Festival di Sanremo 2023: svelato l’ordine di uscita dei cantanti


Festival di Sanremo 2023, svelata la divisione dei 28 cantanti in gara durante le prime due serate. Si parte con Oxa, gIANMARIA, Mr.Rain

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Alla vigilia della 73esima edizione del Festival di Sanremo è stata svelata la divisione dei 28 cantanti in gara durante le prime due serate. Nella prima puntata, la scaletta sarà così scandita: Anna Oxa, gIANMARIA, Mr. Rain, Marco Mengoni, Ariete, Ultimo, Coma_Cose, Elodie, Leo Gassmann, Cugini di CampagnaGianluca Grignani, Olly, Colla Zio e Mara Sattei. Alla co-conduzione Chiara Ferragni, poi sul palco Elena Sofia Ricci, i Pooh, Mahmood e Blanco (canteranno “Brividi” e poi Blanco canterà il suo ultimo singolo). In collegamento dal Suzuki Stage Piero Pelù con “Gigante” e dalla Costa Smeralda Salmo. Nella seconda serata, invece, l’ordine di uscita vedrà: Will, Modà, Sethu, Articolo 31, Lazza, Giorgia, Colapesce e DiMartino, Shari, Madame, Levante, Tananai, Rosa Chemical, LDA, Paola e Chiara.

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SUL PALCO DELL’ARISTON ANCHE UN RICORDO DEDICATO A BATTISTI E DALLA

Ci sarà un ricordo di Lucio Battisti e Lucio Dalla al Festival di Sanremo. Entrambi avrebbero compiuto 80 anni quest’anno e saranno celebrati rispettivamente nella prima e nella seconda serata. “L’idea è quella di far cantare tutto l’Ariston”, dice Morandi. E sulla presenza di tanti ospiti over 70, Amadeus conclude: “Voglio abbracciare gli artisti che hanno fatto la storia della musica italiana, non ricordarli”. Nella serata di giovedì, invece, ci sarà sangiovanni per cantare con Gianni Morandi la nuova versione di “Fatti mandare dalla mamma” prodotta da Shablo. Il duetto dal titolo “Fatti riMandare dalla mamma” è in uscita domani sulle piattaforme digitali.

NESSUN VIDEO PER ZELENSKY, MANDERÀ UN TESTO SCRITTO

“Siamo in contatto quotidianamente con l’ambasciatore Yaroslav Melnyk, siamo giunti alla definizione dell’intervento del presidente ucraino ieri. Non invierà un video, ma un testo”. Così Stefano Coletta, direttore Intrattenimento Prime Time, alla vigilia della partenza della 73esima edizione del Festival di Sanremo sulla chiacchierata presenza di Zelensky alla kermesse. E riguardo la questione controllo preventivo sull’intervento commenta: “Credo ci siano sempre degli elaborati rispetto a talune affermazioni che sono più vicine a delle boutade. Ai nostri tempi, credo sia complicato censurare un presidente. Quello dei dirigenti è un controllo relativo alla messa in onda di qualsiasi programma televisivo, visioniamo tutto ciò che va in onda prima della messa in onda. Sorrido all’idea che un direttore Rai possa censurare un presidente”. Su cosa dirà nel suo testo Zelensky, Coletta aggiunge: “Non abbiamo ancora contezza del contenuto e della forma. Saremo più puntuali nei prossimi giorni. Lo leggerà Amadeus”.
E il direttore artistico conclude: “Lo stesso presidente non aveva detto sarò in presenza o in video. Lo abbiamo pensato noi, poi attraverso l’ambasciatore abbiamo saputo che aveva piacere di scrivere una lettera e che io fossi portavoce sul palco dell’Ariston”.

COLETTA: FESTIVAL DELLA CONSAPEVOLEZZA DOPO EDIZIONI DIFFICILI

“Sarà un festival in sequenza con i precedenti ma molto differente per molti aspetti. Vorrei partire dal grande lavoro che Amadeus fa sulle canzoni, è la pietra miliare del festival. Questo quarto festival arriva nelle piene funzioni che un’espressione artistica può portare. Fare show con delle regole che dovevano garantire la salute non è stato una passeggiata. Il mood collettivo ha portato, però, a un grandissimo risultato, storico per il Festival di Sanremo: il ritorno di target che non erano mai apparsi così preponderanti”, ha affermato Coletta. “Mi sento di dire che sarà il festival, non tanto della rinascita perché siamo rinati da qualche tempo, ma un Sanremo che vuole portare festa nelle case degli italiani e anche consapevolezza. Nei testi ho trovato l’urgenza di dire, di non perdere tempo. C’è il desiderio di raccontarsi, di non avere pudore. C’è il racconto soprattutto dei giovani artisti e il loro voler dire ‘Noi siamo questo, noi abbiamo attraversato una fase complicatissima della nostra identità, un silenzio relazionale’. Si mettono tutti in gioco con grande leggerezza e grande profondità”.

E il direttore, anticipando quello che vedremo da domani sera, conclude: “Penso che Amadeus abbia costruito una narrazione democratica, che parla a tutti. Ce n’è per tutti, come il servizio pubblico deve fare. È la risposta a sintonizzarsi con il Paese, dalle fasce più giovani agli anziani. Sarà una grande festa fatta di commozione e allegria”.