Chi si muove poco potrebbe avere un rischio maggiore di sviluppare l’asma in età adulta. Lo suggerisce uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology
Chi si muove poco potrebbe avere un rischio maggiore di sviluppare l’asma in età adulta. Lo suggerisce uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, secondo cui le persone con un numero ridotto di passi al giorno presentano più frequentemente nuovi casi di asma. Fare attività fisica regolare, come una camminata quotidiana, potrebbe, quindi, aiutare a prevenire la comparsa della malattia, secondo gli autori.
Razionale e obiettivi dello studio
Studi recenti indicano che l’attività fisica migliora gli outcome clinici e la qualità della vita (QoL) in diverse patologie. Utilizzando la coorte del programma di ricerca All of Us, attualmente la coorte longitudinale sull’attività fisica più ampia ad oggi disponibile, è stato rilevato che una conta giornaliera di passi superiore a 8.000 rappresenta un indicatore significativo di riduzione del rischio di insorgenza di diabete mellito, ipertensione, malattia da reflusso gastroesofageo, disturbo depressivo maggiore (MDD), obesità e apnea ostruttiva del sonno (OSA). Questo fornisce un obiettivo giornaliero di passi basato su dati empirici per ridurre l’incidenza di malattie.
Altri studi hanno confermato i benefici dell’attività fisica (misurata tramite il numero giornaliero di passi), riportando che un aumento dei passi giornalieri comporta una riduzione della mortalità per tutte le cause e della mortalità cardiovascolare.
Si sa poco riguardo l’effetto dell’attività fisica sull’incidenza dell’asma. I pochi studi che ne hanno riportato gli effetti si sono basati su dati auto-riferiti relativi all’attività fisica su intervalli di tempo brevi e diagnosi di asma auto-riportate tramite sondaggi, aumentando così il rischio di bias e di risultati distorti. Tuttavia, l’attività fisica strutturata sotto forma di esercizio ha dimostrato, a tutti i livelli di controllo dell’asma, di ridurre i sintomi. Le metriche della funzione polmonare (FEV1 e FVC), i punteggi del Questionario di Controllo dell’Asma (ACQ) e la qualità della vita sono risultati significativamente migliorati con l’attività fisica strutturata.
Su questi presupposti è stato implementato il nuovo studio, che ha esaminato la relazione tra il numero di passi giornaliero registrato nel tempo (come indicatore dell’attività fisica) e la prevalenza e incidenza dell’asma in età adulta nel programma di ricerca All of Us. Il programma All of Us è un ampio database accessibile al pubblico, contenente i dati relativi a 400.000 partecipanti statunitensi.
Disegno dello studio
Nello specifico, lo studio ha incluso 8.360 persone che hanno partecipato al programma di ricerca All of Us (AoU) del National Institutes of Health (NIH) da metà dicembre 2009 a giugno 2022.
Tutti i partecipanti allo studio avevano almeno 18 anni di età e possedevano un tracker di attività personale collegato alla loro cartella clinica elettronica (EHR).
I partecipanti la cui diagnosi di asma si è verificata dopo almeno 6 mesi di monitoraggio dell’attività fisica sono stati assegnati alla coorte di asma incidente; i partecipanti la cui diagnosi di asma si era verificata prima dell’impiego del monitor di attività o entro 6 mesi dall’inizio del monitoraggio sono stati assegnati alla coorte dell’asma prevalente. La conta dei passi giornalieri nel tempo è stato utilizzato come proxy della PA.
Sono stati esclusi i giorni in cui i partecipanti hanno indossato l’activity tracker per meno di 10 ore, hanno fatto meno di 100 passi o più di 45.000 passi. Sono state rilevate differenze significative tra la popolazione generale dell’AoU, che mirava a riflettere la diversità della popolazione statunitense, e i membri della coorte AoU inclusi nello studio, che erano in prevalenza di etnia Caucasica, non Ispanici, non fumatori, con istruzione di livello universitario e appartenenza al sesso femminile.
La durata mediana dei dati del monitor di attività è stata di 6,1 anni nella coorte dell’asma incidente, di 3,5 anni nella coorte dell’asma prevalente e di 4,6 anni nella coorte senza asma.
Risultati principali
Sul totale degli individui analizzati è stato osservato che i passi medi giornalieri erano più elevati tra i 7.700 partecipanti senza asma che tra i partecipanti con asma prevalente (n=450) o asma incidente (n=210); rispettivamente, i passi mediani per queste coorti sono risultati pari a:
– 7.795 (IQR 5879-9921) nei partecipanti allo studio senza asma
– 6.968 (IQR 5036-9014) nei partecipanti con asma prevalente
– 6.953 (IQR 5215-8261) (P <0,001) nei pazienti con asma incidente
Tra i pazienti con asma incidente, i passi medi giornalieri sono diminuiti dopo la diagnosi di asma (prima, 7154 [IQR, 5335-8916]; dopo, 6296 [IQR, 4.605-8.030]; P <0,001 per entrambi) e la diminuzione dei passi di questa coorte è risultata significativa nel tempo per l’interazione con l’asma incidente (P =0,018).
I pazienti con asma incidente o prevalente rispetto a quelli senza asma erano più frequentemente di sesso femminile, che avevano – o avevano sviluppato – BPCO, apnea del sonno o disturbo depressivo maggiore (MDD) e si caratterizzavano per un BMI più elevato.
Dopo l’aggiustamento dei dati per sesso, età, razza, BPCO, apnea notturna, MDD e BMI, è stata rilevata l’esistenza di una relazione inversa tra i passi medi al giorno e l’incidenza dell’asma ( hazard ratio aggiustato: 0,93; IC95%: 0,88-0,98 per 1000 passi medi giornalieri in più).
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici dello studio, quali l’impiego di una popolazione con uno stato di salute migliore rispetto a quello della popolazione generale e un bias di selezione derivante dal requisito che i partecipanti possedessero un monitor di attività collegato alla loro cartella elettronica. Inoltre, la conta dei passi non è in grado di catturare l’attività fisica che non è il camminare (nuoto, ciclismo) e il disegno retrospettivo preclude l’attribuzione di causalità.
Ciò detto, nel complesso lo studio ha dimostrato che ina maggiore attività fisica (PA), misurata tramite conta giornaliera dei passi con dispositivi di monitoraggio dell’attività fisica disponibili in commercio, è associata ad un rischio ridotto di insorgenza dell’asma negli adulti.
Dopo la diagnosi di asma, il numero di passi giornalieri non si stabilizza né ritorna ai livelli della popolazione senza asma. Questa osservazione supporta l’idea che gli attuali obiettivi di gestione dell’asma non affrontano adeguatamente le limitazioni dell’attività fisica e il conseguente rischio di numerose malattie croniche e mortalità.
Questi risultati forniscono obiettivi basati sull’evidenza per futuri studi sui traguardi di attività fisica nella prevenzione dell’asma e per studi prospettici sui trattamenti per l’asma.
Bibliografia
Halevi JC et al. Association of daily steps over time with adult asthma incidence. J Allergy Clin Immunol. Published online March 10, 2025. doi:10.1016/j.jaci.2025.02.033
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