Malattia di Crohn: negli USA approvato mirikizumab


Approvazione da parte della U.S. Food and Drug Administration (FDA) di mirikizumab per il trattamento della malattia di Crohn moderatamente-severo negli adulti

dieta di esclusione calprotectina nutrizione enterale infliximab malattia di crohn fistole escherichia coli

Approvazione da parte della U.S. Food and Drug Administration (FDA) di mirikizumab per il trattamento della malattia di Crohn moderatamente-severo negli adulti. Questa approvazione amplia l’uso del farmaco a un secondo tipo importante di malattia infiammatoria intestinale (IBD), dopo il via libera per il trattamento della colite ulcerosa (UC) ottenuto nell’ottobre 2023. Mirikizumab agisce bloccando la proteina interleuchina-23p19 (IL-23p19), un elemento chiave nell’infiammazione intestinale. Sviluppato da Eli Lilly è in commercio con il marchio Omvoh.

Efficacia dimostrata negli studi clinici
L’approvazione di mirikizumab per il Crohn si basa sui risultati positivi dello studio di fase 3 VIVID-1. In questo trial, i pazienti trattati con mirikizumab hanno mostrato un significativo miglioramento rispetto a quelli trattati con placebo. Dopo un anno, il 53% dei pazienti in trattamento con mirikizumab ha raggiunto la remissione clinica, contro il 36% del gruppo placebo. Inoltre, il 46% dei pazienti ha mostrato una risposta endoscopica, ovvero una guarigione visibile della mucosa intestinale, rispetto al 23% del gruppo placebo.

Lo studio ha anche evidenziato miglioramenti precoci, con il 32% dei pazienti che ha mostrato segni di guarigione endoscopica già a tre mesi. Questi risultati sottolineano l’efficacia di mirikizumab come trattamento a lungo termine, evidenziata ulteriormente dai dati dello studio VIVID-2, che ha mostrato una sostenuta risposta endoscopica e remissione clinica in oltre l’80% dei pazienti dopo due anni di trattamento continuativo.

Sicurezza e tollerabilità
Il profilo di sicurezza di mirikizumab è stato generalmente coerente con quello osservato nei pazienti affetti da colite ulcerosa. Le reazioni avverse più comuni includono infezioni delle vie respiratorie superiori, reazioni nel sito di iniezione, cefalea e aumenti degli enzimi epatici. Il farmaco presenta anche avvertenze riguardanti reazioni di ipersensibilità, infezioni, tubercolosi e problemi epatici. Prima di iniziare il trattamento, è fondamentale un’attenta valutazione medica per escludere infezioni attive o altre controindicazioni.