Colite ulcerosa e Crohn: arrivano dati real world italiani su upadacitinib


Colite ulcerosa e malattia di Crohn, dati real world italiani e internazionali confermano efficacia e sicurezza di upadacitinib

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Durante il congresso della European Crohn’s and Colitis Organisation (ECCO 2025), in corso a Berlino, sono stati presentati importanti dati, sia italiani che internazionali, sull’impatto reale di upadacitinib sulla remissione della malattia e sul controllo dei sintomi, con l’obiettivo di ottimizzare gli esiti terapeutici nei pazienti con malattia infiammatoria cronica dell’intestino. La real world ha confermato e rafforzato i dati di efficacia e sicurezza che questo farmaco ha già dimostrato nei trial clinici.

Di seguito un breve excursus degli studi real world più importanti presentati nelle due malattie infiammatorie croniche dell’intestino, colite ulcerosa e malattia di Crohn.

Upadacitinib nella real world dei pazienti con colite ulcerosa
Upadacitinib (UPA), un inibitore della Janus chinasi, è stato approvato nel 2022 per il trattamento della colite ulcerosa (UC) da moderata a severa negli adulti.

Nel primo studio presentato al congresso ECCO2025 sono stati raccolti dati nell’ambito dell’Adelphi Real World UC Disease Specific Programme, un’indagine trasversale con raccolta retrospettiva di dati condotta tra febbraio 2023 e ottobre 2024. Gastroenterologi provenienti da Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno fornito informazioni sui loro pazienti con UC da moderata a severa all’inizio del trattamento con UPA. I dati includevano caratteristiche demografiche, cliniche (compreso il punteggio parziale di Mayo, pMayo) e sintomi al momento dell’inizio del trattamento e all’ultima visita di follow-up. Le analisi sono state di tipo descrittivo, con test di Wilcoxon signed-rank e McNemar per confrontare la gravità della malattia e i sintomi tra l’inizio della terapia con UPA e l’ultima visita disponibile.

In totale, 215 gastroenterologi hanno riportato dati su 357 pazienti con UC da moderata a severa in trattamento con UPA. L’età media (± deviazione standard, DS) dei pazienti era di 39,2 (±12,4) anni; il 65% era di sesso maschile e il 43% presentava pancolite. La durata media della malattia era di 4,5 (±5,1) anni; il 45% dei pazienti non aveva ricevuto precedenti terapie avanzate (AT-naïve), mentre il 55% aveva esperienza con queste terapie.

Tra i pazienti in trattamento con UPA da almeno 6 mesi (n=129), il 59% risultava in remissione clinica, secondo il punteggio pMayo rilevato all’ultima visita. Complessivamente, tra tutti i pazienti trattati con UPA, la percentuale di quelli in remissione (secondo pMayo) aumentava con la durata del trattamento.
La gravità della malattia riportata dai gastroenterologi è risultata significativamente ridotta dall’inizio del trattamento con UPA fino all’ultima visita (p<0,0001). Con l’aumento della durata del trattamento, si è osservata una riduzione della percentuale di pazienti che presentavano sintomi chiave rispetto all’inizio della terapia.

I tassi di remissione e la riduzione dei sintomi sono aumentati con la durata del trattamento, con miglioramenti osservabili già dopo quattro settimane e un sollievo sintomatologico continuo fino a 52 settimane. Questi risultati confermano l’efficacia di UPA nella gestione a lungo termine della UC da moderata a severa.

Altro importante studio presentato durante il congresso è un’analisi italiana che vede come primo nome il dott. Giammarco Mocci dell’ARNAS G. Brotzu di Cagliari.
Ricordiamo che upadacitinib ha ottenuto la rimborsabilità dal Servizio Sanitario Nazionale italiano nel luglio 2023 per il trattamento della colite ulcerosa (UC) refrattaria ad altre terapie, tra cui anti-TNF-α, anti-integrine e ustekinumab. Attualmente, non sono ancora disponibili dati italiani sulla sua efficacia e sicurezza nel mondo reale.

Quest’analisi retrospettiva dell’attività clinica ed endoscopica basata sul punteggio Mayo ha avuto come endpoint primari dello studio la valutazione dell’efficacia e della sicurezza di UPA.
Sono stati arruolati 186 pazienti con un follow-up mediano di 24 settimane (M/F 105/76, età mediana 41 anni). La remissione clinica è stata raggiunta nel 31% (57/186) e nel 70% (55/78, p<0,05) dei pazienti rispettivamente a 8 e 24 settimane. La risposta clinica è stata ottenuta nel 55% (103/186) e nell’87% (68/78, p<0,05) dei pazienti rispettivamente a 8 e 24 settimane. Gli eventi avversi si sono verificati in 5 pazienti (2,6%), di cui uno grave (0,5%).

I nostri dati real-world di questa analisi confermano che UPA è efficace e sicuro nei pazienti con UC. L’efficacia è risultata particolarmente elevata quando utilizzato come trattamento di prima o seconda linea.

Upadacitinib nella real world dei pazienti con malattia di Crohn
Interessanti studi presentati durante ECCO2025 hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di upadacitinib nella pratica clinica reale, sia a breve che a lungo termine, nei pazienti con malattia di Crohn (CD).
Il primo studio è un trial multicentrico, prospettico e osservazionale su pazienti trattati con UPA sin dalla sua approvazione. I dati dei pazienti provengono dal registro ENEIDA, un database dello Spanish Working Group in IBD-GETECCU.
Sono state raccolte variabili epidemiologiche, cliniche e legate alla malattia, inclusi i fattori di rischio cardiovascolare (CVRF) e i trattamenti precedenti. L’attività di malattia è stata valutata attraverso l’Harvey-Bradshaw Index (HBI), esami endoscopici/radiologici (E/R), livelli di proteina C-reattiva (CRP) e calprotectina fecale (FC) al basale, e alle settimane 12, 24 e 52 (W). Sono stati inoltre registrati eventi avversi (AEs), ospedalizzazioni e interruzioni del trattamento.

Sono stati inclusi 300 pazienti con malattia di Crohn (CD), con un follow-up medio di 42 settimane (SD 27,4). Di questi: 26 pazienti (9%) hanno ricevuto UPA in combinazione con una terapia biologica; 24 pazienti (8%) sono stati trattati per manifestazioni extraintestinali (EIM) senza coinvolgimento luminale; 250 pazienti (83%) hanno ricevuto UPA per CD luminale.
Per quanto riguarda le terapie avanzate precedenti:15% aveva ricevuto un trattamento, 26% due trattamenti, 29% tre trattamenti, 29% quattro o più trattamenti.
Al basale, il 70% dei pazienti (210 pazienti) è stato sottoposto a valutazioni E/R, che hanno evidenziato un’attività di malattia moderata nel 45% e severa nel 37%.

La remissione clinica è stata raggiunta nel 62% dei pazienti alla settimana 12, nel 65% alla settimana 24 e nel 67% alla settimana 52.
I livelli di FC (<250 μg/g) e CRP (<3 mg/L) sono tornati nella norma rispettivamente nel 50% e 60% dei pazienti alla settimana 12, 55% e 64% alla settimana 24, 62% e 65% alla settimana 52.
Durante il follow-up, HBI, FC e CRP hanno mostrato un miglioramento significativo. Inoltre, 113 pazienti (40%) hanno eseguito valutazioni E/R, con il 16% che ha mostrato attività di malattia inattiva e il 32% con attività lieve.

I pazienti in terapia combinata hanno mostrato un miglioramento significativo nell’HBI, sebbene le riduzioni di CRP e FC non fossero statisticamente significative. Nei pazienti trattati per EIM, HBI e FC sono rimasti nella norma, mentre CRP ha mostrato una riduzione significativa.

Il numero maggiore di precedenti terapie avanzate è risultato correlato a una minore persistenza del trattamento e a un tasso inferiore di remissione clinica. Il comportamento fistolizzante è stato associato a una minore remissione clinica.

Per quanto concerne la sicurezza e tollerabilità, 68 pazienti (23%) hanno riportato eventi avversi (AEs), inclusi 29 casi di interruzione del trattamento (43%), senza mortalità associata. Mentre 58 pazienti (19%) sono stati ospedalizzati, 26 pazienti (9%) hanno subito un intervento chirurgico, 90 pazienti (30%) hanno interrotto il trattamento entro le 52 settimane a causa di mancata risposta primaria nel 51%, perdita di risposta nel 13%, eventi avversi nel 32% e altre cause nel 4%.

Gli autori evidenziano che questo studio conferma l’efficacia e il profilo di sicurezza di UPA nella pratica clinica reale per il trattamento della malattia di Crohn, in particolare nei pazienti con forme aggressive o manifestazioni extraintestinali. Ulteriori ricerche sono necessarie per ottimizzare le strategie terapeutiche, specialmente nei pazienti con un trattamento pregresso più intensivo.

Apulian Network for Inflammatory Bowel Disease (AN-IBD), dati preliminari in colite ulcerosa e malattia di Crohn
Durante il congresso sono stati presentati anche i dati preliminari dall’Apulian Network for Inflammatory Bowel Disease (AN-IBD) che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di upadacitinib in una coorte clinica di pazienti.
Questo studio osservazionale multicentrico è stato condotto all’interno della rete pugliese per le malattie infiammatorie intestinali (AN-IBD). Sono stati inclusi tutti i pazienti consecutivi con IBD che hanno iniziato il trattamento con upadacitinib dalla sua introduzione.

Sono stati arruolati 68 pazienti con colite ulcerosa (UC) e 9 con malattia di Crohn (CD). L’età media era di 40,2±14,2 anni (intervallo 19-74) per i pazienti con UC e 45,3±11,8 anni (intervallo 26-62) per quelli con CD. Per quanto riguarda il genere, 51 pazienti erano di sesso maschile (66,2%). La durata media della malattia era di 11,8±8,4 anni (intervallo 3-31) nei pazienti con UC e 11,4±8,6 anni (intervallo 2-26) nei pazienti con CD.

Per quanto concerne l’estensione della malattia, i pazienti con UC sono stati suddivisi in tre gruppi: pancolite (n=31, 45,5%), colite distale (n=33, 48,5%) e proctite (n=4, 6%). Nei pazienti con CD, 5 presentavano ileite (55,6%), 2 colite (22%), 1 ileocolite (11,2%) e 1 jejunoileite (11,2%).
Dopo 8 settimane, i tassi di risposta e remissione nei pazienti con UC erano rispettivamente del 39% e 52%. Nei pazienti con CD, dopo 12 settimane, i tassi di risposta e remissione erano rispettivamente del 66% e 16%. Il tasso di mancata risposta primaria è stato del 9,5% nei pazienti con UC e del 16% nei pazienti con CD.
Per quanto riguarda la sicurezza, sono stati osservati due casi di riattivazione erpetica: un caso di herpes zoster in un paziente non vaccinato e un caso di infezione da herpes simplex, entrambi gestiti con terapia antivirale. Un paziente ha sviluppato una lieve anemia, rapidamente corretta dopo la riduzione della dose a 15 mg/die. Un paziente non responder ha dovuto sottoporsi a colectomia d’urgenza.

Questi dati preliminari, come precisano gli autori, confermano l’efficacia di upadacitinib nell’indurre una risposta nei pazienti con IBD (sia UC che CD), con un tasso di fallimento primario molto basso senza che siano emerse nuove problematiche di sicurezza.
In conclusione, in un contesto reale sia nazionale che a livello globale, upadacitinib ha dimostrato un’efficacia significativa nella riduzione dell’attività di malattia, della gravità e dei sintomi correlati alla UC nel tempo senza nuove problematiche rilevanti dal punto di vista della sicurezza.

P0642 Seidelin J. et al., Assessment of the real-world effectiveness of upadacitinib in patients with moderate-severe ulcerative colitis in a global real-world setting.
P0634 Mocci G. et al., Upadacitinib Effectiveness And Safety In Patients With Ulcerative Colitis: Data From A Real-World Study.
P0890 Iborra M. et al., Real-World Outcomes of Upadacitinib in Crohn’s Disease: Insights from ENEIDA database.
P0742 Bossa F. Real-world efficacy and safety of Upadacitinib in IBD patients. Preliminary data from the Apulian Network for Inflammatory Bowel Disease (AN-IBD).