Olio di palma, nei Paesi Ue entrerà solo quello sostenibile


Il Parlamento europeo approva una risoluzione che chiede di regolare le importazioni con il solo prodotto certificato

olio di palma 2017
Strasburgo vuole una stretta sulle importazioni di olio di palma

STRASBURGO – L’Unione europea dichiara guerra all’olio di palma. Ieri a Strasburgo gli eurodeputati hanno approvato una risoluzione con 640 voti favorevoli, 18 contrari e 28 astensioni per introdurre un sistema di certificazione unico per l’olio di palma che entra nel mercato Ue. Il documento prevede anche la progressiva eliminazione dell’utilizzo di oli vegetali entro il 2020.

L’obiettivo è di contrastare l’impatto non sostenibile della produzione di olio di palma che porta alla deforestazione e al degrado dell’habitat, in particolare nel Sud-Est asiatico.

La relatrice, l’eurodeputata della Repubblica Ceca Kateřina Konečná (GUE/NGL) in Aula ha spiegato che “vogliamo un dibattito aperto per avere una produzione di olio di palma sostenibile, senza abbattere foreste e con condizioni dignitose per quanto riguarda i diritti umani”.

“Questa è la prima relazione del Parlamento europeo su questo tema e spetta alla Commissione sostenerla e svilupparla. Non possiamo ignorare il problema della deforestazione, che minaccia l’accordo globale COP21 sui cambiamenti climatici e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, ha aggiunto.

Gli eurodeputati nel corso del dibattito hanno fatto notare che il 46% dell’olio di palma importato dall’Ue è utilizzato per produrre biocarburanti che richiedono l’uso di circa un milione di ettari di suolo tropicale. Inoltre, hanno chiesto alla Commissione di prendere misure per eliminare progressivamente l’uso di oli vegetali, incluso olio di palma, usati come componente dei biocarburanti che sono causa di deforestazione, possibilmente entro il 2020.

La risoluzione evidenzia l’esistenza di diversi schemi, su base volontaria, per promuovere la coltivazione sostenibile. Per questo Strasburgo chiede un sistema unico di certificazione per garantire che solo entri nel mercato Ue solo olio di palma sostenibile. Si chiede inoltre di introdurre criteri di sostenibilità anche per i prodotti che lo contengono e che entrano nel mercato Ue.

La Commissione dovrebbe migliorare la tracciabilità e dovrebbe considerare l’applicazione di differenti dazi che riflettano accuratamente i costi reali, almeno finché non verrà applicato lo schema unico di certificazione.

Per gli eurodeputati del M5s è la strada giusta

“La relazione finale sull’olio di palma e sulla deforestazione delle foreste pluviali ha molti elementi positivi” commenta Eleonora Evi, eurodeputata del Movimento 5 Stelle. “In particolare siamo molto soddisfatti che sia presente la mappatura del territorio nei Paesi produttori al fine di controllare l’espansione delle piantagioni, e la creazione di corridoi ecologici dedicati alla conservazione delle specie in pericolo di estinzione” aggiunge.

“È importante anche la richiesta di congelare le superfici coltivate a palma da olio, introducendo una moratoria sulle nuove concessioni, nell’ambito del dialogo che l’Unione e gli Stati membri intrattengono con i paesi produttori, a salvaguardia di ciò che rimane delle foreste pluviali” spiega ancora Evi.

“Questa relazione è importante perché segna l’avvio di un percorso ben preciso, da seguire per mettere fine a un modello massificato e non sostenibile di produzione e di consumo, antitetico all’utilizzo e alla promozione di ingredienti e prodotti biologici, di qualità e a chilometro zero”, conclude l’eurodeputata M5S.

Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile plaude alla risoluzione dell’Europarlamento

“Accogliamo favorevolmente la risoluzione del Parlamento Europeo in merito a un tema così complesso come quello della sostenibilità nella produzione dell’olio di palma, perché è stato riconosciuto – ancora una volta – il grande potenziale di questo ingrediente quando prodotto in modo sostenibile e responsabile” ha dichiarato Giuseppe Allocca, Presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile.

“Con questo atto si conferma che l’olio di palma sostenibile esiste e che l’unica soluzione è puntare solo su quello 100% certificato, così come ormai da anni fanno le aziende che aderiscono all’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile” ha aggiunto.

“Come Unione, già nel Dicembre 2015, abbiamo sottoscritto l’impegno a supportare la Dichiarazione di Amsterdam insieme alle altre alleanze nazionali ed europee e oggi ci auguriamo che anche il Governo Italiano si impegni attivamente firmando la Dichiarazione di Amsterdam che è già stata firmata dai Governi di Danimarca, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia e Norvegia e che impegna i Paesi a promuovere iniziative volte ad assicurare l’impiego di olio di palma 100% sostenibile entro il 2020. Si tratta di un atto che porterà benefici concreti all’ambiente e ai lavoratori dei Paesi che lo producono” conclude Allocca.

Coldiretti: in Italia importazioni raddoppiate in venti anni

L’orientamento dell’Unione europea sulla questione va incontro alle mutate condizioni sul mercato, con un numero crescente di consumatori che rinunciano a prodotti alimentari con olio di palma. In Italia sono almeno sei su dieci, afferma la Coldiretti sulla base dei dati Eurispes.

Un atteggiamento recente, che non ha comunque frenato le importazioni ad uso alimentare che nel nostro Paese sono più che raddoppiate negli ultimi 20 anni raggiungendo nel 2016 circa 500 milioni di chili.

“Uno sviluppo enorme nonostante che alle perplessità sugli effetti sulla salute si siano aggiunte le preoccupazioni sull’impatto ambientale” sottolinea la Coldiretti.