Sclerosi multipla: lo studio multicentrico italiano PEDIGREE ha valutato le esposizioni ambientali e perinatali utilizzando il questionario PEQ-IT, integrato con i dati sull’inquinamento atmosferico del Programma europeo
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Lo studio multicentrico italiano PEDIGREE ha valutato le esposizioni ambientali e perinatali utilizzando il questionario PEQ-IT, integrato con i dati sull’inquinamento atmosferico del Programma europeo di monitoraggio e valutazione (EMEP).
La ricerca ha analizzato i dati di 113 bambini con sclerosi multipla pediatrica (pedMS) (77% femmine; età media 16,8 anni) e di 117 controlli (55% femmine; età media 13,8 anni).
Le analisi hanno mostrato un’associazione significativa tra una maggiore esposizione all’ozono e il rischio di pedMS nel primo, secondo e terzo anno prima dell’esordio della malattia. Per ogni unità di aumento dell’esposizione all’ozono, il rischio di pedMS cresceva di circa 10%, e questa associazione è rimasta statisticamente significativa anche dopo aver corretto i dati per età, sesso, esposizione al sole, fumo dei genitori e livello socioeconomico.
La sclerosi multipla è una malattia multifattoriale in cui sia i fattori genetici sia quelli ambientali contribuiscono all’esordio. Sebbene in passato l’inquinamento atmosferico sia già stato implicato come possibile fattore di rischio per la SM negli adulti, il suo ruolo nella SM pediatrica era rimasto poco chiaro.
«I bambini sono particolarmente vulnerabili all’esposizione all’ozono, che raggiunge i livelli più elevati durante i periodi caldi e le attività all’aperto», ha spiegato la prima autrice dottoressa Maura Pugliatti. «I nostri risultati suggeriscono che l’ozono rappresenti un fattore di rischio indipendente per la SM pediatrica, probabilmente attraverso meccanismi come lo stress ossidativo, il rilascio di citochine pro-infiammatorie e il danneggiamento delle barriere biologiche».
Gli autori hanno sottolineato che questo è il primo studio a riportare un’associazione costante tra esposizione all’ozono e rischio di SM in una popolazione pediatrica. Ulteriori ricerche sono in programma per ampliare la coorte di studio, validare i dati raccolti tramite questionari con misurazioni biologiche e approfondire il ruolo di altri inquinanti ambientali, comprese le esposizioni legate all’aria e all’acqua.
«In definitiva, questo lavoro mette in evidenza l’importanza di considerare la salute ambientale nella valutazione del rischio di SM», ha concluso la dottoressa Pugliatti. «Comprendendo meglio i fattori ambientali, possiamo orientare le strategie di salute pubblica per ridurre le esposizioni e proteggere i bambini a rischio».
Conclusioni
Lo studio PEDIGREE fornisce una prima evidenza scientifica solida sul legame tra inquinamento atmosferico da ozono e rischio di sclerosi multipla pediatrica. Se confermati da studi più ampi e con biomarcatori oggettivi, questi dati avranno importanti implicazioni per la prevenzione primaria.
Inserire l’ozono tra i fattori di rischio modificabili significa sottolineare la necessità di politiche ambientali più stringenti e di strategie educative rivolte a famiglie e comunità. Per i clinici, riconoscere l’impatto dell’ambiente apre alla possibilità di integrare nella valutazione del rischio di SM pediatrica non solo gli aspetti genetici e immunologici, ma anche quelli legati alla qualità dell’aria.
In prospettiva, affrontare i fattori ambientali come l’ozono potrà rappresentare un tassello fondamentale per ridurre l’incidenza della SM nei bambini e migliorare la salute pubblica a lungo termine.
Bibliografia:
Pugliatti M, Bergamaschi R, Pilotto A, Ghezzi A, et al. Exposure to ozone is associated with an increased risk of pediatric multiple sclerosis (pedMS): the PEDIGREE study. Abstract IMS25-LBA-176. Presented at ECTRIMS 2025, Barcelona, Spain.