Sclerosi multipla: risposte immunitarie elevate a più proteine del virus di Epstein-Barr


Le persone con sclerosi multipla (SM) hanno risposte immunitarie elevate a più proteine del virus di Epstein-Barr (EBV) di quanto si pensasse in precedenza

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Le persone con sclerosi multipla (SM) hanno risposte immunitarie elevate a più proteine del virus di Epstein-Barr (EBV) di quanto si pensasse in precedenza, secondo un nuovo studio pubblicato su “PLoS Pahogens”.

Le cellule T immunitarie specifiche per EBV isolate da pazienti con SM potrebbero anche rispondere a più proteine presenti nel cervello, in particolare quelle associate alla mielina, il rivestimento protettivo intorno alle fibre nervose che è danneggiato nella SM.

«La scoperta del legame tra EBV e la SM ha enormi implicazioni per la nostra comprensione delle malattie autoimmuni, ma stiamo ancora iniziando a rivelare i meccanismi coinvolti» afferma Graham Taylor, co-autore dello studio e professore associato presso l’Università di Birmingham (Regno Unito).

«Il nostro ultimo studio mostra che dopo l’infezione da EBV c’è molto più ‘depistaggio del sistema immunitario’, o cross-reattività, di quanto si ritenesse in passato» ha aggiunto Taylor. «Sapere questo aiuterà a identificare quali proteine sono importanti nella SM e quali possono essere bersagli per future terapie personalizzate».

Infezione comune nell’infanzia, proseguita nell’adulto senza sintomi
L’infezione da EBV, che è presente in circa il 90% delle persone quando raggiungono l’età adulta, è comunemente acquisita durante l’infanzia come infezione silente ed è portata avanti per tutta la vita dalla maggior parte delle persone senza manifestazione di sintomi.

Tuttavia, se la prima infezione si verifica nell’adolescenza o più tardi, può causare la mononucleosi infettiva (IM), nota anche come “malattia del bacio”, caratterizzata da febbre, mal di gola, eruzioni cutanee, affaticamento e ingrossamento del fegato o della milza.

Il virus infetta i linfociti B, le cellule immunitarie che producono anticorpi. In una fase iniziale dell’infezione, il virus si riproduce attivamente e può causare sintomi, ma poi rimane dormiente all’interno delle cellule B per il resto della vita di una persona o fino a quando un evento non inneschi un nuovo ciclo di infezione.

L’infezione da EBV è un probabile prerequisito per la SM. Prove emergenti suggeriscono che praticamente tutte le persone con SM sono state infettate dal virus e che la condizione neurologica è causata da cellule immunitarie specifiche per EBV che colpiscono ‘erroneamente’ le guaine mieliniche del cervello e del midollo spinale.

Il ‘depistaggio’ delle cellule T
Non è chiaro esattamente come l’EBV contribuisca alla SM, ma studi recenti suggeriscono che alcune proteine virali sono molto simili ad alcune proteine cerebrali, quindi le cellule immunitarie finiscono per danneggiare il tessuto cerebrale quando cercano di combattere il virus.

Per indagare ulteriormente questi meccanismi, Taylor e colleghi hanno esaminato le risposte immunitarie all’EBV in persone con SM recidivante-remittente e in individui sani con una precedente infezione da EBV ma nessuna storia di IM, che sono stati abbinati per età, sesso e la variante di rischio genetico HLA-DRB1*1501 MS, che rappresenta il più forte fattore di rischio genetico per la SM.

C’era anche un terzo gruppo di persone che aveva sviluppato IM, i cui campioni di sangue sono stati raccolti 4-6 mesi dopo la risoluzione dei sintomi.

L’analisi genetica ha mostrato che i pazienti con SM e i controlli sani avevano una carica virale simile. Al contrario, il gruppo post-IM aveva livelli virali elevati, evento previsto a causa di una recente infezione, osservano i ricercatori.

Ampia disregolazione delle risposte anticorpali specifiche per EBV
In linea con gli studi precedenti, i pazienti con SM avevano risposte anticorpali elevate all’EBNA1, una proteina EBV prodotta durante la fase latente, rispetto agli altri due gruppi.

Tuttavia, questi pazienti hanno anche avuto risposte anticorpali più frequenti a diverse altre proteine virali, tra cui EBNA2, EBNA3A, EBNA3B, EBNA3C e VCA, indicativi di una «più ampia disregolazione delle risposte anticorpali specifiche per EBV nella SM rispetto a quanto precedentemente riconosciuto» scrivono i ricercatori.

Le implicazioni principali dello studio
«Il nostro studio ha due implicazioni principali» secondo Taylor. «In primo luogo, i risultati danno maggiore peso all’idea che il legame tra EBV e sclerosi multipla non sia dovuto a un’infezione virale incontrollata nel corpo. In secondo luogo, abbiamo dimostrato che il sistema immunitario umano riconosce in modo incrociato una gamma molto più ampia di proteine dell’EBV e del sistema nervoso centrale di quanto si pensasse in precedenza e che esistono diversi modelli di cross-reattività».

Si ritiene che la migrazione delle cellule T immunitarie nel cervello e nel midollo spinale sia un fattore chiave nell’infiammazione correlata alla SM. Inoltre, i pazienti con SM hanno – nel liquido spinale – alti livelli di cellule T dirette specificamente alle cellule infettate da EBV.

Ora, i ricercatori hanno dimostrato che le cellule T specifiche per EBV isolate da pazienti con SM, e anche da individui sani, potrebbero rispondere a più proteine cerebrali associate alla mielina.

«Il nostro rilevamento di cellule T cross-reagenti in individui sani suggerisce che potrebbe essere la capacità di queste cellule di accedere al cervello a essere importante nella SM» commenta Olivia Thomas, co-responsabile dello studio, del Karolinska Institute (Svezia).

«Sebbene il nostro lavoro mostri che la relazione tra EBV e SM è ora più complessa che mai» aggiunge Thomas, «è importante sapere fino a che punto si estende questa cross-reattività per comprendere appieno il legame tra il virus e la patologia neurodegenerativa».

Bibliografia:
Thomas OG, Haigh TA, Croom-Carter D, et al. Heightened Epstein-Barr virus immunity and potential cross-reactivities in multiple sclerosis. PLoS Pathog. 2024 Jun 6;20(6):e1012177. doi: 10.1371/journal.ppat.1012177. leggi