Acqua e cucina: come scegliere quella giusta per cucinare sano


Dalle preparazioni più semplici a quelle più complesse, fino ad arrivare alle pappe dei neonati: ecco perché è importante partire dall’acqua giusta

acqua in cucina

Chi cucina lo sa: la qualità dell’acqua fa la differenza. Che si tratti di lavare frutta e verdura, preparare pappe, impastare pane o semplicemente riempire la moka, l’acqua è il primo ingrediente che entra nelle nostre case. Ma sappiamo davvero che tipo di acqua stiamo usando? Esistono degli accorgimenti utili per agire in modo sicuro? L’acqua depurata può fare la differenza?

«L’acqua non è tutta uguale. L’odore, il sapore e persino l’aspetto possono rivelare la presenza di impurità. E spesso ci accorgiamo della qualità solo dopo che l’acqua ha già influenzato i nostri piatti – spiega Lorenzo Malaraesperto di purificazione e benessere dell’acqua e ceo di Virtus Italia – L’acqua dovrebbe essere inodore, insapore e trasparente. Se ha un odore marcato di cloro, un gusto metallico o saponoso, o se appare torbida dopo un periodo di inutilizzo dei rubinetti, potrebbe contenere impurità».

«L’acqua del rubinetto in Italia è soggetta a controlli severi e, nella maggior parte dei casi, è sicura. Tuttavia, la sua qualità finale può essere influenzata dallo stato delle tubature domestiche. I principali rischi, se presenti, includono residui di metalli pesanti (come piombo o rame), nitrati, cloro in eccesso o contaminazioni microbiologiche. Questi rischi sono generalmente minimi per la popolazione adulta sana, ma possono diventare significativi per soggetti più vulnerabili» aggiunge la dott.ssa Ilenia Grieco, biologa nutrizionista e founder del metodo Private Nutrition®.

Esistono infatti gruppi di popolazione che richiedono maggiore attenzione come neonati e bambini piccoli: sono più sensibili a nitrati, metalli pesanti e contaminazioni batteriche. Donne in gravidanza: alcune sostanze presenti nell’acqua, come i nitrati, possono avere effetti negativi sul feto. Anziani e persone immunocompromesse: sono più suscettibili alle infezioni causate da eventuali batteri presenti nell’acqua.

«Semplici test fai-da-te possono dare un’indicazione come i cubetti di ghiaccio (se diventano opachi o completamente bianchi, l’acqua potrebbe contenere molti sali e impurità) o bollire l’acqua in una pentola per 30 minuti può far emergere residui. Queste semplici prove possono farci capire che l’acqua potabile non è sinonimo di acqua pura – spiega Lorenzo Malara – Le misurazioni ufficiali vengono effettuate alla fonte, ma l’acqua attraversa chilometri di tubazioni prima di arrivare in cucina, con tutti i rischi di contaminazione del caso».

IN ESTATE FRUTTA, VERDURE E BEVANDE FREDDE RICHIEDONO UN’ATTENZIONE MAGGIORE

Secondo la nutrizionista Ilenia Grieco ci sono cibi e preparazioni che richiedono particolare attenzione alla qualità dell’acqua e, ora che arriva l’estate, è importante soprattutto stare attenti a:

–        Verdure crude, frutta e insalate: vengono consumate senza cottura, quindi il lavaggio deve avvenire con acqua sicura per evitare contaminazioni da batteri.

–        Bevande fredde o infusi senza bollitura: vanno preparati con acqua microbiologicamente pura.

Inoltre, le preparazioni lievitate come pane, pizza e dolci non vanno d’accordo con un’acqua troppo dura o ricca di cloro in quanto può interferire con la lievitazione.

«Quando laviamo frutta e verdura, soprattutto se destinate a un consumo crudo o ai bambini, l’acqua che utilizziamo diventa parte integrante del cibo. Se contiene cloro in eccesso, metalli pesanti o residui microbiologici, questi possono depositarsi sulla superficie degli alimenti o penetrare nei tessuti più porosi. L’utilizzo di acqua filtrata, invece, riduce sensibilmente la presenza di queste sostanze, garantendo un lavaggio più sicuro e rispettoso delle proprietà organolettiche degli alimenti. È una scelta di prevenzione quotidiana, semplice ma fondamentale, soprattutto in una cucina attenta alla salute dei soggetti più vulnerabili» aggiunge Lorenzo Malara.

E PER I PIÙ PICCOLI? L’ACQUA FILTRATA PUÓ ESSERE UNA BUONA SOLUZIONE

Secondo la nutrizionista Grieco può essere utile utilizzare acqua filtrata anche per lavare frutta e verdura destinata ai più piccoli. Per esempio, durante lo svezzamento, anche l’acqua usata per cucinare (brodi, puree, minestre) deve essere sicura e di buona qualità, poiché i contaminanti chimici (come nitrati o metalli) non vengono eliminati con la cottura, e anzi possono concentrarsi nei liquidi di cottura.

«Il cloro è necessario per disinfettare l’acqua potabile, ma una volta arrivata in casa può risultare eccessivo, alterare il sapore dei cibi e irritare pelle e mucose. I nitrati, invece, sono tra le sostanze più critiche, soprattutto per i bambini e le donne in gravidanza. L’acqua filtrata consente di ridurre in modo significativo questi composti, rendendo l’acqua più leggera, sicura e adatta anche alle preparazioni più delicate come pappe, brodi e bevande fredde» continua Lorenzo Malara.

La cucina comincia sempre con un gesto semplice: aprire il rubinetto. Ma da lì, ogni genitore, ogni appassionato di buona cucina e chiunque abbia a cura il proprio benessere, può scegliere se cucinare con attenzione o con superficialità. Partire da un’acqua buona significa mettere a tavola salute, gusto e consapevolezza.