppie viene prodotto il quantitativo di 0,8 tonnellate di packaging. La produzione non prevede l’utilizzo di prodotti e sottoprodotti tossici gli scarti possono essere riutilizzati come materia prima e reinserita nella catena produttiva.