Nefrite lupica: belimumab più terapia standard accelera remissione


Nei pazienti affetti da nefrite lupica, l’aggiunta di belimumab alla terapia standard è risultata associata ad una remissione renale più precoce

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Nei pazienti affetti da nefrite lupica (LN), l’aggiunta di belimumab alla terapia standard è risultata associata ad una remissione renale più precoce, con effetti del trattamento più pronunciati nei pazienti con livelli più bassi di proteinuria. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
La nefrite lupica rappresenta una delle principali cause di grave danno d’organo, progressione della malattia e mortalità tra i pazienti con lupus eritematoso sistemico (LES). Il trattamento standard per la LN comprende una terapia di induzione con steroidi e agenti immunosoppressivi, nonché una terapia immunosoppressiva di mantenimento per sostenere la remissione. Ancora oggi, tuttavia, la progressione verso la malattia renale in fase terminale si verifica ancora in un 10%-20% dei pazienti entro 5 anni dalla diagnosi.

Su questi presupposti è stato disegnato il nuovo studio, nel corso del quale i ricercatori hanno voluto determinare le differenze di efficacia e sicurezza tra il trattamento con belimumab più la terapia standard rispetto alla sola terapia standard per la LN.

A tal scopo, sono stati inclusi nell’analisi  pazienti cinesi ai quali era stata diagnosticata la LN da novembre 2012 a luglio 2023. I pazienti reclutati sono stati suddivisi in 2 gruppi in base all’assunzione (o meno) di belimumab in aggiunta alla terapia standard. I principali endpoint dello studio erano rappresentati da parametri clinici, outcome renali ed eventi avversi. Sono state messe a confronto le risposte al trattamento aggiuntivo con belimumab in pazienti con diversi livelli di proteinuria.

Un totale di 112 pazienti con LN sottoposti a trattamento standard più belimumab sono stati abbinati a 112 pazienti sottoposti solo a standard terapeutico (gruppo di controllo). La durata mediana del trattamento con belimumab era pari, all’incirca, a 14 mesi (range, 7,24-20,29 mesi). Sono state effettuate biopsie renali in 48 pazienti del gruppo belimumab e in 29 pazienti del gruppo di controllo.

Risultati principali
Rispetto al gruppo di controllo, i pazienti trattati con belimumab hanno sperimentato un miglioramento di entità maggiore degli indicatori di attività della malattia durante i primi 2 anni di follow-up, tra cui un aumento dei livelli di albumina sierica e del complemento, una riduzione della conta delle cellule B e dei livelli di immunoglobuline e una riduzione dei tempi al raggiungimento della remissione renale, sia parziale che completa.

Tuttavia, durante i 2 anni di follow-up non sono stati riscontrati miglioramenti significativi della funzione renale o differenze negli eventi avversi correlati ai reni o nella mortalità, ad eccezione dell’incidenza di infezioni del tratto respiratorio, che è risultata più bassa tra i pazienti trattati con belimumab (P =0,015) Non è stata riscontrata alcuna differenza significativa tra i gruppi per quanto riguarda il rischio di recidive renali di malattia.

L’effetto del trattamento con belimumab è risultato maggiore nei pazienti con livelli più bassi di proteinuria ed è stato associato ad un aumento dei livelli di complemento e ad una riduzione della conta delle cellule B e dei livelli di immunoglobuline.

Riassumendo
In conclusione, pur con alcuni limiti metodologici intrinseci del lavoro ammessi dagli stessi autori (principalmente la ridotta numerosità del campione di paziente e la breve durata del follow-up), lo studio ha dimostrato che “…il trattamento di combinazione con belimumab si connota per un profilo di safety favorevole, la riduzione della dipendenza da steroidi e il decremento del rischio di infezioni a carico del tratto respiratori – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro”.

Bibliografia
Sishi L et al. Efficacy and safety of belimumab in patients with lupus nephritis: a real-world retrospective observational study. Rheumatology (Oxford). Published online December 25, 2023. doi:10.1093/rheumatology/kead707
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