“Fine del Governo Letta decisa dalla minoranza Pd”: scintille tra Renzi e l’ex premier


Il segretario del Pd: “Nessun golpe di palazzo”. La replica di Letta: “A volte il silenzio esprime meglio il disgusto”

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Enrico Letta e Matteo Renzi a colloquio

ROMA – La fine del Governo Letta e l’arrivo a Palazzo Chigi di Renzi furono decisi dalla minoranza del Partito democratico. Nessun golpe di palazzo per l’avvicendamento alla guida del Paese avvenuto il 22 Febbraio 2014, ma solo un’operazione politica voluta da un’ala del Pd.

Le parole contenute nel nuovo libro dell’ex premier Renzi (“Avanti”, presentato ieri) e ribadite dal Rottamatore alla presentazione hanno scatenato un putiferio all’interno del centrosinistra. Già lacerato dal risultato delle recenti elezioni amministrative e dal mai sopito dibattito dopo l’uscita degli “scissionisti”, il Pd fa ora i conti con uno scontro destinato a lasciare strascichi.

Renzi ha rimarcato più volte, nel corso della presentazione del suo libro, che il passaggio di consegne mal digerito dall’allora premier Letta fu “un’operazione voluta dalla minoranza Pd. Un’operazione che ha smosso l’italia e la rifarei domattina”.

Secondo l’attuale segretario del Partito democratico a inizio 2014 il Governo Letta “era fermo. Si trattò di un’operazione di democrazia interna”.

“Il giorno dopo il netto successo ai gazebo, sarà la minoranza interna – primo tra tutti l’allora capogruppo Roberto Speranza – a propormi di prendere in mano il timone. ‘Matteo, così non andiamo da nessuna parte. Hai vinto le primarie, rilancia tu il Paese, andando a governare’” si legge in un passaggio del libro.

La risposta di Letta (preso di mira da Renzi anche per il broncio in occasione del passaggio della campanella) non si è fatta attendere. L’ex premier ha affidato al suo profilo Twitter la risposta: “Reazioni a Renzi? A volte #silenzio esprime meglio disgusto e mantiene distanze. Ho deciso di non guardare indietro ma avanti. Non cambio idea”.