Malattia di Crohn: tre analisi multicentriche confermano e rafforzano l’efficacia e la sicurezza di risankizumab nella real life
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Risankizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato IgG1 che si lega alla subunità p19 dell’IL-23, inibendo selettivamente l’interleuchina-23. È approvato per il trattamento della malattia di Crohn (CD) da moderata a severa; considerando la disponibilità limitata di dati real-world sulla sua efficacia, durante la 20^ edizione del congresso della ECCO che si è da poco concluso a Berlino, sono state presentate tre analisi multicentriche che confermano e rafforzano l’efficacia e la sicurezza di risankizumab nella real life e precisamente in una coorte italiana, una inglese e una canadese.
Risultati real-world italiana: RESOLVE IgIBD study
Questo studio ha l’obiettivo (è tuttora in corso) di valutare l’efficacia e la sicurezza a breve termine dell’induzione con risankizumab in una vasta coorte italiana di pazienti con CD.
A partire da settembre 2023, in seguito alla rimborsabilità concessa da AIFA, tutti i pazienti consecutivi con CD trattati con risankizumab in 14 centri italiani sono stati arruolati retrospettivamente. Nell’analisi finale sono stati inclusi solo i pazienti che avevano completato la fase di induzione, con un follow-up minimo di 12 settimane. Sono state raccolte le caratteristiche cliniche, i punteggi di attività di malattia, l’uso di steroidi e gli eventi avversi.
L’endpoint primario era la remissione clinica senza steroidi (SFCR), definita come un punteggio Harvey-Bradshaw Index (HBI)<5 a 12 settimane. Gli endpoint secondari includevano la risposta clinica (riduzione dell’HBI ≥3 punti e/o HBI <5), la remissione biochimica (CRP ≤5 mg/L), la remissione delle manifestazioni extra-intestinali (EIMs), la comparsa di complicanze della malattia e la sicurezza del trattamento.
Ad oggi, sono stati arruolati 147 pazienti, di cui 67 hanno completato il follow-up a 12 settimane. Tra questi, 34 pazienti (50,7%) avevano ricevuto ≥3 trattamenti biologici e 38 (56,7%) avevano subito resezioni intestinali precedenti. Cinquantaquattro pazienti avevano eseguito una colonscopia nei sei mesi precedenti l’inizio di risankizumab, mostrando un punteggio SES-CD medio di 10,9±6,0 e un punteggio di Rutgeerts medio di 3,1±1,4.
I tassi di remissione clinica senza steroidi (SFCR) e di risposta clinica a 12 settimane sono stati rispettivamente del 58,2% (39/67) e del 76,1% (51/67). Nei pazienti precedentemente esposti a ustekinumab, questi tassi risultano del 53,7% (22/41) e del 65,9% (27/41). I livelli di calprotectina fecale si sono ridotti da 963,6±1346,0 a 311,8±403,0 µg/g a 12 settimane. Inoltre, 38 pazienti (56,7%) hanno raggiunto la normalizzazione della CRP.
La remissione clinica delle EIMs reumatologiche e dermatologiche è stata osservata rispettivamente nel 16,7% (3/18) e nel 75,0% (6/8) dei pazienti. Due pazienti hanno sviluppato complicanze della malattia: uno ha avuto un peggioramento clinico e uno ha sviluppato una nuova fistola, interrompendo il trattamento prima delle 12 settimane. Due pazienti (3,0%) hanno riportato eventi avversi minori dopo la somministrazione di risankizumab e nessun paziente è stato sottoposto a intervento chirurgico durante il follow-up di 12 settimane.
Come precisano gli autori, in una vasta coorte di pazienti con CD refrattaria e multipli fallimenti terapeutici, inclusi frequenti insuccessi con ustekinumab, quasi il 60% ha raggiunto la remissione clinica senza steroidi dopo l’induzione con risankizumab. Il farmaco ha mostrato una buona efficacia nella gestione delle EIMs dermatologiche, mentre è risultato meno efficace su quelle reumatologiche. Il profilo di sicurezza di risankizumab è stato coerente con i dati già presenti in letteratura.
Risultati real-world nel Regno Unito
Risankizumab ha ricevuto l’approvazione per il trattamento della malattia di Crohn dal comitato NICE nel maggio 2023. L’obiettivo di questa analisi è stato quello di valutare gli esiti real-world dell’uso di risankizumab nel Regno Unito.
Per tale motivo gli autori hanno condotto uno studio retrospettivo multicentrico di coorte in venti strutture sanitarie del Regno Unito, includendo pazienti con CD trattati con risankizumab tra il 1° gennaio 2021 e il 1° novembre 2024.
L’endpoint primario era la persistenza del trattamento a 6 mesi; gli endpoint secondari includevano la persistenza del trattamento, la remissione clinica senza steroidi (indice di Harvey-Bradshaw <5), la remissione dei biomarcatori (CRP ≤5 mg/L e calprotectina fecale <250 µg/g) a 3, 6 e 12 mesi, e l’analisi dell’efficacia in pazienti naïve o precedentemente esposti a ustekinumab. I pazienti che hanno interrotto la terapia per qualsiasi motivo sono stati considerati in fallimento terapeutico a partire dal momento della sospensione. Sono stati inoltre registrati gli eventi avversi, inclusi ospedalizzazioni, resezioni intestinali, infezioni e decessi.
Sono stati identificati 558 pazienti trattati con risankizumab, di cui 526 con dati disponibili a 3 mesi e un follow-up mediano di 28 settimane (IQR 19-41 settimane). Il numero mediano di esposizioni a terapie avanzate era di 3 (2-4), con il 90% (475/526) dei pazienti che aveva fallito una terapia anti-TNF e il 73% (382/526) che aveva fallito ustekinumab.
La persistenza del trattamento è stata del 97,5% a 3 mesi, del 94,8% a 6 mesi e dell’89,5% a 12 mesi. I tassi di persistenza nei pazienti naïve a ustekinumab rispetto a quelli precedentemente esposti erano rispettivamente del 93,8% vs 95,3% a 6 mesi e del 93,8% vs 89,3% a 12 mesi (p=0,7).
I tassi di remissione clinica erano del 59% (211/358) a 3 mesi, del 50% (77/154) a 6 mesi e del 44% (14/32) a 12 mesi. Nei pazienti naïve a ustekinumab rispetto agli esposti, i tassi di remissione clinica erano rispettivamente del 67% (70/104) vs 55% (141/253) a 3 mesi e del 60% (21/35) vs 47% (56/119) a 6 mesi.
I tassi di remissione della CRP erano del 57% (266/465) a 3 mesi, del 52% (108/208) a 6 mesi e del 53% (28/53) a 12 mesi. I tassi di remissione della calprotectina fecale erano del 58% (140/243) a 3 mesi, del 48% (55/114) a 6 mesi e del 44% (17/38) a 12 mesi.
Gli autori hanno sottolineato di aver osservato una riduzione significativa nei valori mediani di HBI, CRP e calprotectina fecale durante il follow-up.
Sono state inoltre registrate il 12% (62) di ospedalizzazioni, di cui 58 dovute a sintomi di CD e 4 a eventi avversi correlati. Il 3% (17/526) dei pazienti ha subito un intervento di resezione intestinale correlato alla CD. Gli eventi avversi sono stati riportati nel 16% (85/526) della coorte, mentre eventi avversi gravi si sono verificati nel 5% (28/526), di cui 25 hanno portato all’ospedalizzazione.
Dunque, in questa vasta coorte risankizumab si è dimostrato efficace in pazienti con CD refrattaria ai trattamenti medici, con un’eccellente persistenza a breve termine e buoni tassi di remissione clinica e biochimica. I tassi di persistenza erano simili tra i pazienti naïve e quelli precedentemente esposti a ustekinumab, ma i tassi di remissione clinica erano più elevati nel gruppo naïve.
Risultati real world canadesi
In Canada è stata condotta una revisione retrospettiva delle cartelle cliniche in cinque centri specializzati in malattie infiammatorie intestinali tra gennaio e novembre 2023, con l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia di risankizumab nel CD moderato-severo.
Sono stati inclusi pazienti adulti con diagnosi confermata di CD in trattamento con risankizumab per malattia attiva clinica o endoscopica. Sono stati esclusi i pazienti con colite indeterminata e quelli trattati a scopo profilattico per la recidiva post-operatoria.
I dati clinici, biochimici ed endoscopici sono stati raccolti a 3, 6 e 12 mesi. Sono stati valutati i tassi di remissione clinica (indice di Harvey-Bradshaw [HBI] <5) e di risposta clinica (riduzione dell’HBI >50%), la remissione biochimica (CRP <5 mg/L e/o calprotectina fecale [FCAL] <250 µg/g), nonché la remissione endoscopica (SES-CD <4) e la risposta endoscopica (riduzione del SES-CD >50%) in ogni punto temporale. Se i punteggi HBI o SES-CD non erano disponibili, sono state utilizzate le valutazioni dei medici curanti. Gli autori hanno anche raccolto dati sull’uso di steroidi, interruzione del farmaco ed eventi avversi correlati al trattamento.
Sono stati inclusi 335 pazienti con età mediana di 39 anni e 172 pazienti (51,3%) erano donne. La maggior parte dei pazienti (304, 90,7%) aveva già ricevuto trattamenti biologici, e 112 (33,4%) erano stati esposti a tre o più biologici.
Complessivamente, 131/235 pazienti (55,7%) hanno mostrato una risposta clinica a 3 mesi, mentre 121/233 (51,9%) erano in remissione clinica. A 12 mesi, i tassi di risposta e remissione clinica sono rimasti simili (73/129, 56,6% e 74/132, 56,1%, rispettivamente). La remissione endoscopica è stata osservata in 6/17 (35,3%) pazienti a 3 mesi, 13/41 (31,7%) a 6 mesi e 29/72 (40,3%) a 12 mesi.
La normalizzazione dei parametri biochimici a 12 mesi è stata riscontrata nel 73,7% (73/99) dei pazienti per la CRP e nel 42,9% (21/49) per la FCAL. L’uso di steroidi è progressivamente diminuito nel tempo, con 49 (14,6%), 25 (7,5%) e 15 (4,5%) pazienti in trattamento con corticosteroidi a 3, 6 e 12 mesi, rispettivamente.
Entro 12 mesi, 47 pazienti (16,1%) hanno interrotto il trattamento con risankizumab, 28 (8,4%) hanno dovuto sottoporsi a intervento chirurgico per malattia attiva e 41 (12,2%) sono stati ospedalizzati.
Gli autori evidenziano che questo studio real-world multicentrico conferma l’efficacia di risankizumab nella gestione della malattia di Crohn, dimostrando buoni tassi di risposta clinica, biochimica ed endoscopica in una popolazione con un’elevata percentuale di pazienti con malattia refrattaria.
Il profilo di efficacia e sicurezza che emerge dalla real world evidence internazionale e italiana è in linea con quanto evidenziano i risultati degli studi registrativi confermando e rafforzando sia l’efficacia che la sicurezza del farmaco.
P0587 Scaldaferri F. et al., Effectiveness and safety of Risankizumab in Crohn’s disease patients from a large Italian cohort: preliminary results from the RESOLVE IgIBD study. 19-22 febbraio ECCO’25.
P0832 Elford A. et al., Real-world effectiveness of risankizumab in Crohn’s Disease: The UK Experience. 19-22 febbraio ECCO’25.
P0978 Zoughlami A. et al., Effectiveness of risankizumab in moderate-to-severe Crohn’s Disease: A Canadian multicentric real-world study. 19-22 febbraio ECCO’25.