Terremoto in Afghanistan, si aggrava il bilancio delle vittime: sono più di 1400


Terremoto in Afghanistan, oltre 1400 morti e più di 3mila feriti. Il governo talebano invoca aiuti alla comunità internazionale. L’appello di Save the Children: “Intervenire subito”

terremoto afghanistan

Il numero delle vittime del terremoto che ha scosso l’Afghanistan orientale è salito a 1.411 morti, 3.124 feriti e 5412 case distrutte. Il bilancio dettagliato, a distanza di 48 ore dal sisma di magnitudo 6, lo diffonde dai canali social il portavoce del governo talebano, Maulvi Zabihullah Mujahid.

La devastazione ha interessato in particolare i luoghi abitati della provincia di Kunar, territorio montuoso al confine con il Pakistan, i distretti di Nurgal, Chawkay, Chapa Dara, Pech Dara, Watapur e Asadabad sono stati i più colpiti con numerosi villaggi rasi al suolo. Le immagini pubblicate e diffuse dai media e dai social sono impressionanti. Mostrano uomini in mezzo alle macerie che scavano a mani nude o, nel migliore dei casi, con pale di fortuna, lottando contro il tempo per trovare i sopravvissuti.

“VITTIME? POSSONO ARRIVARE A CENTINAIA DI MIGLIAIA”

Intanto proseguono le disperate operazioni di soccorso avviate dalle autorità locali. In una conferenza stampa a Kabul, capitale del Paese, il coordinatore umanitaria delle Nazioni Unite in Afghanistan, Indrika Ratwatt, ha ammesso che il tasso delle vittime sarà “esponenziale” e che “il numero delle persone colpite potrebbe arrivare addirittura a centinaia di migliaia”. Il numero di morti e feriti dunque potrebbe aumentare ancora, man mano che gli aiuti raggiungono le aree rimaste ancora isolate. Le operazioni di soccorso inoltre risultano complesse: a causa della morfologia dell’area e delle frane che si sono verificate per il sisma, la maggior parte degli abitati distrutti è raggiungibile solo per via aerea.

LA TERRA TREMA ANCORA, SISMA DI 5,2 DI MAGNITUDO

E la terra continua a tremare nella regione orientale de Paese: oggi, dopo 2 giorni dalla scossa magnitudo 6, si è registrato un nuovo terremoto di magnitudo 5,2. L’epicentro, secondo quanto riferito dai sismologi, si trova questa volta a 34 chilometri a nord-est della città di Jalalabad, nella provincia di Nangarhar, a una profondità di 10 chilometri.

GLI APPELLI ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE E GLI AIUTI DALL’UE

Si susseguono gli appelli di sostegno urgente alla comunità internazionale da parte delle principali Ong e dello stesso governo del Paese. E anche le offerte di aiuto e donazioni. Tra queste, la Commissione Europea ha stanziato 1 milione di euro in finanziamenti umanitari d’emergenza e per i bisogni più urgenti della popolazione afghana colpita dal terremoto. Non solo: Bruxelles fornirà anche c130 tonnellate di forniture di soccorso provenienti dalle proprie scorte umanitarie, quindi tende e materiali per rifugi temporanei, abbigliamento, forniture mediche e materiali per la purificazione dell’acqua, da consegnare tramite due voli umanitari che dovrebbero arrivare a Kabul entro fine settimana.

SAVE THE CHILDREN: “OLTRE 6 MILA BAMBINI COLPITI DAL SISMA”

“Migliaia di bambini hanno urgente bisogno di cibo, acqua e riparo nell’Afghanistan orientale dopo il terremoto di magnitudo 6.0, che ha distrutto villaggi montuosi remoti. Le squadre di soccorso stanno lottando contro il tempo per salvare i feriti”, lo scrive in una nota Save the Children, l’Organizzazione internazionale, riportando anche le testimonianze dei propri staff medici impegnati sul campo.
“Le squadre mediche mobili di Save the Children sono impegnate in uno dei distretti più gravemente colpiti della provincia di Kunar, dove il bilancio, che purtroppo si prevede in crescita, si attesta su oltre 1.400 vittime e 3.000 feriti, secondo le autorità di fatto. I soccorritori hanno dovuto camminare per 20 km per raggiungere i villaggi isolati dalle frane, trasportando attrezzature mediche sulle spalle con l’aiuto dei membri della comunità. Il personale medico lavora senza sosta per curare i feriti e aiutare a trasportare le persone alle ambulanze che non riescono a raggiungere i villaggi isolati”, prosegue l’Ong.

“Le scosse di assestamento si susseguono continuamente, costringendo le famiglie a trasferirsi all’aperto, dove dormono senza riparo e lontano da case ed edifici che non sono costruiti per resistere a tali scosse”, fanno sapere i volontari. L’organizzazione riporta di dati dei primi rapporti delle Nazioni Unite, secondo cui circa 12.000 persone, di cui quasi la metà bambini, sono state direttamente colpite dal violento terremoto verificatosi domenica notte, da cui la provincia di Kunar risulta la più gravemente danneggiata.

LA TESTIMONIANZA DELL’EQUIPE DEL DOTTOR SHAHEER

L’équipe medica mobile del dott. Shaheer è stata la prima a raggiungere alcuni dei villaggi devastati di Kunar e sta lavorando porta a porta per curare i feriti.
“Le persone tentano disperatamente di salvare i propri cari da sotto le macerie, ma a causa dei blocchi stradali, non è possibile portare i feriti dal medico o alla nostra clinica mobile. Inoltre, non esiste un mezzo che consenta di trasportare in ospedale le persone con ferite gravi. Dalla mattina alle 17, non siamo riusciti a trovare acqua potabile o cibo nella zona. Le persone utilizzano l’acqua del fiume, che non è salutare. La situazione dei bambini è grave. Se non riceveranno assistenza nelle zone colpite dal terremoto, dovranno affrontare difficoltà nutrizionali, sanitarie e di altro tipo”, ha dichiarato Shaheer. Il violento terremoto ha interrotto le fonti di acqua potabile, aumentando il timore di malattie e limitando l’accesso al cibo.

L’APPELLO: “STANZIARE FONDI DI EMERGENZA E AIUTARE PRIMA I BAMBINI”

Save the Children sta lavorando per portare acqua potabile ai villaggi di Kunar, soprattutto nelle aree irraggiungibili con le autocisterne, oltre a fornire assistenza medica di emergenza e collaborare con i partner per valutare le esigenze urgenti.

L’Organizzazione sta inoltre allestendo un centro di assistenza all’infanzia per fornire un supporto essenziale alla salute mentale dei bambini.

“Questa è una corsa contro il tempo per salvare vite umane: per far uscire i feriti dai villaggi remoti isolati dalle imponenti frane e per fornire acqua potabile, cibo e riparo. Questi villaggi di montagna sono difficili da raggiungere in tempi normali, ora molti sono raggiungibili solo a piedi, e ogni ora è preziosa. Le famiglie hanno un disperato bisogno di aiuto: chiedono ai nostri team sul campo di aiutarle a seppellire i familiari deceduti, di curare i feriti, di fornire acqua pulita e cibo, soprattutto ai bambini. Quando le case sono crollate, non sono andati persi solo tetti e muri: anche cibo, acqua, vestiti, pentole. Tutto è andato distrutto in pochi secondi. La situazione per i più piccoli è critica. I nostri team stanno supportando i bambini, ma sono in migliaia ad avere urgente bisogno di aiuto. Chiediamo alla comunità internazionale di stanziare al più presto fondi di emergenza e di dare priorità ai bisogni dei minori nella risposta. Senza un’azione immediata e continua, i bambini affronteranno gravi minacce per la loro salute, sicurezza e benessere nei giorni e nelle settimane a venire”, ha dichiarato Samira Sayed Rahman, direttrice Programmi e Advocacy di Save the Children in Afghanistan.

Save the Children lavora in Afghanistan dal 1976, anche durante periodi di conflitto e disastri naturali. Ha programmi in 10 province e collabora in altre 11 province con organizzazioni partner. Fornisce servizi che riguardano la salute, la nutrizione, l’istruzione, la protezione dell’infanzia, l’alloggio, l’acqua, la situazione igienico-sanitaria e i mezzi di sussistenza.

(video credit: Nilofar Ayoubi/X; photo credit: Civil Society Empowerment Network – CEN_Afghanistan/X)

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)