Devis Bellucci torna in libreria con “Eppure non doveva affondare”


Nelle librerie “Eppure non doveva affondare. Quando la scienza ha fatto male i conti” di Devis Bellucci per Bollati Boringhieri Editore

devis bellucci

Aerei all’avanguardia che esplodono in volo perché hanno i finestrini quadrati, sofisticati microchip che non sanno fare le divisioni, navi che si spezzano in due nel porto, farmaci che diventano inefficaci, computer che perdono la cognizione del tempo ed esperimenti costosissimi andati in pezzi per un cavo allentato. Devis Bellucci raccoglie in questo libro spumeggiante, pieno di contagiosa ironia, una lunga sequela di errori e vere e proprie sciocchezze avvenute in ogni campo del sapere umano, dall’ingegneria alla medicina, dall’informatica alla fisica alla matematica, fino alle criticità che ci attendono al varco con l’Intelligenza Artificiale. Un viaggio attraverso cantonate imbarazzanti, compiute da persone per altri versi serie e scrupolosissime. Tanto che il più delle volte viene da dire: «Ma non potevano accorgersene prima?». Già, solo che spesso non c’era un prima, nel senso che i responsabili dell’errore si stavano confrontando con un problema che era insorto per la prima volta, e non avevano termini di paragone. Scopriremo allora quali strategie vengono messe in campo per evitare che la scienza inciampi nei lacci delle scarpe: si chiamano peer-review nella ricerca accademica, debugging nel mondo dei software, Trial Controllato Randomizzato in medicina e ridondanza strutturale in ingegneria, uno strumento fondamentale per progettare edifici più sicuri. Soprattutto, capiremo il vero punto di forza della scienza: non il metodo sperimentale, che di per sé non basta, bensì la natura corale dell’impresa scientifica, dove il sapere si costruisce attraverso la condivisione delle idee, il confronto serrato, la verifica incrociata delle osservazioni prima di elevarle al rango di scoperta. Perché nessuno fa scienza da solo.

«Ogni storia di scienza è una storia di errori. Errori che scompigliano le idee, dati che non sposano la teoria, fallimenti che portano a immaginare modelli sempre più perfezionati per descrivere un pezzo di mondo. Il compito dello scienziato non è mettere dei punti fermi su cui riposare in pace, ma lavorare di lima e scalpello per sgrossare il nostro grado di incertezza. Si tratta di un sapere in divenire, che germoglia da un impasto di radicale scetticismo e messa in discussione delle proprie conquiste, pur nella meraviglia di scoprire che qualcuna di esse continua a rimanere in piedi. Dico meraviglia perché è lì che si intravede, forse, quel po’ di verità che è concessa agli uomini su questa Terra».

                                                                       Devis Bellucci

L’AUTORE

Devis Bellucci (1977) ha conseguito una laurea e un dottorato in fisica all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dove oggi è ricercatore in Scienza e tecnologia dei materiali. I suoi interessi spaziano dai materiali compositi per automotive ai biomateriali per protesi e medicina rigenerativa. Scrittore, giornalista e divulgatore scientifico – lo trovate sui social come @ditantomondo – ha collaborato con diverse testate tra cui «Vanity Fair». Ha pubblicato “Materiali per la vita. Le incredibili storie dei biomateriali che riparano il nostro corpo” (Bollati Boringhieri, Finalista al Premio Letterario Galileo 2023), “Perché la forchetta non sa di niente? E altre domande curiose per capire la scienza senza uscire di casa” (Rizzoli) e “Guida ai luoghi geniali” (Ediciclo), dove ha raccontato i più bei siti italiani dedicati alla scienza, alla tecnologia e all’innovazione.