Origine di grano e riso obbligatoria in etichetta: firmati i due decreti


Più trasparenza per i consumatori con le novità introdotte da Mipaaf e MISE

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Etichette alimentari più “trasparenti” per il consumatore che dimostra un’attenzione crescente per la qualità del cibo

ROMA – Sulle etichette delle confezioni di pasta e di riso vendute in Italia i produttori dovranno inserire l’indicazione dell’origine della materia prima. I ministri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico, Martina e Calenda, hanno firmato infatti i due decreti interministeriali per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta.

I provvedimenti introducono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari.

“È un passo storico che abbiamo deciso di compiere in attesa della piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Puntiamo così a dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare made in Italy” ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina.

“Con questa decisione l’Italia si pone all’avanguardia in Europa sul fronte dell’etichettatura, come chiave di competitività per tutto il sistema italiano. Chiediamo con ancora più forza oggi all’Unione europea di fare scelte coraggiose, di dare ai cittadini e alle aziende risposte concrete. Tanto più davanti alla conclusione di accordi commerciali internazionali che rappresentano un’opportunità da cogliere e che dovranno essere accompagnati da scelte sempre più forti per la trasparenza e la massima informazione in grado di unire al meglio protezione e promozione delle nostre esperienze agroalimentari” ha aggiunto.

“L’aumento dell’8% delle esportazioni nei primi di cinque mesi del 2017 – ha commentato il Ministro Carlo Calenda – dimostra quanto l’Italia guadagna dall’internazionalizzazione. Per portare più Pmi a internazionalizzarsi dobbiamo concludere accordi commerciali come quello con il Canada che rimuovono gli ostacoli e le barriere tariffarie. Ma allo stesso tempo dobbiamo tutelare i consumatori e i lavoratori con regole chiare e trasparenza sui prodotti commercializzati”.

“I decreti che abbiamo firmato oggi rispondono proprio a quest’ultima esigenza: garantiscono una scelta consapevole ai consumatori tramite l’obbligo di trasparenza nelle etichette. Puntiamo sulla forza del Made in Italy e sulla qualità delle filiere per poter competere con ancora maggior forza sui mercati globali. Quello di oggi è un grande passo che pone l’Italia all’avanguardia in Europa e rafforza la fiducia nei confronti del sistema produttivo” ha proseguito.

Le novità contenute nei due decreti

GRANO/PASTA

Il decreto grano/pasta in particolare prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

  • Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;
  • Paese di molitura: nome del Paese in cui il grano è stato macinato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

RISO

Il provvedimento prevede che sull’etichetta del riso devono essere indicati:

  • “Paese di coltivazione del riso”;
  • “Paese di lavorazione”;
  • “Paese di confezionamento”.

Anche per il riso, se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

Origine visibile in etichetta

Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.

I provvedimenti prevedono una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende a nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte.

Decreti in vigore fino a piena attuazione Regolamento UE 1169

I decreti decadranno in caso di piena attuazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011 che prevede i casi in cui debba essere indicato il paese d’origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario utilizzato nella preparazione degli alimenti, subordinandone l’applicazione all’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione, che ad oggi non sono stati ancora emanati.

L’85% degli italiani chiede trasparenza in etichetta

Oltre l’80% degli italiani considera importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per la pasta e il riso. Sono questi i dati emersi dalla consultazione pubblica online sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, svolta sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini.

Coldiretti: “Avanti su questa strada”

“La decisione di proseguire con fermezza sulla strada della trasparenza con l’etichetta di origine obbligatoria per il grano impiegato nella pasta e per il riso è coerente con gli impegni assunti ma soprattutto risponde alle esigenze di oltre il 96% dei consumatori che chiedono che venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel chiedere che anche all’ortofrutta trasformata, dalle conserve e succhi fino al concentrato di pomodoro venga esteso l’obbligo di indicare l’origine, per evitare che venga spacciata come made in Italy quella importata dall’estero.

“Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per il miele ma non per il riso, per il pesce ma non per il grano nella pasta, per la frutta fresca ma non per i succhi, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie con un profonda revisione delle norme sul codice doganale nel settore agroalimentare, che pretendono paradossalmente di chiamare addirittura farina italiana quella ottenuta dal grano straniero macinato in Italia” sottolinea Moncalvo.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti” conclude.

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma – continua la Coldiretti – l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.

Codacons: “Ora estendere questa etichetta a tutti i prodotti alimentari”

Bene per il Codacons l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del riso e del grano per la pasta, deciso dai ministri delle Politiche e dello Sviluppo Economico.

“Finalmente, anche se con enorme ritardo, qualcosa si muove sul fronte della tutela dei consumatori e del Made in Italy – spiega il Presidente Carlo Rienzi –. Gli italiani sono stati finora del tutto ignari circa la provenienza delle materie prime di numerosissimi prodotti, al punto che il 50% della spesa alimentare nel nostro paese è attualmente “anonima”. Grazie a questa novità i cittadini sapranno da dove vengono riso e pasta che finisce sulle loro tavole, e sarà possibile garantire maggiore trasparenza e consapevolezza”.

Dopo latte e pasta, però, il Codacons chiede di estendere l’obbligo di etichettatura d’origine alla totalità dei prodotti alimentari. “Oggi per beni di elevato uso quotidiano regna il mistero, e non si conosce da quale paese del mondo provenga la materia prima. I consumatori, al contrario, hanno pieno diritto di sapere cosa mangiano perché l’origine dei prodotti modifica le scelte economiche degli utenti” conclude Rienzi.