Sclerosi multipla: anche l’EMA approva ponesimod


Dopo l’Fda anche l’Agenzia europea dei medicinali approva la terapia orale con ponesimod per pazienti con sclerosi multipla

Dopo l'Fda anche l'Agenzia europea dei medicinali approva la terapia orale con ponesimod per pazienti con sclerosi multipla

Dopo la recentissima approvazione dell’Fda arriva per ponesimod anche il via libera del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) che ha emesso un parere positivo che raccomanda l’autorizzazione alla commercializzazione del farmaco per il trattamento di pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante (SMR) con malattia attiva definita da caratteristiche cliniche o di imaging. Sviluppato da Janssen, che lo ha ottenuto nel 2017 con l’acquisizione di Actelion, il farmaco è attivo per via orale e con somministrazione once a day. Sarà messo in commercio con il marchio Ponvory.

Ponesimod è un modulatore S1P1 altamente selettivo che inibisce funzionalmente l’attività del recettore S1P1 e, così facendo, si ritiene che riduca il numero di linfociti circolanti. Nei pazienti con SM, le cellule immunitarie infiammatorie, compresi i linfociti, possono attraversare la barriera ematoencefalica nel cervello e danneggiare la mielina, la guaina protettiva che isola le cellule nervose. Il danno alla mielina rallenta o arresta la conduzione nervosa, producendo i segni e i sintomi neurologici della SM.
Ponesimod appartiene alla stessa classe di fingolimod, siponimod e ozanimod.

La domanda di autorizzazione all’immissione in commercio europea (MAA) si è basata sui dati dello studio di fase 3 OPTIMUM, un trial multicentrico di superiorità, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, controllato in modo attivo su 1.133 pazienti adulti (di età compresa tra 18 e 55 anni) in 28 paesi. Lo studio è stato progettato per valutare l’efficacia e la sicurezza di ponesimod (20 mg) per via orale una volta al giorno rispetto a teriflunomide (14 mg), uno standard di cura orale di prima linea approvato e ampiamente utilizzato, in pazienti adulti con SMR.

Lo studio di fase 3 ha dimostrato un’efficacia superiore di ponesimod 20 mg sull’endpoint primario, il tasso annualizzato di ricadute (ARR), con una riduzione del 30,5% (p=0,0003) rispetto a teriflunomide. Ponesimod ha anche mostrato una superiorità statisticamente significativa sulle lesioni attive uniche combinate (CUAL), uno degli endpoint secondari. Ponesimod ha ridotto significativamente il numero di nuove lesioni infiammatorie alla risonanza magnetica cerebrale del 56% (p<0,0001) alla settimana 108 rispetto a teriflunomide.

Sono state valutate anche la sicurezza e la tollerabilità di ponesimod, con il profilo di sicurezza di ponesimod qualitativamente coerente con il profilo noto di altri modulatori del recettore S1P, sebbene non sia disponibile un confronto testa a testa. Nel complesso, il numero di eventi avversi emergenti dal trattamento riportati è stato simile tra i gruppi trattati con ponesimod e teriflunomide, e la maggior parte era lieve/moderata e non ha giustificato l’interruzione del trattamento. Gli eventi avversi più comunemente riportati nel gruppo ponesimod 20mg rispetto al gruppo teriflunomide 14mg sono stati l’innalzamento dell’enzima alanina aminotransferasi (ALT) (19,5% vs. 9,4%), nasofaringite (19,3% vs. 16,8%), mal di testa (11,5% vs. 12,7%) e infezione del tratto respiratorio superiore (10,6% vs. 10,4%).

Una volta approvato, approvato, ponesimod sarà la prima terapia di Janssen per i pazienti affetti da RMS con malattia attiva definita da caratteristiche cliniche o di imaging.
Più di 2,3 milioni di persone in tutto il mondo convivono con la SM – di cui 700.000 solo in Europa – e di questa popolazione, circa l’85% ha una diagnosi iniziale di SM recidivante. Nonostante i continui progressi nel panorama dei trattamenti, rimangono diversi bisogni insoddisfatti.

La malattia è caratterizzata dalla demielinizzazione e dalla perdita assonale che porta alla compromissione neurologica e alla grave disabilità. Le forme recidivanti di SM, che costituiscono l’85% di tutti i casi della malattia, includono la sindrome clinicamente isolata, la SM recidivante-remittente e la SM secondaria progressiva attiva. Oltre ai debilitanti sintomi neurologici della malattia, i pazienti spesso soffrono anche di “sintomi nascosti”, cioè fatica e depressione, che costituiscono fattori importanti per la ridotta qualità della vita.