Elezioni politiche: Letta lascia ma prima porterà il Pd al Congresso


Elezioni politiche, dopo il crollo il leader dem Enrico Letta parla di “risultato insoddisfacente. Porto il Pd al congresso per un nuovo partito. Non mi ricandido”

enrico letta pd

“Serve un congresso di profonda riflessione su cosa è e cosa deve essere il nuovo partito democratico. Serve un nuovo partito democratico di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata”. Il segretario del Pd, nella conferenza stampa post voto, commenta il “risultato insoddisfacente” delle elezioni e annuncia: “Assicurerò la guida del Pd nelle prossime settimane in vista del congresso al quale non mi presenterò come candidato“.

IL LEADER DEM: SERVE CONVERGENZA CON OPPOSIZIONI

Enrico Letta ritiene che “una convergenza delle opposizioni è necessaria. Il fatto che non sia io a gestire questa fase sicuramente aiuterà. Servono generazioni nuove“, dice il leader dem. “Non c’è futuro in una logica di autosufficienza e isolamento. Chi lo pensasse, farebbe un errore e aiuterebbe la destra”. Poi, la stoccata a Conte: “Gli italiani e le italiane hanno scelto. Se siamo arrivati al governo Meloni è per via del fatto che Giuseppe Conte ha fatto cadere il governo Draghi”.

LETTA: BASTA REGALI ALLA DESTRA, RIPRENDERE RELAZIONI CON M5S

Noi faremo un’opposizione dura e intransigente. La faremo con tutte le nostre forze”. E sulla necessità di ricucire con M5s afferma: “Sarebbe l’ultimo regalo a questa destra se ci fossero opposizioni che vanno ognuna in ordine sparso. Io mi sento di dire che è molto importante che si riprendano le fila di relazioni per fare un’opposizione efficace e non che ognuno vada per conto suo”.

LETTA: MASSIMA CAPACITA’ INCLUSIVA CON ALLEATI A INIZIARE DA REGIONALI

“Mi sono trovato per certi versi da solo a dialogare” con gli alleati. “Ma non ho dubbi che sia per fare l’opposizione, che per costruire l’alternativa, a cominciare dalle regionali e amministrative, bisogna andare a quegli appuntamenti con la massima capacità inclusiva”, spiega Letta che mette all’indice il “fuoco amico” di Azione. “La candidatura di Calenda nel collegio di Emma Bonino ha finito per aiutare l’elezione della candidata di destra”, afferma.