Aprire un eCommerce è come avviare un negozio fisico. I clienti “entrano”, anche se non fisicamente, nello shop, frugano tra i prodotti, guardano le recensioni e scelgono cosa acquistare
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Aprire un eCommerce è come avviare un negozio fisico. I clienti “entrano”, anche se non fisicamente, nello shop, frugano tra i prodotti, guardano le recensioni e scelgono cosa acquistare. Ma se non sono convinti o se trovano condizioni interessanti altrove, abbandonano e vanno dalla concorrenza, senza troppi scrupoli.
Certo, le dinamiche, l’operatività e le attività legate allo shop virtuale sono diverse rispetto ai negozi fisici ma l’obiettivo, le modalità di vendita e le logiche restano le stesse. Questo significa che l’avvio di uno shop virtuale, e quindi anche il suo successo, non dipendono solo da “quanto è bello il negozio” ma anche dalle strategie di business, marketing e posizionamento che ci sono a monte.
Ecco perché, quando ci si trova a contattare una buona agenzia che offre servizi per la realizzazione di un sito eCommerce, non si dovrebbe concentrare solo su quanto sarà bello il risultato finale, ma anche sulle strategie per vendere.
L’argomento è molto vasto ma, per semplificare, abbiamo identificato tre elementi che non dovrebbero mai mancare per avere un eCommerce che funzioni davvero.
Il rispetto delle leggi: consumatori, privacy e accessibilità
Un eCommerce che ignora gli obblighi legali, anche involontariamente, è un rischio aperto su due fronti: quello normativo e quello reputazionale.
In Italia, il riferimento principale è il Codice del Consumo (D. Lgs. 206/2005), che disciplina in modo netto le vendite a distanza. Ogni sito che propone prodotti o servizi online a clienti privati è tenuto a pubblicare, in modo chiaro e accessibile, l’identità del venditore, le condizioni di vendita, i costi aggiuntivi, i tempi di spedizione, e soprattutto a garantire il diritto di recesso entro 14 giorni senza obbligo di motivazione. Queste informazioni devono essere consultabili prima della conferma dell’ordine.
A questo si aggiunge la normativa sulla protezione dei dati personali. Il Regolamento europeo 2016/679 (GDPR) impone che ogni dato raccolto, dai moduli di contatto ai cookie, sia trattato solo previo consenso esplicito, libero e documentabile. Questo significa che l’utente deve poter scegliere quali dati fornire, con chi condividerli, e per quanto tempo.
Il sito deve essere dotato di una privacy policy completa, aggiornata e conforme ai criteri di trasparenza previsti dall’articolo 13 del regolamento, e di un sistema per la gestione granulare del consenso, che escluda qualsiasi pre-selezione (i famosi checkbox già spuntati, per intenderci).
Infine, con l’entrata in vigore piena del Regolamento UE 2019/882 (European Accessibility Act), anche molti operatori privati saranno obbligati ad adeguarsi. Il sito dovrà essere fruibile anche da utenti con disabilità visive, motorie o cognitive, secondo i criteri definiti nelle linee guida WCAG 2.1.
Codice ottimizzato per Google, utenti e intelligenze artificiali
Scrivere un “codice ottimizzato” significa costruire il sito su una base tecnica solida e leggibile, sia per i motori di ricerca, sia per gli utenti finali, sia per i nuovi strumenti di lettura semantica basati su intelligenza artificiale.
Dal punto di vista di Google, un sito eCommerce dev’essere progettato seguendo una struttura semantica corretta. I contenuti devono essere incapsulati in tag che ne definiscono chiaramente funzione e significato: <header>, <main>, <article>, <section>, <footer>, <nav>. Le intestazioni devono seguire una gerarchia chiara (<h1> unico, poi <h2>, e così via) che rifletta la struttura logica della pagina.
A completare l’opera c’è l’uso di dati strutturati, tramite schema.org in formato JSON-LD, i quali permettono a Google e agli altri motori di leggere informazioni fondamentali come disponibilità dei prodotti, prezzi, recensioni, tempi di consegna ecc.
Sono quelli che abilitano i rich snippet, ma soprattutto rendono il sito “leggibile” dalle nuove interfacce AI-driven (come i modelli di ricerca conversazionale), che usano queste strutture per selezionare le fonti da mostrare all’utente.
Esperienza d’acquisto consapevole e mirata
L’errore più comune, quando si parla di eCommerce, è confondere l’esperienza d’acquisto con il design grafico. Essa comincia molto prima del checkout, e non finisce con il pagamento.
Il processo di checkout è un altro punto critico. Deve essere ridotto all’essenziale, dev’esser stabile e, soprattutto, sicuro. Le integrazioni con Stripe, PayPal, Satispay, Klarna o altri sistemi riconosciuti devono essere fluide, veloci, e senza errori di caricamento: ogni clic di troppo in fase di pagamento corrisponde, statisticamente, a una perdita concreta di clienti.
Bisogna anche mettere gli utenti in condizione di poter contattare lo shop, magari su un canale diretto che consenta di chiarire ogni incertezza nel momento in cui si presenta, non dopo.
In sostanza, un eCommerce che non si limita a “funzionare”, ma che accompagna l’utente dalla scoperta del prodotto fino al riacquisto, è un eCommerce che vende.