Il Pd pensa già al Congresso: Ricci è il nome nuovo per il dopo-Letta


Il Pd verso il congresso, Ricci: “Io candidato segretario? Tanti me lo stanno chiedendo”. Il coordinatore dei sindaci dem pronto a candidarsi per la segreteria

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“Ci sono tanti amministratori che me lo stanno chiedendo, vedremo quando sarà ora. Io cercherò di dare il mio contributo di idee, ma il tema non sono le ambizioni personali o i nomi perché dobbiamo rimboccarci le maniche e ricostruire dando una speranza ad un popolo che in queste ore è preoccupato e avvilito”. Così il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, questa mattina ai microfoni di Radio 24 si è espresso su una sua possibile candidatura al congresso nazionale del Partito democratico. Quello del presidente di Ali, coordinatore nazionale dei sindaci dem, è uno dei nomi che ha iniziato a circolare sin dalle prime ore dopo l’esito elettorale insieme a quelli del governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e della neo parlamentare Elly Schlein.

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“SERVE FASE COSTITUENTE ANDANDO ANCHE OLTRE IL PD”

“Se mi candido lo vedremo- continua Ricci- io penso che non sia questo il tempo dei nomi e penso che non basterà neppure il congresso. Occorrerà una fase costituente, aperta e probabilmente dovremo andare anche oltre il Pd. Provare a pensare un rinnovamento vero del nostro soggetto politico dal punto di vista dei contenuti, del linguaggio e dell’organizzazione. Sarà un lavoro non facile, in salita e io darò il mio contributo. Io mi sento la responsabilità di non potermi sottrarre in questo momento. Tanti amministratori mi dicono è l’ora dei sindaci, è l’ora della provincia italiana”.

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“SINDACI CENTROSINISTRA GOVERNANO IL 70% DEI COMUNI ITALIANI”

Un congresso che, auspica Ricci, non sia una resa dei conti ma un momento di ripartenza dopo la sconfitta elettorale. “Il congresso non deve essere un travaglio, deve essere una ripartenza, una ricostruzione perché i congressi resa dei conti non servono a nulla, sarebbe mortale dividersi ora– conclude Ricci- dobbiamo ripensare il nostro rapporto con il popolo perché non siamo percepiti abbastanza come la forza del riscatto sociale, della lotta alle diseguaglianze e perché non siamo percepiti come una forza moderna che sta negli ingranaggi dell’economia e del lavoro. Cosa che invece avviene a livello locale perché nelle città vinciamo tanto che il 70% dei Comuni italiani è governato da sindaci progressisti e riformisti. Nessuno può sottrarsi alla ricostruzione tanto meno i sindaci”.