La delfina Kasya è in salvo a Kish Island


Un team internazionale di volontari, coordinato da due associazioni italiane, ha salvato una delfina in Iran: Kasya è ora insieme ai suoi simili

La delfina Kasya è giunta a Kish Island

Kasya, la delfina che stava morendo di solitudine nel Milad Tower’s Dolphinarium di Teheran ormai dismesso, è giunta nella  sua nuova casa, il Kish Dolphin Park, a Kish Island, al largo della costa meridionale dell’Iran, nel Golfo Persico.

Al termine di un anno di sforzi titanici, mediazioni e tentativi andati a vuoto, dopo una petizione su Change.org, promossa da Thomas Moreau di YouCare France, e raccolte fondi a livello internazionale, finalmente Kasya è in salvo.

Il merito di questo risultato va all’energia del veterinario Massimo Vacchetta, del Centro recupero ricci La Ninna (di Novello, CN), noto per il suo impegno a protezione dei ricci e dell’ambiente, alla volontà di Carmen Aiello dell’associazione Salviamo gli Orsi della luna; alla disponibilità del veterinario iraniano Amir Shirazin, direttore dell’Iran Caspian Seal Conservation Center; all’abnegazione del veterinario russo Ivan Zatsepilov, che si è preso cura della delfina, all’interno della struttura di Teheran; alla preparazione del veterinario italiano Marco Campolo e del collega spagnolo Manuel Garcia Hartmann che hanno dato il loro importante contribuito e continueranno a occuparsi di Kasya a Kish Island; all’attenzione  del Consolato iraniano a Milano, nelle persone del diplomatico Daryoush Sowlat e del segretario Mohammad  Siahjani; all’impegno della famosissima attrice iraniana Mitra Hajjar, all’efficienza delle volontarie italiane Silvia Bianco, Emanuela Novati e dell’attivista russa Venera Gumerova, alla collaborazione del proprietario Homayonreza Shahbazkia.

LA STORIA

A dicembre 2019 Alpha, la delfina che per anni ha diviso la vasca con Kasya, è morta e Kasya non aveva più voglia di vivere. A febbraio 2020, il delfinario è stato chiuso per il Covid e Kasya ha smesso di nuotare, mangiare, si stava abbandonando alla morte.

Il veterinario Ivan Zatsepilov le è stato accanto con una dedizione eroica. Ha vissuto per tutto l’anno nel delfinario e, grazie alle sue cure, Kasya ha ricominciato a mangiare, a nuotare, a vivere.

I tentativi di darle una nuova casa sono stati molti, estenuanti le trattative e i contatti. I volontari del team coordinato dal dottor Vacchetta hanno promosso una raccolta fondi per creare una vasca di riabilitazione nel Mar Nero. La vasca era quasi pronta, ma in estate, l’unico periodo adatto per il trasferimento di un delfino in una vasca di riabilitazione, collegata al mare, non c’erano fondi sufficienti per pagare un volo speciale e costoso come quello necessario per trasferire Kasya. Possibili soluzioni balenavano e svanivano.

Dopo la chiusura definitiva del Milad Tower’s Dolphinarium, il trasferimento di Kasya è diventato essenziale per la sua sopravvivenza e, quando ormai le speranze erano ridotte a un lume, è arrivata la possibilità di trasferire Kasya a Kish Island.

La situazione è precipitata il 12 gennaio, in seguito a un contrattempo con il volo charter prenotato e a un guasto grave all’impianto di filtraggio del delfinario di Teheran, ma il 14 gennaio, grazie alla solidarietà e all’azione corale di tante associazioni e persone, Kasya è volata verso la sua nuova casa.

Il trasferimento è stato molto complesso: per far entrare Kasya nella vasca da trasporto sono state necessarie ore e svuotare quasi completamente il delfinario di Teheran e, nonostante fosse sedata, la delfina ha mostrato segni di stress.

Durante il viaggio, avvenuto a bordo di un charter della Pouya Airlines, Kasya è stata immersa in una vasca, allestita appositamente smontando parte dei sedili dell’aereo. A starle accanto c’era un team, coordinato dai veterinari Amir Shirazin e Ivan Zatsepilov, composto da Mojtaba Ebadi, senza il quale non sarebbe stato possibile il trasporto aereo, dal videomaker iraniano Katayoon Jahangiri e da Moahamad Norouzian, cameraman e fotoreporter, che hanno documentato tutte le fasi del trasferimento.

Le dichiarazioni dei protagonisti

Carmen Aiello, dell’associazione Salviamo gli Orsi della luna, precisa: «Il Kish Dolphin Park accoglierà Kasya, le permetterà di stare al sicuro e di ritrovare la vitale relazione con altri delfini. Stiamo lavorando perché questa non sia comunque la soluzione definitiva. Con il supporto del veterinario Marco Campolo, di Manuel Garcia Hartmann, veterinario ed esperto in mammiferi marini e degli altri colleghi, si valuterà la possibilità di trasferire Kasya in un Centro di Riabilitazione con l’obiettivo di regalarle la libertà in un’area marina protetta».

Massimo Vacchetta, del Centro recupero ricci La Ninna, commenta: «Kasya, che deve il suo nome (diminutivo di Cassiopea) a una piccola macchia a forma di stella che ha sulla pinna destra, è diventata la “nostra piccola stella”, il punto di luce a cui tante persone, unite dal rispetto per la vita, l’ambiente e gli animali, hanno guardato per mesi con speranza. Siamo molto felici di aver ottenuto oggi questo risultato, dopo estenuanti incertezze, grazie agli sforzi congiunti di persone appartenenti a culture, religioni ed etnie diverse, e alla collaborazione delle autorità iraniane, in particolare, di Daryoush Sowlat, console iraniano a Milano, e il segretario Mohammad  Siahjani, il cui supporto è stato fondamentale per il successo dell’operazione. La storia di Kasya merita compassione e solidarietà. La generosità della gente sarà fondamentale ora per trovare i fondi necessari al mantenimento di Kasya nel delfinario dell’isola di Kish e poi per pagare il volo verso il centro di riabilitazione, da dove sarà possibile restituirla alla libertà».

Dopo essere stata catturata illegalmente nel Mar Nero, dopo 9 anni vissuti in cattività, Kasya, simbolo degli animali sfruttati per il divertimento dell’uomo, dovrà riprendersi dallo stress del cambiamento di ambiente, ma è finalmente di nuovo insieme ad altri delfini e prossima a ritrovare la libertà.

Il Centro ricci La Ninna e l’associazione Salviamo gli Orsi della luna hanno anticipato circa 30 mila euro, i fondi necessari per trasferire Kasya a Kish Island e mantenerla là fino all’estate. Una somma ancora più grande servirà per trasferirla nel centro di riabilitazione sul Mar Nero e poi liberarla.

Quanti volessero aiutare Kasya nel suo percorso verso la libertà, potranno effettuare una donazione alle due associazioni che stanno coordinando la raccolta fondi: il Centro recupero ricci La Ninna (Iban IT10K 06305 46851 000010157449) e Salviamo gli orsi della luna (Iban IT 31 R 07601 03200 00000 99741712), specificando nella causale “Donazione per Kasya”. Ulteriori informazioni sulla pagina Facebook del Centro ricci La Ninna.