Intervista del generale Vannacci alla Dire: “Giudicatemi per ciò che ho fatto”


Il Generale Roberto Vannacci a Roma per la presentazione del suo libro parla alla Dire: “Voglio essere giudicato per ciò che ho fatto non per quello che penso”

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“Sono cattolico, ho ricevuto tutti i sacramenti… tranne l’estrema unzione. Sono sposato con rito ortodosso perché mia moglie è romena, non sono praticante, ma seguo la morale cristiana. Se sarò scomunicato (per le accuse che gli sono state rivolte di non avere carita’) me ne farò una ragione”. Il Generale Roberto Vannacci, a Roma per la presentazione del suo libro a Borri Books a Termini che ora dopo Amazon ha un editore Il Cerchio, smarca con sottile ironia critiche ed epiteti che gli sono stati dati per le idee espresse nel libro.

“Nessun segreto, nessun complotto- rimarca il graduato dell’Esercito italiano- sono un soldato, continuo a fare il soldato”, e taglia corto le domande insistenti sulla sua discesa in politica. Dubbi che non nascono a caso visto che la presentazione doveva essere con Gianni Alemanno, l’uomo che sta costruendo qualcosa di nuovo alla destra del Governo. Vannacci ci tiene anche a blindare il suo ruolo di uomo delle Istituzioni e di terzietà, quello che gli viene rimproverato anche dal mondo militare. “Sono ‘terzo’ da 35 anni di carriera. Se finisce in un processo alle intenzioni non va bene, questa è discriminazione verso di me. Voglio essere giudicato per ciò che ho fatto non per quello che penso”. “Un militare vegano?” continua il Generale Vannacci: “Un militare come tutti”.

Così come respinge al mittente le accuse di maschilismo, sessismo, omofobia: “Non avete letto il libro. Le mie critiche sono sulla prevaricazione, sull’omosessualismo”. E proprio sul processo alle intenzioni il Generale lo spiega così: “Ho usato le armi e anche bene, ma non mi auguro mai di usare le armi. Sono un pacifista, ma non per questo che dico e penso vengo cacciato dall’Esercito”. Perché da soldato so di doverle usare e quando”. E alla domanda dal pubblico come mai manchi un capitolo sulle restrizioni durante il Covid, risponde: “C’è anche un capitolo non concluso sulla scuola; a scrivere sulle restrizioni costituzionali durante la pandemia non ci ho pensato. Ho studiato ingegneria“, si smarca.
Il libro, come emerge alla platea, avrebbe smantellato l’idea stereotipata dei militari che obbediscono e basta. Una rivoluzione ‘Il mondo al contrario’, secondo l’editore, che a quanto pare riguarda le uniformi tanto quanto i privati cittadini. E le donne? “Non c’è un capitolo sulle donne. Chi ha letto il libro lo sa. E alle signore presenti dico: Selvaggia Lucarelli – che ha scritto dell’appeal estetico di Vannacci – non vi ha fatto un favore”.

URANIO IMPOVERITO. VANNACCI: COMMISSIONE DECISA DA CROSETTO NON COLLEGATA A ME

“I contenuti dell’incontro tra me e il ministro Crosetto li sappiamo solo noi due. Le decisioni del ministro in quanto ministro sono tutte condivisibili. Non credo ci sia alcun collegamento tra quanto ho fatto 4 anni fa e le decisioni del ministro”.

Il Generale ha risposto così alla Dire sulla decisione del ministro della Difesa Guido Crosetto di istituire una commissione di esperti indipendenti sull’uranio impoverito.
Vannacci, che ha incontrato Crosetto pochi giorni fa, da Comandante in teatro operativo aveva infatti sollevato la questione dell’uranio impoverito e del rischio di salute per i militari.

SAMAN. VANNACCI A COMUNITÀ ISLAMICA: ESISTE LA LEGGE DELLO STATO

“Non mi occupo di legge, ho scritto un libro. Esiste una legge e va rispettata, è quella dello Stato italiano“. Con queste parole Vannacci ha replicato all’avvocato che rappresenta la comunità Islamica costituitasi parte civile nel processo per la morte della giovane Saman. L’avvocato sempre alla Dire (www.dire.it) aveva sottolineato che nel libro il Generale avrebbe accostato alcune culture e fedi a determinati fatti criminosi.