Artrite reumatoide con sieropositività ACPA più grave per i pazienti obesi


Il BMI dei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) potrebbe influenzare la loro attività di malattia, in particolare nel caso di sieropositività ACPA

Artrite reumatoide: il BMI non sembra influenzare la scelta di un farmaco anti-TNF rispetto ad un altro farmaco biologico

I risultati di un recente studio pubblicato su Arthritis Research & Therapy suggeriscono che il BMI dei pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) potrebbe influenzare la loro attività di malattia, in particolare nel caso di AR positiva agli autoanticorpi anti-proteina citrullinata (ACPA).

Razionale e obiettivi dello studio
In base ai dati dei Centri Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie, essere obesi può aumentare il rischio di sviluppare l’AR. Inoltre, un numero crescente di ricerche suggerisce che gli outcome di malattia e la risposta alla terapia possono essere diversi nei pazienti con AR e obesità rispetto ai pazienti normopeso, compresi i tassi più elevati di dolore cronico e di alcuni marcatori infiammatori elevati.

“Oltre all’obesità, i dati in vitro suggeriscono che gli autoanticorpi come gli ACPA potrebbero anche potenziare le risposte infiammatorie, aumentando la produzione di TNF-α e l’attivazione del sistema del complemento. Questo potrebbe contribuire al decorso più grave della malattia nei pazienti con AR ACPA-positivi rispetto a quelli ACPA-negativi”, scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio -. Tuttavia, non è chiaro se l’obesità influisca sull’attività della malattia e sull’infiammazione locale e sistemica in modo simile nell’AR ACPA-positiva e in quella ACPA-negativa”.

I ricercatori hanno voluto verificare la fondatezza dell’ipotesi secondo la quale l’associazione tra obesità, conta delle articolazioni dolenti (SJC) e livelli di CRP sarebbe presente soprattutto nell’AR ACPA-positiva.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di studiare l’associazione dell’obesità con il decorso delle componenti di attività di malattia alla base del punteggio DAS in pazienti con AR e sieropositività agli ACPA.

Per determinare l’effetto dell’obesità sull’attività della malattia in relazione agli ACPA, gli autori del nuovo studio hanno esaminato i dati dei pazienti partecipanti alla Leiden Early Arthritis Clinic, una coorte iniziale basata sulla popolazione olandese che include tutti i pazienti con artrite di recente insorgenza,  ≥ 1 articolazione colpita e una durata dei sintomi < 2 anni.  Sono stati valutati solo i pazienti con AR inclusi da giugno 2011 in poi, per garantire l’utilizzo di trattamenti e strategie terapeutiche simili in tutti i pazienti valutati.

Sono stati inclusi nello studio 649 pazienti con AR, di cui 291 con sieropositività agli ACPA. Alla prima visita, sia i pazienti che i reumatologi hanno compilato dei questionari, è stato eseguito un esame fisico e sono stati prelevati campioni di sangue per condurre delle analisi di laboratori di routine. Sono state condotte delle visite di follow-up a 4, 8 e 12 mesi durante il primo anno e, successivamente, ogni anno.

Il follow-up si concludeva in caso di interruzione del trattamento a causa del raggiungimento della remissione sostenuta e prolungata senza DMARD, del ritiro del consenso informato durante il trattamento o in caso di decesso.
Ad ogni visita di controllo, è stato valutato il punteggio DAS44 di attività di malattia, composto da 4 componenti: la conta delle articolazioni dolenti basata su 44 articolazioni (SJC-44), i livelli di CRP, la conta delle articolazioni tumefatte basata su 53 articolazioni (TJC-53) e il punteggio VAS relativo allo stato di salute generale percepito.

I ricercatori hanno messo a confronto l’andamento a 5 anni del punteggio DAS44 e delle sue componenti tra i pazienti affetti da AR normopeso (BMI: 18,5-24,9), sovrappeso (BMI. 25,0-29,9) e obesità (≥ 30,0), stratificati per la sieropositività o meno agli ACPA.

L’età media della coorte era di 59,7 anni, con un 63% di pazienti di sesso femminile, un BMI mediano pari a 26,0 e un punteggio DAS mediano pari a 3,1. A questo proposito, i ricercatori hanno sottolineato che i pazienti con sieropositività agli ACPA presentavano un BMI (25,4 vs 26,4) e un punteggio DAS (2,8 vs 3,3) inferiori rispetto ai pazienti sieronegativi agli ACPA.

Risultati principali
Dall’analisi è emerso che i pazienti obesi presentavano un’escursione del punteggio DAS significativamente maggiore rispetto ai pazienti normopeso. Tutte le escursioni del punteggio DAS si sono ridotte in modo significativo nel corso del follow-up, anche se i pazienti con obesità mostravano un punteggio DAS più elevato di 0,31 punti (IC95%: 0,17-0,45) rispetto ai pazienti normopeso, sia alla diagnosi che durante l’intero follow-up dello studio.

In presenza di AR sieropositiva agli ACPA, i pazienti con obesità hanno totalizzato un punteggio DAS significativamente più elevato durante l’intero follow-up di 5 anni rispetto ai pazienti normopeso (β: 0,43; IC95%:  0,23-0,64), mentre nell’AR ACPA-negativa, questa differenza era minore e non ha raggiunto la significatività statistica (β: 0,16; IC95%: 0,03-0,36).

I ricercatori hanno sottolineato che l’associazione tra obesità e punteggi DAS più elevati nei pazienti con AR sembrava essere prevalentemente presente nei pazienti con AR sieropositiva agli ACPA. Inoltre, i pazienti con AR ACPA-positiva e obesità mostravano un’escursione di SJC significativamente più elevata rispetto ai pazienti normopeso (Incidence rate ratio [IRR]: 1,59; IC95%: 1,18-2,15). Tale associazione, hanno notato i ricercatori, non era presente nei pazienti ACPA-negativi con obesità.

Rispetto ai pazienti normopeso ACPA-positivi, i pazienti con obesità ACPA-positivi mostravano livelli di CRP più elevati di 3,7 mg/L al basale e durante il follow-up di 5 anni (β:3,7; IC95%: 0,96-6,52).
Nei pazienti con AR ACPA-negativa, tuttavia, i livelli di CRP non differivano significativamente tra i pazienti con sovrappeso o obesità rispetto ai pazienti normopeso (β: 0,17; IC95%: 1,82-2,15 e β: 1,02; IC95%: 1,29-3,33, rispettivamente).

Per quanto riguarda la TJC, i ricercatori hanno osservato che questa conta era del 56% più elevata nei pazienti con AR ACPA-positiva con obesità rispetto ai pazienti normopeso (IRR: 1,56; IC95%: 1,16-2,10).
Nell’AR ACPA-negativa, è stata osservata una tendenza statisticamente non significativa verso una TJC più elevata del 18% nei pazienti obesi (IRR: 1,18; IC95%: 0,93-1,50).

Nell’AR ACPA-positiva, sia i pazienti considerati in sovrappeso (n=6; IC95%: 2,5-10,2) sia quelli con obesità (n=9; IC95%:4,5-14,4) presentavano punteggi VAS significativamente maggiori rispetto ai normopeso.
Nell’AR ACPA-negativa, invece, solo i pazienti con obesità mostravano una tendenza all’aumento della VAS (4; 95% CI, 0,8-8,5).

Riassumendo
In conclusione, i risultati di questo studio hanno dimostrato che l’associazione dell’obesità con un’escursione peggiorativa dei punteggi DAS è presente soprattutto nell’AR ACPA-positiva; in particolare i livelli di SJC e CRP rimangono più elevati nei pazienti obesi con AR ACPA-positiva, ma non in quelli con AR ACPA-negativa.
“Quanto osservato – concludono i ricercatori – rappresenta la prima dimostrazione che l’obesità influenza il decorso della malattia dell’AR ACPA-positiva e ACPA-negativa in modo diverso”.

Bibliografia
Hollander NKd et al. Patients with obesity have more inflamed joints and higher CRP levels during the disease course in ACPA-positive RA but not in ACPA-negative RA. Arthritis Res Ther. https://doi.org/10.1186/s13075-023-03248-8
Leggi