Sindrome post-COVID: benefici da esercizio fisico per 8 settimane


Un programma di riabilitazione basato sull’esercizio fisico di otto settimane aumenta significativamente il numero di cellule immunitarie chiave nei pazienti con sindrome post-COVID

variante iper-mutata

Un programma di riabilitazione basato sull’esercizio fisico di otto settimane aumenta significativamente il numero di cellule immunitarie chiave nei pazienti con sindrome post-COVID, suggerendo benefici sia per la capacità fisica che per la risposta immunitaria.

Questo il responso di uno studio presentato ad Amsterdam, in occasione del congresso annuale della European Respiratory Society.

Razionale e disegno dello studio
La sindrome post-COVID è spesso associata ad una compromissione del sistema immunitario, simile all’esaurimento immunitario osservato nelle infezioni croniche.

Per verificare se l’esercizio fisico potesse migliorare la funzione immunitaria, gli autori dello studio presentato al congresso hanno implementato una nuova sperimentazione clinica all’interno di un trial multicentrico, randomizzato e controllato in singolo cieco.

Lo studio ha incluso 32 individui precedentemente ospedalizzati per COVID-19, randomizzati ad un programma di riabilitazione basato sull’esercizio oppure al ricorso a terapie standard.

Il programma prevedeva sessioni, supervisionate due volte a settimana, di allenamento aerobico e di forza, supportate da un programma educativo guidato e da un programma di esercizi da svolgere a casa.

I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue venoso all’inizio e alla fine delle otto settimane di durata dello studio, misurando le popolazioni di cellule immunitarie tramite citometria a flusso standard.

Risultati principali
Nei pazienti che hanno seguito la riabilitazione basata sull’esercizio si è osservato un aumento significativo dei linfociti CD8 naïve (NdR: linfociti T CD8 “vergini”, che non hanno ancora incontrato un patogeno e sono pronti a rispondere a nuove infezioni), central memory (NdR: linfociti T CD8 della memoria centrale, che ricordano le infezioni precedenti e possono proliferare rapidamente se il patogeno ricompare) ed effector memory (NdR: linfociti T CD8 della memoria effettrice, pronti a reagire rapidamente alle infezioni già incontrate, agendo direttamente nelle sedi dell’infezione), mentre nel gruppo di controllo queste popolazioni sono diminuite.

Anche le cellule CD4+ central memory sono aumentate nel gruppo di intervento, passando da 292 a 359 cellule/μL, mentre nel gruppo sottoposto a terapie standard si è registrato un calo da 312 a 227 cellule/μL.

Parallelamente, il numero di cellule natural killer totali è cresciuto nel gruppo sottoposto ad esercizio fisico e diminuito in quello di controllo.

Questi dati indicano che l’esercizio migliora la capacità del sistema immunitario di riconoscere e combattere future infezioni. Non sono emerse differenze significative tra i gruppi per quanto riguarda biomarcatori infiammatori e cardiometabolici come PCR, IL-6, colesterolo e glucosio.

Implicazioni cliniche
Nel complesso, questi risultati suggeriscono che gli interventi di riabilitazione basati sull’esercizio fisico possono essere utili per migliorare la funzione immunitaria nei pazienti con long COVID, potenzialmente riducendo il rischio di future infezioni e migliorando la qualità della vita.
Gli autori dello studio hanno evidenziato durante la presentazione che, anche in sole otto settimane, l’esercizio può invertire l’esaurimento immunitario osservato nei pazienti post-COVID, offrendo un approccio semplice, accessibile e sicuro.

I ricercatori continueranno a seguire i partecipanti per valutare se questi benefici si traducano in una minore incidenza di reinfezioni da COVID e altre malattie, estendendo l’analisi anche a chi non è stato ospedalizzato.