Crohn: terapia farmacologica intensiva alleata per la stenosi


Secondo un nuovo studio la terapia farmacologica intensiva migliora l’infiammazione associata alla stenosi nella malattia di Crohn

Secondo un nuovo studio la terapia farmacologica intensiva migliora l'infiammazione associata alla stenosi nella malattia di Crohn

La terapia farmacologica intensiva ha migliorato i sintomi, l’infiammazione associata alla stenosi e la morfologia della stenosi in pazienti con malattia di Crohn, secondo una ricerca pubblicata su The Lancet Gastroenterology & Hepatology.

“Le stenosi sono la complicanza strutturale più comune della malattia di Crohn (CD), osservata nel 10-28% dei pazienti al momento della diagnosi e in un terzo dei pazienti, 5 anni dopo la diagnosi. Ad oggi, nessuna terapia farmacologica studiata in studi randomizzati ha dimostrato di influenzare il corso dello sviluppo della stenosi o prevenire la necessità di un intervento chirurgico”, hanno evidenziato Julien D. Schulberg, del dipartimento di Gastroenterologia presso il St. Vincent’s Hospital di Melbourne, Australia e i suoi colleghi autori dello studio.

“Inoltre, a causa del presupposto che la terapia farmacologica potrebbe causare ulteriore restringimento e ostruzione intestinale come parte del processo di guarigione, i pazienti con una stenosi nota sono stati esclusi dalle prove di registrazione dei farmaci biologici”.

In uno studio controllato randomizzato, in aperto, a centro singolo, lo studio Stricture Definition and Treatment, gli autori miravano a studiare la risposta della stenosi al trattamento farmacologico e confrontare l’efficacia tra la terapia farmacologica intensiva e la terapia farmacologica standard.

Su 77 pazienti con CD ed evidenza di stenosi e infiammazione, 52 pazienti sono stati sottoposti a terapia intensiva con adalimumab, 160 mg una volta alla settimana per 4 settimane seguiti da 40 mg ogni 2 settimane con aumento della dose a 4 mesi, insieme a  tiopurina (dose iniziale di azatioprina 2,5 mg/kg o mercaptopurina 1,5 mg/kg, con aggiustamento della dose) e 25 pazienti sono stati sottoposti a monoterapia standard con adalimumab (160 mg alla settimana 0, 80 mg alla settimana 2, quindi 40 mg ogni 2 settimane).

L’outcome primario era una riduzione del punteggio dei sintomi ostruttivi a 14 giorni di almeno 1 punto rispetto al basale.
A 12 mesi, i ricercatori hanno osservato un miglioramento del punteggio dei sintomi ostruttivi nel 79% dei pazienti nel gruppo di trattamento intensivo e nel 64% dei pazienti nel gruppo di trattamento standard (OR=2,1; IC 95%, 0,73-6,01). Il fallimento del trattamento si è verificato nel 10% dei pazienti nel gruppo di trattamento intensivo e nel 28% dei pazienti nel gruppo di trattamento standard (OR=0,27; IC 95%, 0,08-0,97); quattro pazienti in ciascun gruppo hanno richiesto un intervento chirurgico di stenosi (OR=0,44; IC 95%, 0,1-1,92).

Utilizzando il punteggio di attività MRI della stenosi, l’analisi MRI ha mostrato un miglioramento superiore al 25% nel 61% dei pazienti nel gruppo di trattamento intensivo e nel 28% dei pazienti nel gruppo di trattamento standard (OR=3,99; IC 95%, 1,41-11,26) con risoluzione completa della stenosi tra il 20% e il 16% dei pazienti, rispettivamente (OR=1,28; IC 95%, 0,36-4,57).

I ricercatori hanno inoltre notato un miglioramento superiore al 25% dello spessore della parete intestinale utilizzando l’ecografia intestinale nel 51% dei pazienti nel gruppo di trattamento intensivo rispetto al 33% dei pazienti nel gruppo di trattamento standard (OR=2,1; IC 95%, 0,71-6,21).

“Le stenosi nella malattia di Crohn rispondono al trattamento farmacologico. La maggior parte dei pazienti presentava sintomi e morfologia della stenosi migliorati. L’intensificazione della terapia treat-to-target ha comportato un minor fallimento del trattamento, una riduzione dell’infiammazione associata alla stenosi e un maggiore miglioramento della morfologia della stenosi, sebbene queste differenze non fossero significativamente diverse dalla terapia standard”, hanno concluso Schulberg e colleghi. “La terapia eseguita in maniera intensiva insieme a uno stretto controllo dell’infiammazione porta ai migliori risultati”.

Bibliografia

Schulberg J.D. et al., Intensive drug therapy versus standard drug therapy for symptomatic intestinal Crohn’s disease strictures (STRIDENT): an open-label, single-centre, randomised controlled trial. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2021 Dec 7;S2468-1253(21)00393-9. doi: 10.1016/S2468-1253(21)00393-9. leggi