“Domenica” dei Kaufman racconta i confini invisibili tra la realtà ed un ricordo, quel mescolarsi vorticoso di pupille dilatate ed occhi chiusi
I KAUFMAN giocano ancora una volta con la malinconia, colorando fuori dai bordi le pagine della quotidianità e della noia. “Domenica” racconta i confini invisibili tra la realtà ed un ricordo, quel mescolarsi vorticoso di pupille dilatate ed occhi chiusi. L’imprigionarsi dell’istante in un solo frame, così come i giorni in un calendario, un pò il futuro che ti guarda da ambo i lati.
Fuori per INRI/Metatron/Universal Musica Italia e già disponibile in presave al link: https://metatrongroup.lnk.to/domenica, Domenica è un brano ironicamente scanzonato che si confessa tramite immagini a matrioska, lasciandoci liberi di scegliere in quale interno conservarci.
“Ci sono giorni che passano e ti tagliano come rasoi, altri che sembrano regalarti la felicità. Ci sono lunedi blu, venerdi neri e notti in bianco. E mentre passano veloci come le nuvole d’inverno noi restiamo in bilico, appesi ai nostri sogni, alle nostre inadeguatezze. A volte, di sera, ci perdiamo solo per resistere a un altro maledetto lunedi.
Per fortuna esistono le domeniche con il sole. Io sono metereopatico, lo so bene.”
Domenica è anche la ricerca di un compromesso, quello di due realtà che sembrano non incontrarsi mai. E’ la voglia di creare un altro mondo in cui sia possibile contenere tutti i contrasti che, in quello attuale, segnavano la terra come una scossa di magnitudo.
Domenica è lo scandire dei secondi che dividono il presente dal passato e dal futuro, un movimento mai costante ma necessario e desideroso.