Nessun legame tra GLP-1 agonisti e aumento di rischio di suicidi


Le prove disponibili non supportano un’associazione causale tra i GLP-1 agonisti – dulaglutide, exenatide, liraglutide, lixisenatide e semaglutide – e le azioni suicide

La cariprazina in aggiunta alla terapia è stata collegata a una riduzione dei sintomi depressivi nei pazienti con disturbo depressivo maggiore (MDD)

Il Pharmacovigilance Risk Assessment Committee PRAC dell’Ema ha concluso che le prove disponibili non supportano un’associazione causale tra gli agonisti del recettore del Glucagon-Like Peptide-1 (GLP-1) – dulaglutide, exenatide, liraglutide, lixisenatide e semaglutide – e i pensieri e le azioni suicide e autolesionistiche.

Gli agonisti del recettore del GLP-1 sono utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2 e alcuni sono autorizzati anche per la gestione del peso in determinate condizioni negli adulti obesi o in sovrappeso. La revisione è iniziata nel luglio 2023, a seguito di segnalazioni di casi di pensieri suicidi e di autolesionismo da parte di persone che facevano uso di farmaci a base di liraglutide e semaglutide, e nel novembre 2023 il comitato ha richiesto ulteriori dati ai titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio di questi farmaci, ovvero Ozempic, Rybelsus, Wegovy, Victoza, Saxenda, Xultophy, Byetta, Bydureon, Lyxumia, Suliqua e Trulicity.

Inoltre, il comitato ha analizzato i risultati di un recente studio, basato su un ampio database di cartelle cliniche elettroniche, che ha esaminato l’incidenza di pensieri suicidi in pazienti con sovrappeso e diabete mellito di tipo 2 trattati con semaglutide o altri farmaci agonisti del recettore non-GLP-1 per il diabete o il sovrappeso. Lo studio non ha rilevato alcuna associazione causale tra l’uso di semaglutide e i pensieri suicidi.

Un altro studio condotto da EMA, basato sulle cartelle cliniche elettroniche, ha esaminato il rischio di eventi correlati al suicidio e all’autolesionismo nelle persone con diabete mellito di tipo 2. I risultati non hanno supportato un’associazione causale tra l’uso degli agonisti del recettore del GLP-1 e questo rischio. I risultati non hanno supportato un’associazione causale tra l’uso degli agonisti del recettore GLP-1 e questo rischio.

Dopo aver esaminato le evidenze disponibili provenienti da studi non clinici, studi clinici, dati di sorveglianza post-marketing e studi disponibili, il PRAC ritiene che non sia giustificato un aggiornamento delle informazioni sul prodotto.

I titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio di questi farmaci continueranno a monitorare attentamente questi eventi, comprese eventuali nuove pubblicazioni, nell’ambito delle loro attività di farmacovigilanza e riporteranno qualsiasi nuova evidenza su questo tema nei loro rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (PSUR).

Comunicato Ema