Dazi Usa: dalle acque minerali ai pomodori, a rischio 250 milioni di export


Coldiretti: le ricadute più pesanti della guerra commerciale sul settore agroalimentare italiano

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I dazi rischiano di favorire ulteriormente la diffusione dei prodotti taroccati

ROMA – La nuova politica potenzialmente più protezionista di Donald Trump e i dazi sui prodotti importati rischiano di costare caro all’Italia. Quello americano infatti è un mercato determinante anche per l’agroalimentare made in Italy. In generale, secondo Coldiretti, la linea Trump mette a rischio 3,8 miliardi di nostre esportazioni pari al 10% del totale nel mondo (38,4 miliardi).

Nella black list di 90 prodotti che rischiano di essere colpiti dai dazi statunitensi con un valore del 100% ci sono diverse eccellenze del made in Italy.

Dai tartufi freschi o refrigerati ai pomodori conservati in polpa o pelati come i San Marzano, dalle castagne alle barrette di cioccolata, oltre alle acque minerali come la San Pellegrino per un conto totale solo nell’agroalimentare di oltre 250 milioni di prodotti esportati.

Questo almeno secondo la lista non definitiva pubblicata dall’United States Trde Representative sul Registro federale relativo alla controversia generata dalla questione della mancata importazione di carne dagli Usa in Europa per la disputa sugli ormoni iniziata con il ricorso al Wto nel 1996.

“I prodotti del Made in Italy a tavola maggiormente danneggiati rischiano di essere le acque minerali che complessivamente hanno fatto segnare un valore dell’export in Usa di 147 milioni di euro seguite dalle polpe e dai pomodori pelati per 78,9 milioni di euro, i tartufi freschi o refrigerati per 9,7 milioni di euro, le castagne per 5 milioni e le barrette di cioccolata per appena un milione di euro” spiega la Coldiretti.

“Si tratta in realtà di prodotti che in parte erano già stati colpiti dai dazi supplementari Usa, dal 1999 al 2011, con pesanti ripercussioni sulle esportazioni nazionali anche perché sono state parallelamente favorite le produzioni locali ‘taroccate’ come il San Marzano coltivato in California in spregio alle generazioni di coltivatori campani che ne hanno fatto uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura made in Italy” aggiunge la Confederazione.

“In questo contesto – continua la Coldiretti – con il rischio di chiusura delle frontiere si pone un evidente problema di proliferazione sul mercato statunitense del fenomeno dell’Italian sounding che vale già 20 miliardi di euro”.