Alla scoperta della Biblioteca Casanatense di Roma


Alla Biblioteca Casanatense di Roma un nuovo percorso museale: fu inaugurata nel 1701 grazie al cardinale Girolamo Casanate, che voleva creare una biblioteca pubblica, aperta a tutti e universale

Biblioteca Casanatense

Una luce brilla nel cuore di Roma da oltre tre secoli. È quella che emana la stella della conoscenza, simbolo della Biblioteca Casanatense, istituto librario inaugurato nel 1701 grazie al cardinale Girolamo Casanate. Bibliofilo e mecenate, il porporato lascia le sue rendite e i suoi 25mila libri ai padri Domenicani del convento di Santa Maria sopra Minerva, centro nevralgico dell’Insula Sapientiae. La sua volontà è di creare una biblioteca pubblica, aperta a tutti e universale. E così è ancora oggi. “Questa Biblioteca nasce sotto una buona stella, perché il Casanate porta con sé il suo emblema: una torre sovrastata, appunto, dalla stella della conoscenza. E da qui proviene la luce che illumina questo luogo”, spiega all’agenzia Dire la direttrice, Lucia Marchi, sotto la cui guida la Biblioteca porta avanti un restauro conservativo del patrimonio librario e un intervento per l’ottenimento del certificato prevenzione incendi. Alla conclusione dei lavori, la Casanatense inaugurerà un nuovo percorso museale che affiancherà al patrimonio bibliografico le diverse collezioni di antichità, tra reperti archeologici, monete e strumenti scientifici.

Edificata nell’area del chiostro del convento, la ‘libraria’ colpisce per la magnificenza del suo Salone monumentale, lungo sessanta metri e largo 15. Nelle scaffalature lignee, opera di raffinatissimi artigiani romani, trovano spazio 60mila volumi divisi per 27 materie. Ognuna ha il suo cartiglio che ne segna la collocazione. Si spazia dalla poesia alla storia, dalla medicina alla filosofia, poi le lingue orientali e le varie tipologie di diritto, romano, civile, canonico, per culminare con la teologia e la patristica. “La distribuzione delle materie in cui il patrimonio bibliografico è suddiviso non è frutto del caso- specifica Marchi- ma esalta un gioco di ascisse e ordinate che conducono il lettore dalle classificazioni terrene a quelle teologiche e viceversa, in modo da congiungere il mondo umano e quello trascendente in un dialogo reciproco”.

L’abside del Salone è dedicato alle tantissime edizioni della Bibbia conservate dalla Casanatense e simbolicamente custodite dalla sovrastante effige di Tommaso D’Aquino. “Ma questo grande spazio ospita anche i famosi libri proibiti, frutto dell’Index librorum prohibitorum di cui i padri Domenicani erano detentori”, ricorda la direttrice. Tra tutti, è emozionante notare l’edizione  del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, la celeberrima opera che costò a Galileo l’obbligo di abiura, altro testo preziosissimo contenuto nella collezione dell’Istituto. “I libri proibiti testimoniano il ruolo che questo luogo ha avuto nei secoli come crocevia delle numerose strade intraprese dalla mente e dallo spirito umano, dove si sono intersecati scienza e fede, genio e proibizione”, osserva Marchi.

Il patrimonio complessivamente comprende oltre 450mila volumi, tra cui 6.300 manoscritti, 2.200 incunaboli, 120mila volumi a stampa pubblicati a partire dal 1501 fino al 1830, e circa 300mila testi moderni. Accanto alla raccolta bibliografica, la Casanatense conserva anche ricchissime collezioni di altri beni culturali di diverso tipo. Annovera stampe e i disegni, le partiture musicali, le fotografie, i quadri, le sculture, gli strumenti scientifici, i reperti archeologici, gli arredi di pregio e una importante serie di 609 monete romane di età imperiale, di cui 40 d’argento o metallo bianco e 55 di bronzo. La presenza di questo materiale solo apparentemente lontano dai libri si deve allo spirito con cui è stata inaugurata questa Biblioteca, da subito luogo di studio e di ricerca. “Nasce come una piazza, o con termini attuali, una universale piattaforma della conoscenza, dove i libri sono i protagonisti principali, ma non assoluti perché si incontrano, com’era in uso al tempo, con altri beni culturali di vario genere”, dice ancora Marchi.

Con quello stesso spirito, la Casanatense ha messo a punto un nuovo percorso museale. “I percorsi della conoscenza del terzo millennio saranno osmotici, si integreranno”, spiega Marchi. Dall’ingresso della Biblioteca partiranno due itinerari diversi. “Ci sarà quello museale, che porterà fino al Salone monumentale, dove i visitatori potranno osservare le monete dell’epoca imperiale e, parallelamente, saranno esposti anche i libri che parlano di numismatica, proprio perché si possa osservare la congiunzione tra un patrimonio monetale, dunque non librario, e un testo. Poi- spiega ancora- ci sarà il percorso bibliografico che partirà dalle Sale che sono state istituite con l’avvento di Roma Capitale, e quindi con il passaggio delle biblioteche delle corporazioni religiose allo Stato. Così, si è creata la sezione novecentesca formata da tre Sale di lettura, la Sala cataloghi e poi il Salone dei depositi che custodisce i manoscritti, gli incunaboli, le rarità e le incisioni. Il nostro patrimonio è molto variegato, ha fondi di tantissimi generi, da vedere”.

È così che, dice infine la direttrice, “questa ricchezza continuerà a parlare ai giorni nostri e alle generazioni che verranno. Perché sicuramente la stella della conoscenza darà luce per tanti secoli ancora”.

Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE (www.dire.it), il progetto ‘Biblioteche d’Italia’ è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia. Il documentario sulla Biblioteca Casanatense di Roma fa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia https://www.instagram.com/tv/CfJFnxTt-7i/.