Sclerosi multipla recidivante, sono positivi i dati a quattro anni di cladribina compresse


Sclerosi multipla recidivante, dati a quattro anni di cladribina compresse confermano efficacia prolungata e impatto neuroprotettivo

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Nuovi dati a lungo termine presentati a Barcellona al congresso ECTRIMS rafforzano il ruolo di cladribina compresse come terapia ad alta efficacia per la sclerosi multipla recidivante (RMS).

I risultati, provenienti da due studi di fase 4 con estensioni fino a quattro anni, mostrano che il trattamento a ciclo breve mantiene benefici durevoli sia sul fronte infiammatorio sia su quello neurodegenerativo, senza necessità di immunosoppressione continua.

Dalla riduzione delle ricadute alla protezione dalla progressione silente
La sclerosi multipla è caratterizzata non solo da ricadute cliniche evidenti, ma anche da processi “silenti” di progressione della disabilità indipendenti dalle ricadute stesse, definiti PIRA (Progression Independent of Relapse Activity). Questi meccanismi, spesso sottostimati, sono oggi riconosciuti come uno dei principali determinanti della prognosi a lungo termine.

Nei dati integrati degli studi CLARIFY-MS (482 pazienti) e MAGNIFY-MS (270 pazienti), con estensioni fino a due anni dopo la fine della somministrazione attiva, cladribina ha dimostrato un impatto significativo su entrambi i fronti: quasi 9 pazienti su 10 sono rimasti liberi da PIRA, l’83% non ha mostrato progressione confermata della disabilità (CDP), il 15,4% ha registrato addirittura un miglioramento della disabilità (CDI).

Il beneficio è risultato particolarmente evidente nei pazienti più giovani (≤40 anni) e in coloro che hanno iniziato il trattamento nelle fasi precoci della malattia, confermando l’importanza di un intervento tempestivo.

«Questa nuova analisi evidenzia come cladribina offra un controllo di lungo termine senza bisogno di terapia continua, agendo in modo duraturo su entrambi i meccanismi della SM: l’infiammazione recidivante e la progressione silente», ha spiegato Alex Kulla, Senior Vice President e Global Head of Neurology & Immunology Medical Unit di Merck.

Evidenze di protezione cerebrale
Un altro dato di rilievo riguarda l’impatto sul cervello. Nello studio di estensione MAGNIFY-MS (219 pazienti), le analisi volumetriche hanno mostrato che il tasso di atrofia cerebrale nei pazienti trattati con cladribina si è mantenuto entro i valori fisiologici, con una perdita media inferiore allo 0,4% annuo tra il secondo e il quarto anno.

Questa preservazione del volume cerebrale si è tradotta in vantaggi clinici concreti: i pazienti con minore atrofia presentavano un rischio significativamente ridotto di nuove ricadute e una progressione della disabilità più lenta rispetto a coloro che superavano la soglia critica di perdita di volume.

Poiché l’atrofia cerebrale è un predittore consolidato di peggioramento clinico e declino cognitivo nella SM, i dati rafforzano il concetto di neuroprotezione come obiettivo terapeutico a lungo termine.

Un farmaco “short-course” con benefici duraturi
Cladribina rappresenta un unicum tra le terapie ad alta efficacia per la SM: il suo schema prevede due cicli annuali di trattamento orale, con somministrazione concentrata in poche settimane, seguiti da anni di follow-up senza ulteriori dosi. Questo regime offre ai pazienti il vantaggio di ridurre il carico terapeutico e le frequenti esposizioni a farmaci immunosoppressivi, pur mantenendo un controllo a lungo termine della malattia.

Negli anni, la cladribina ha già dimostrato di ridurre le ricadute e le nuove lesioni alla risonanza magnetica. I nuovi dati consolidano ulteriormente il suo profilo, dimostrando che i benefici vanno oltre il controllo della fase infiammatoria acuta e si estendono ai processi cronici di progressione e neurodegenerazione.

Queste evidenze si inseriscono in un contesto in cui la strategia terapeutica per la sclerosi multipla sta cambiando: non si punta più solo a ridurre le ricadute, ma a rallentare la progressione silente e preservare la funzione cerebrale.

Per i clinici, cladribina si propone come una soluzione che combina alta efficacia, praticità e durabilità: un regime breve che può garantire benefici anche anni dopo la fine del trattamento. Per i pazienti, in particolare i più giovani e nelle fasi iniziali della malattia, ciò può tradursi in un miglior mantenimento della qualità della vita e delle capacità cognitive e motorie.

I dati a quattro anni presentati all’ECTRIMS 2025 Merck rafforzano l’idea che cladribina non sia solo un farmaco ad alta efficacia per il controllo delle ricadute, ma un trattamento capace di incidere sulla storia naturale della sclerosi multipla recidivante. Con benefici che vanno oltre l’infiammazione visibile, fino a toccare la neurodegenerazione e la progressione silente, cladribina si conferma come una delle opzioni terapeutiche più innovative per la SM del futuro.