Somalia, con l’emergenza siccità raddoppiano i casi di malnutrizione


Allarme UNICEF: nel Paese colpiti quasi un milione e mezzo di bambini

somalia carestia
La carestia in Somalia del 2011 ha ucciso circa 260.000 persone (foto UNICEF)

MOGADISCIO – Si fa sempre più critica la situazione in Somalia, colpita da una grave siccità e dalla conseguente carestia. A lanciare l’allarme è l’UNICEF che stima come sia raddoppiato il numero di bambini che sta soffrendo o soffrirà di malnutrizione acuta. La cifra ha raggiunto 1,4 milioni, compresi oltre 275.000 piccoli che nel 2017 sono o saranno colpiti da malnutrizione acuta grave, rischiando la vita.

I bambini gravemente malnutriti hanno una probabilità nove volte maggiore di morire per malattie letali come il colera o la diarrea acquosa acuta e il morbillo, che si stanno diffondendo nel Paese. Durante la carestia in Somalia del 2011, che ha ucciso circa 260.000 persone le cause principali di morte fra i bambini sono state proprio diarrea e morbillo.

“Qest’anno l’UNICEF e i suoi partner hanno curato oltre 56.000 bambini gravemente malnutriti, circa il 90% in più rispetto allo stesso periodo nel 2016”, ha dichiarato Steven Lauwerier, Rappresentante dell’UNICEF in Somalia.

“Ma la combinazione di siccità, malattia e sfollamento è mortale per i bambini. Bisogna fare molto di più, e molto più velocemente, per salvare vite. Circa 615.000 persone, la grande maggioranza delle quali donne e bambini, sono sfollate da Novembre 2016 a causa della siccità” ha aggiunto.

Le piogge del periodo di Gu (Aprile – Giugno) stanno lentamente arrivando, portando un sollievo di cui si sente un estremo bisogno in alcune zone della Somalia.

Ma le piogge rappresentano anche un pericolo. Se dovessero arrivare rovesci di forte intensità infliggerebbero ulteriori sofferenze agli sfollati che vivono in rifugi fragili e di fortuna fatti di ramoscelli e stoffa o tela.

Se al contrario le piogge di Gu non dovessero arrivare, e se l’assistenza non dovesse raggiungere le famiglie, ulteriori persone saranno costrette ad abbandonare le loro terre verso i campi per sfollati. Le epidemie di malaria sono già incombenti, come lo è l’incremento dei casi di colera.

“I nuovi spostamenti della popolazione aggraveranno ulteriormente la situazione. Coloro che sono rimasti a casa hanno bisogno di assistenza immediata per non sentire la necessità di fuggire. E coloro che sono già scappati, e che si trovano attualmente nei campi, sono estremamente vulnerabili”, ha continuato Lauwrier.

La siccità ha anche costretto circa 40.000 bambini a non frequentare più la scuola, in quanto le famiglie più vulnerabili si affidano ai bambini per cercare acqua, o migrano in cerca di cibo e acqua. Esistono prove non confermate di ulteriori bambini che vivono in strada e di bambini sfollati reclutati in gruppi armati.

Le donne e i bambini che hanno intrapreso un lungo viaggio, generalmente a piedi, verso posti in cui sperano di trovare assistenza, vengono spesso derubati o diventano vittime di soprusi peggiori, sia sulla strada verso i campi che nei campi stessi. Mentre sono stati riportati casi di abusi sessuali, compreso lo stupro, la maggior parte delle donne non si espone a causa della stigmatizzazione associata alla violenza sessuale e della paura che i propri mariti ne vengano a conoscenza. I responsabili, inoltre, raramente vengono puniti.