“Il padrone del mondo”, scritto da Benson nel 1907, ci porta in una realtà nella quale l’uomo ha raggiunto gli estremi confini del progresso materiale e intellettuale
Un mondo in cui tutto ha già trovato risposta e dove non c’è più spazio per il mistero, le domande di senso, le scelte della vita. Un romanzo distopico alla Aldous Huxley. “Il padrone del mondo”, scritto da Benson nel 1907, ci porta in una realtà nella quale l’uomo ha raggiunto gli estremi confini del progresso materiale e intellettuale, dove tutto è meccanizzato e programmato per un unico grande progetto: il trionfo dell’Umanitarismo.
Ogni aspetto della vita è normalizzato: i rumori sono aboliti, i cibi sono prodotti nei laboratori, l’esperanto ha sostituito la diversità delle lingue. In questo paesaggio si muovono, con estrema ponderatezza, i personaggi di Benson, ricchi di umanità e descritti in modo sapiente: Oliviero Brand, il politico, e Mabel, la deliziosa compagna di Oliviero, Giuliano Felsemburgh, l’uomo che costituisce la sintesi più sconcertante dei sentimenti e delle aspirazioni che l’Umanitarismo suscita e Percy Franklin, un prete in cui la fede vacilla per poi riconfermarsi più viva e vera.