Zombie cocktail: storia di un drink buono da paura


zombie cocktail

Se c’è una cosa che gli amanti dei cocktail sanno, è che dietro ogni bevanda c’è una storia avvincente e il cocktail Zombie non fa eccezione. Questo mix soprannaturale è un tripudio di sapori tropicali che si fondono in un’esplosione di gusto che ti farà tornare al mondo, soprattutto dopo una dura giornata di lavoro! Preparati a immergerti nella storia di questo drink buono da paura.

Se c’è una cosa che gli amanti dei cocktail sanno, è che dietro ogni bevanda c’è una storia avvincente e il cocktail Zombie non fa eccezione. Questo mix soprannaturale è un tripudio di sapori tropicali che si fondono in un’esplosione di gusto che ti farà tornare al mondo, soprattutto dopo una dura giornata di lavoro! Preparati a immergerti nella storia di questo drink buono da paura.

Donn Beach e la nascita della tiki culture

Lo Zombie cocktail è un particolare drink definito tiki cocktail, ma qual è la particolarità di questa tipologia di cocktail tropicali e quali sono le loro origini? La nascita di questi incredibili mix di sapori esotici è da ricondurre a Donn Beach, nato come Ernest Raymond Beaumont Gantt il 22 febbraio 1907, uno dei pionieri del movimento tiki e una figura leggendaria nel mondo dei cocktail. È famoso per aver inaugurato il prototipo del primo tiki bar, chiamato Don the Beachcomber, negli anni ’30 a Hollywood, California. Questo locale è stato successivamente espanso fino a diventare una catena di dozzine di ristoranti distribuiti in tutti gli Stati Uniti.

Il locale era concepito come un riflesso dei luoghi esotici in cui Beach aveva vissuto tra il 1927 e il 1933. Oltre a un’ambientazione tropicale, il locale offriva esclusivamente cocktail a base di rum, lime e zucchero, una miscela che aveva appreso durante i suoi viaggi nei tropici. Queste bevande, denominate da Beach “rhum rhapsodies” e spesso semplificate in “exotic cocktails“, ottennero un immediato successo. Questa popolarità era probabilmente dovuta al fatto che il rum, all’epoca, era un distillato poco diffuso.

Caratteristiche dei tiki drink

Anche se non esiste una regolamentazione ufficiale, i cocktail tiki di solito includono una base di rum, succo di lime e zucchero, mescolati con altri ingredienti come succhi di fruttaspezie o liquori, che evocano preferibilmente sensazioni tropicali. Tuttavia, la presenza di rum, zucchero e lime da sola non è sufficiente per definire un cocktail come tiki: ad esempio, il rum sour, pur contenendo tutti gli ingredienti, non è considerato un cocktail tiki; d’altra parte, il Singapore Sling, che non contiene rum, è spesso incluso in questa categoria. Una caratteristica distintiva dei cocktail tiki è il richiamo generico a località esotiche, spesso evidenziato nella presentazione: sono frequentemente serviti in bicchieri speciali chiamati tiki mug, decorati con frutta, fiori o altri elementi vivaci, evocando ambienti tropicali o esotici.

Zombie Cocktail: storia di una leggenda

Lo Zombie, recentemente incluso nella lista ufficiale dei cocktail dell’IBA, è l’emblema della categoria dei tiki drinks, rappresentando un perfetto equilibrio di sapori in un unico drink. Grazie alla sua complessa combinazione di ingredienti, preparare uno Zombie richiede una certa abilità e attenzione.

Il cocktail Zombie è considerato il progenitore dei tiki drink, ideato nel lontano 1934 proprio dal leggendario Ernest Raymond Beaumont Gantt. La ricetta dello Zombie è rimasta a lungo un segreto ben custodito. Nonostante la sua considerevole gradazione alcolica, il cocktail è molto richiesto grazie all’uso di rum overproof nella sua ricetta originale. A differenza della maggior parte dei tiki drink, lo Zombie viene servito in un tumbler alto anziché nel caratteristico tiki mug. Si dice che Donn Beach abbia creato il cocktail per un cliente che stava per affrontare un importante colloquio di lavoro. L’intento del celebre barman era di ravvivare l’uomo, il quale, alcuni giorni dopo il colloquio, tornò al locale raccontando a Donn di essersi sentito come uno zombie durante tutto il tragitto verso l’intervista.