La Norvegia per “Viaggi nelle terre del nord” e il doc “La Val Venosta” stasera su Rai 5


La Norvegia con lo spettacolo dei fiordi e il documentario “La Val Venosta” in onda stasera su Rai 5: le anticipazioni

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Nel nord-ovest del continente europeo, la Norvegia si estende per oltre 1.700 chilometri; montagne e fiordi caratterizzano il suo territorio meridionale. La Norvegia, famosa per i suoi mirabili paesaggi dei fiordi, è la protagonista della quarta puntata della serie “Viaggi nelle terre del nord”, in onda domenica 5 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5. Queste profonde valli costiere furono sommerse dalle acque marine quando la calotta polare si ritirò, meno di diecimila anni fa. Quasi interamente coperta dalla catena delle Alpi scandinave, la Norvegia deve le forme aspre della sua topografia alle glaciazioni che l’hanno regolarmente colpita e potentemente erosa, nel corso di due milioni e mezzo di anni. I paesaggi norvegesi portano ancora le tracce di questa dura storia geologica, soprattutto nella parte occidentale: ghiacciai preistorici, come quello della Folgefonna; innumerevoli laghi di montagna dalle acque cristalline; valli alpine scavate in avvallamenti e sovrastate da cime impressionanti.

A seguire, la Val Venosta è compresa tra il Passo Resia che segna il confine con l’Austria e Merano. Il paesaggio non è quello dolomitico: sono le Alpi Venoste a formare uno scenario straordinario con cime che superano i 3000 metri. Lo racconta il doc “La Val Venosta” di Claudia Seghetti, in onda domenica 5 maggio alle 22.10 in prima visione su Rai 5. È una valle tranquilla, non frequentata dal turismo irrequieto; arrivando qui non si avverte la frenesia di dover andare subito a sciare. Domina la quiete e il contatto con la montagna diventa più diretto e naturale.

È un territorio speciale come le persone che lo abitano e che si incontrano. La sensazione potrebbe essere quella di arrivare in un paese straniero, dato che qui non si parla l’italiano ma il tirolese. Le persone, per quanto riservate, aprono subito le porte ai visitatori. È una ritrosia dovuta a un passato, quello fascista, che ha tentato di cancellare la loro identità, che invece sono riusciti a difendere e a mantenere. Un tempo era zona di finanzieri e carabinieri che venivano da tutta Italia e che si mischiavano con la gente del posto. Con l’apertura delle frontiere, molti sono andati via, altri sono rimasti.

Oggi le attività principali sono la pastorizia, l’agricoltura e il turismo. Anche lo sport non è da meno. Sembra di essere in una palestra a cielo aperto dove anche gli animali hanno il loro spazio abitativo. Per gli atleti rappresenta in qualche modo un vero Eldorado. Il simbolo della Val Venosta è il campanile sommerso di Curon. Un piccolo paese che subito dopo la Seconda guerra mondiale, a causa dell’edificazione di una centrale elettrica e la costruzione di una diga, è stato raso al suolo e poi sommerso per l’innalzamento del livello delle acque del lago. Il campanile è rimasto perché risalente al XIV secolo e dichiarato monumento storico dalle belle arti.