Noemi Bocchi e la diastasi addominale: ecco che malattia è


Cos’è la diastasi addominale, la patologia di cui soffre Noemi Bocchi, la compagna di Totti. Il chirurgo: “Addominoplastica risolve la diastasi e non esclude altre gravidanze”

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Diastasi addominale: è la malattia di cui soffre Noemi Bocchi. È stata la stessa compagna di Francesco Totti a renderlo noto attraverso un lungo sfogo social, postato su Instagram. ‘Dopo 8 anni dalla seconda gravidanza- ha detto- ho scoperto che quello che avevo ha un nome e racchiude tutti i sintomi che ho: soffro di diastasi addominale’. Una patologia che, una volta curata, non chiude le porte a nessuna donna per una futura maternità. Lo sottolinea all’agenzia Dire (www.dire.it) il presidente della Società italiana di medicina estetica (Sime), chirurgo plastico e consigliere dell’Omceo di Roma, Emanuele Bartoletti.

‘L’intervento- spiega- non esclude ulteriori gravidanze. È ovvio che è meglio farlo quando una donna pensa di smettere di rimanere incinta. ma se la diastasi è grave e va operata, si può nuovamente rimanere incinta, almeno dopo che sia trascorso un anno. ‘La diastasi addominale è un allargamento dei muscoli retti dell’addome che, normalmente, si verifica dopo una gravidanza o dopo una gravidanza gemellare, tutte condizioni in cui si ha un aumento del volume addominale. In questo caso- prosegue- i muscoli retti dell’addome, quelli paralleli alla linea mediana dell’addome stesso, tendono a separarsi fra loro, determinando un indebolimento della parte centrale della parete addominale e, a volte, causando anche a ernie o una ridotta funzionalità della muscolatura, per cui quando ci si alza in piedi o si fanno gli addominali è possibile che ci sia una protrusione dei visceri verso l’esterno, perché non vengono più tenuti all’interno della parete addominale da questi muscoli’.

COME DIAGNOSTICARE LA DIASTASI ADDOMINALE

La diagnosi della diastasi addominale è molto semplice. ‘Spesso- informa l’esperto- basta fare una ecografia o tastare la parte interessata, perché tra i muscoli retti dell’addome, quando vengono contratti, normalmente non deve esserci una distanza importante, non deve esserci un dito tra un muscolo e l’altro. Normalmente sono uniti sulla linea mediana, quando invece cominciano a separarsi e si inizia a poter mettere un dito fra un muscolo e l’altro, addirittura due dita, vuol dire che c’è una diastasi dei retti, ovvero che questi retti si sono allargati, non sono più paralleli l’uno con l’altro‘.

La diastasi addominale potrebbe fare la propria comparsa, potenzialmente, in tutte le donne che hanno affrontato una gravidanza. ‘Chi ha maggiori facilità a soffrirne- precisa Bartoletti- sono le donne magre e poco muscolose, anche se la patologia si riscontra anche in donne che hanno partorito e che sono ingrassate molto durante la gravidanza, ma anche in pazienti che non hanno avuto una gravidanza e che sono state ex obese: in questo caso, dato che il volume addominale cresce molto, si ha una sorta di stress dei muscoli’.

Secondo Bartoletti, le problematiche principali a cui si può andare incontro sono di tipo funzionale. ‘Da un punto di vista estetico- afferma il presidente della Sime- si assiste a una depressione nel momento della contrazione dei muscoli, ma le problematiche estetiche non sono certamente drammatiche. Il problema, qualche volta, è funzionale perché, quando si contraggono i muscoli addominali, quando ci si tira su da sdraiati a seduti, si può avere un ‘bulging’, una estroflessione, una sorta di bozzo al centro dell’addome, perché i muscoli non tengono più il pacchetto addominale, ovvero l’intestino, che viene spinto fuori dalla contrazione della muscolatura addominale’.

‘Lo specialista di riferimento è il chirurgo plastico o il chirurgo generale ma- aggiunge il consigliere dell’Omceo di Roma- la cosa importante da dire è che deve essere fatta una diagnosi, perché alla diastasi addominale possono essere associate anche delle ernie‘.

Come si opera la diastasi addominale? ‘Nelle pazienti che hanno un eccesso cutaneo, cosa che spesso succede dopo una gravidanza, l’operazione può essere eseguita attraverso una addominoplastica, in cui vengono suturate nuovamente le fasce dei muscoli retti dell’addome, oppure- conclude Bartoletti- può essere fatta in endoscopia, con lo stesso sistema: quando non c’è pelle da asportare si può fare una sintesi delle fasce dei muscoli addominali’.

‘L’addominoplastica- dichiara Elena Albanese, presidente di Diastasi donna Odv, prima organizzazione di volontariato italiana sulla diastasi dei retti addominali- non è, però, un intervento semplice: io sono rimasta intubata per quattro ore. La cosa positiva è che, una volta fatta l’operazione, dopo circa un anno si recupera totalmente la propria vita e si torna ad essere la persona che si era una volta’.

‘Una paziente affetta da questa patologia- continua- ha davvero molti problemi: in questa pancia, che sembra appartenere a una donna incinta al quinto mese di gravidanza, gli organi interni, non essendo sostenuti dalla parete addominale, tendono a uscire fuori. Innanzitutto la donna con diastasi addominale ha incontinenza, rischio di ernia e prolasso. Senza dimenticare mal di schiena, problemi digestivi e cardiaci, oltre al cedimento del bacino. Si tratta, dunque, di problemi davvero seri per una donna, ma anche per un uomo’. Una patologia che, purtroppo, coinvolge in pieno la mente di chi ne è affetto.

‘La persona alla quale viene diagnosticata la diastasi addominale- rende noto Albanese- non si ritrova più nel proprio corpo e anche a livello psicologico entra in depressione anche perché, non essendo una malattia conosciuta, chi sta a fianco del malato, invece di comprenderlo e sostenerlo, pensa si tratti di pazzia o di esagerazione. Alcune donne che fanno parte dell’associazione lamentano spesso problemi a livello familiare con i mariti e ci sono stati anche dei divorzi’. Risvolti in negativo ci sono, purtroppo, anche dal punto di vista sessuale. ‘Si prova dolore anche solo quando si deve allacciare una scarpa: piegarsi può dare dolore alla parete addominale, figuriamoci nell’atto sessuale. Anche a livello psicologico, una donna che ha la diastasi si vergogna a spogliarsi davanti al proprio marito, perchè ha una pancia che viene fuori e non si sente più lei, non si ritrova nel proprio corpo’. Impossibile stabilire il numero di persone colpite da questa malattia. ‘Nella nostra associazione- rende noto Albanese- sosteniamo ogni giorno 32.000 donne che hanno fatto una ecografia e sanno di avere la diastasi addominale. Non possiamo però sapere quante siano in Italia, non lo sanno nemmeno le società scientifiche’. Una cosa, però, è certa, e per certi versi è legata ai numeri: per la presidente di Diastasi donna Odv è infatti fondamentale che persone famose come Noemi Bocchi accendano i riflettori su questa malattia.

‘Donne come lei sono estremamente seguite sui canali social, con un solo post possono arrivare a tutte le persone che hanno questa problematica ma che non conoscono la patologia e la soluzione. La ringrazio davvero per averne parlato, è merito di gesti come il suo se molte persone hanno scoperto di essere affette da diastasi’.

‘Credo- dice inoltre- che Noemi Bocchi abbia sentito il desiderio di accendere i riflettori sulla diastasi addominale perché, da donna, ha sentito che di questa patologia non si parla. Credo che abbia voluto far capire a tutte le donne che esiste anche questo problema. L’ha scoperto lei che ha un fisico spettacolare e, così facendo, ha lanciato un chiaro messaggio: controllatevi e fate prevenzione‘.

La presidente di Diastasi donna Odv si sente di lanciare un messaggio alle donne che ritengono di avere la diastasi addominale. ‘Non siete sole, siamo tantissime a soffrire di questa patologia e il prima possibile fate una ecografia della parete addominale. Come Associazione siamo al vostro fianco, siamo una vera e propria famiglia’. Una famiglia nella quale Elena Albanese si augura possa entrare la stessa Noemi Bocchi. ‘Mi piacerebbe davvero poterla coinvolgere in tutte le nostre iniziative. Ieri le ho scritto su Instagram ma non mi ha risposto. Magari lo farà presto- conclude- e la potremo invitare al nostro quarto congresso nazionale sulla diastasi dei retti addominali che si terrà il primo dicembre a Venezia’.