Malattia di Pompe: la terapia AT-GAA funziona


Malattia di Pompe: conferme di efficacia per la terapia AT-GAA. L’innovativa molecola ha indotto miglioramenti significativi anche nei pazienti precedentemente sottoposti a ERT

La Malattia di Pompe colpisce 300 italiani di ogni fascia di età: nel futuro delle cure la terapia enzimatica sostitutiva. A Milano convegno nazionale di due giorni con oltre 200 specialisti

L’azienda Amicus Therapeutics ha recentemente annunciato i nuovi risultati positivi dello studio clinico di Fase I/II volto a stabilire efficacia, sicurezza, farmacocinetica e farmacodinamica del medicinale sperimentale AT-GAA in pazienti adulti affetti da malattia di Pompe. L’innovativa terapia consiste in una versione ricombinante umana dell’alfa-glucosidasi acida (rhGAA), un enzima lisosomiale che è deficitario nella patologia, somministrata in combinazione con una piccola molecola chaperonica, denominata AT2221.

La malattia di Pompe è una patologia ereditaria da accumulo lisosomiale causata, appunto, da un deficit dell’enzima alfa-glucosidasi acida, difetto che conduce all’accumulo di glicogeno (substrato patologico) all’interno delle cellule dell’organismo. Nella sperimentazione di Fase I/II, i pazienti trattati con AT-GAA per 24 mesi, hanno mostrato miglioramenti significativi e persistenti in test di valutazione della funzionalità motoria (come il six minute walk test, il test del cammino in sei minuti) e polmonare (misurata attraverso il parametro della capacità vitale forzata), nonché una riduzione nella concentrazione dei biomarcatori chiave utilizzati per valutare il danno a livello delle fibre muscolari e l’accumulo di substrato patologico. Questi miglioramenti sono stati osservati, dopo periodi di trattamento che vanno da 3 a 15 mesi, anche in una piccola coorte di 6 pazienti (coorte 4) che sono passati al farmaco AT-GAA dopo essere stati precedentemente in cura, per almeno 7 anni, con terapia enzimatica sostitutiva (ERT) standard.

I risultati, presentati in occasione del 24° Congresso Annuale Internazionale della World Muscle Society svoltosi a Copenaghen dall’1 al 5 ottobre, rappresentano un passo importante nello sviluppo di una nuova terapia per la malattia di Pompe, come sottolinea John F. Crowley, CEO di Amicus Therapeutics: “Complessivamente, questi dati continuano a mostrare significativi e durevoli miglioramenti funzionali, oltre che persistenti riduzioni dei biomarcatori di danno muscolare e substrato patologico. Comparandoli con quello che è il decorso della malattia in pazienti non trattati, o che seguono una terapia standard di tipo ERT, tali risultati fanno sperare che il farmaco AT-GAA abbia il potenziale per diventare il nuovo standard di cura per le persone con malattia di Pompe”.

Toni positivi ripresi anche dal Prof. Benedikt Schoser, senior consultant al Friedrich-Baur-Institute, Dipartimento di Neurologia della Ludwig-Maximilians-University di Monaco (Germania), principale investigatore nello studio di Fase I/II su AT-GAA: “attualmente c’è un grande bisogno di sviluppare nuove opzioni terapeutiche per rispondere ai bisogni dell’intero spettro di pazienti con malattia di Pompe, compresi quelli non deambulanti, quelli mai trattati e quelli già sottoposti a ERT. I risultati ottenuti nella coorte 4 di questo studio sono particolarmente impressionanti, e mostrano il potenziale di AT-GAA nel cambiare il decorso della patologia in questa popolazione di pazienti [precedentemente sottoposti a ERT, N.d.R.]. Ora l’obiettivo è quello di continuare a monitorare i pazienti arruolati in questo studio e nel principale studio PROPEL, attualmente in atto”.