Boss Miao e le avvocatesse: cosa sta emergendo di nuovo sul sito sessista ormai chiuso


Il ‘racket’ di Boss Miao e delle due avvocatesse: cosa sta emergendo sul sito sessista. Intanto sono un centinaio le denunce raccolte per una class action

boss miao

“Ciao, scrivo per smentire ufficialmente le accuse di estorsione che mi sono state rivolte nei giorni precedenti tramite articoli e inchieste da parte di vari giornali”: così inizia una lunga ‘nota’ che appare in apertura di phica.eu, il sito finito nel ciclone delle polemiche per la pubblicazione di foto non autorizzate e di contenuti sessisti di vittime anche dai nomi altisonanti (influencer, giornaliste, politiche, donne dello spettacolo), nonché al centro di un accertamento della Polizia Postale e di una maxi indagine con ramificazioni in tutta Italia.

BOSS MIAO E L’OFFERTA DEI PACCHETTI BASE, PREMIUM E UNLIMITED

A scrivere l’accorata ‘smentita’ è Boss Miao, nickname riconducibile alla persona che sarebbe responsabile di un vero e proprio racket a danno delle vittime di Phica.eu, come è emerso da alcune interviste riportate su alcune testate, in particolare su Fanpage. In pratica, le donne che si sono ritrovate le proprie foto intime pubblicate e commentate in modo bestiale dagli utenti della piattaforma, e che si sono poi attivate per richiedere ai gestori del sito la rimozione dei contenuti non autorizzati, avrebbero ricevuto per tutta risposta richieste di soldi. La persona che prendeva contatto con le vittime, per compiere quella che si prefigura come una vera e propria estorsione, si sarebbe nascosta dietro al nickname ‘Boss Miao’, profilo presente su Telegram.

Fanpage.it ha riportato alcuni dei messaggi inviati da Boss Miao alle vittime che contengono i ‘preventivi’ per ottenere il diritto all’oblio di contenuti ‘rubati’ e manipolati, pubblicati su phica.eu e su altri siti, chat e piattaforme dai contenuti decisamente pornografici. Alla vittime si proponevano, in sostanza, dei pacchetti con più o meno servizi offerti – base, premium e unlimited- dal prezzo variabile: 250, 500 e 1000 euro mensili.

GIULIA E GIADA, LE “AVVOCATESSE” AL SETACCIO DEL PORNO-WEB

Il pagamento avveniva tramite bitcoin, paypal (con metodo ‘amici e familiari) o bonifico istantaneo. I trasferimenti erano diretti da Paypal a “Giulia” e con bonifico a “Giada”. Questi due nomi femminili, secondo quanto ricostruito da Fanpage, alle vittime sarebbero state presentate come “avvocate”, ma non risultano iscritte all’Ordine. Dopo avere ricevuto il pagamento, secondo quanto propinato da Boss Miao, Giulia e Giada avrebbero poi setacciato il sito phica,eu, le sue chat, e anche siti terzi indicati dalle vittime-clienti, per cercare e rimuovere i contenuti non graditi. Ma non vi era mai un contatto diretto con le ‘avvocatesse’, Boss Miao faceva da scudo e intermediario.

LO SCAMBIO DI MESSAGGI CON UNA COPPIA: LA SMENTITA DI BOSS MIAO

A contestare questa versione dei fatti riportata da alcune testate però è oggi lo stesso Boss Miao. Se fino a ieri la schermata di apertura del sito incriminato riportava semplicemente indicazioni sulla sua chiusura, ad oggi- martedì 2 settembre- contiene un ‘documento’ in cui il ‘presunto’ responsabile del ‘presunto’ racket rigetta ogni accusa. E lo fa riportando numerosi messaggi scambiati con un uomo e una donna che in un primo tempo si erano rivolti a lui proprio per la rimozioni di alcuni contenuti dal sito.

“La nostra storia- comincia il lunghissimo racconto di Boss Miao- inizia con un uomo di nome L.F. che richiede la rimozione di un messaggio di E.M. di Onlyfans, alla nostra mail dmca@phica.net il 4 dicembre del 2023”. Da qui, inizia la pubblicazione di centinaia di messaggi scambiati con questi due soggetti. L’intento è di mostrare in che modo, nel corso del dialogo, sia nata una sorta di ‘collaborazione’ tra Boss Miao e le due persone indicate solo con le iniziali: queste ultime, secondo la ricostruzione proposta, si sarebbero infatti volontariamente interessate al servizio di rimozione di contenuti non autorizzati, e non solo sul sito phica.eu, ma in numerose altre piattaforme dai contenuti hard. Insomma: il tutto è pubblicato per dimostrare che non vi sarebbe nessuna estorsione, ma un’offerta di servizi richiesti dalle stesse vittime o clienti(?).

Ora sarà compito degli inquirenti risalire ai tre profili finiti al centro della vicenda- Boss Miao e le avvocatesse Giada e Giulia- più eventualmente i signori spuntati ora e indicati con le sole iniziali, valutare eventuali capi di accusa e se, indefinitiva, il ‘sistema bordeline phica’ fosse più fuori che dentro la legalità. A quanto risulta si terrò proprio oggi in Procura a Roma un vertice per esaminare il materiale raccolto finora dalla Polizia postale, denunce delle vittime incluse.

LA CLASS ACTION

Sono state già raccolte “qualche centinaio” di segnalazioni di donne, soprattutto “attraverso associazioni”, relative al forum sessista Phica: si sta muovendo l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace, con un pool di 12 legali, a tutela dell’immagine delle donne finite su phica.eu. La nota matrimonialista intende infatti lanciare una class action per dare forza alla voce delle vittime. “Se riuniremo mille denunce- è il suo auspicio- forse i giudici si preoccuperanno di questo fenomeno”. .

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)