Gipsy Fiorucci in radio e in digitale con “Il Pianto che Trattengo”


In radio e online il brano “Il Pianto Che trattengo” della poliedrica artista Gipsy Fiorucci, con il video girato nella maestosa pinacoteca di di Città di Castello in Umbria

gipsy fiorucci

La cantautrice umbra Gipsy Fiorucci torna protagonista con il suggestivo video de “Il Pianto Che Trattengo”, singolo già in radio e disponibile in tutte le piattaforme digitali (distribuzione Artist First). Il videoclip realizzato in collaborazione con la casa di produzione cinematografica “Whiterose Pictures”, regia di Lorenzo Lombardi, direttore alla fotografia Nicola Santi Amantini, è un autentico viaggio tra i meandri dell’anima; i giardini maestosi che circondano il Palazzo Rinascimentale fungono da sfondo misterioso trasformandosi in una sorta di labirinto ancestrale in cui perdersi, per poi ritrovare la propria identità e abbracciare la totalità del proprio essere in tutte le più intime sfumature.
Tra gli oggetti più rappresentativi del video possiamo ammirare il “cuore d’oro” all’interno di una teca di cristallo, centro vitale di tutto il nostro essere, la nostra fede divina, metafora del piombo che diventa oro, quando avviene in noi la trasmutazione delle nostre sofferenze e ferite interiori che si trasformano nei nostri più grandi doni e talenti.
“Per le riprese del video, progetto patrocinato dal comune di Città Di Castello, ho scelto il maestoso Palazzo Vitelli alla Cannoniera, maggior contenitore d’arte dell’Umbria assieme alla Galleria nazionale di Perugia, in quanto luogo intriso di storia, arte, cultura e sacralità; nelle sale al suo interno si trovano importanti esempi di pittura rinascimentale, tra cui alcuni tra i primissimi lavori di Raffaello Sanzio e Luca Signorelli ed è stato un grande onore poter esprimere la mia creatività e volteggiare nelle meravigliose sale del Palazzo circondata da così tanta bellezza e sontuosità” sottolinea Gipsy Fiorucci. L’artista, che nel video incarna un’autentica Regina della Trasmutazione, indossa un prezioso copricapo viola proprio come il colore stesso della metamorfosi, della purificazione e della spiritualità. Un pianto non solo liberatorio, ma che riesce a identificarci a tal punto da diventarne un tutt’uno, perché finalmente lo riconosciamo e lo accettiamo per la sua verità: un percorso introspettivo, mistico, a tratti disarmante, fatto di chiaroscuri che si alternano in un’eclissi dell’anima, in cui la luce incontra e si fonde con il buio, ad indicare la nostra parte ombra fatta di paure e sofferenze che si integra perfettamente con il frammento luminoso e puro che vive dentro di noi. Allo stesso tempo, la salita in ginocchio nei gradini della scalinata simboleggia le fatiche e i tormenti di una vita per realizzare i propri sogni e trovare la propria strada; le stesse scale che poi diventano rifugio, letto e croce di un tragitto non sempre facile da attraversare. Immagini che vanno a sottolineare la piena ricerca dell’io consapevole della propria autenticità, il “cuore d’oro” appunto, che diventa il nostro più grande alleato e la salvezza della nostra anima. Un passaggio catartico fondamentale in cui, dalle profondità più buie e nascoste, arriviamo alla pura luminosità della nostra anima quando, dopo un lungo e arduo lavoro nell’adito del nostro essere, troviamo finalmente il “cuore d’oro”.
La meravigliosa Pinacoteca Comunale funge così da cornice perfetta nel videoclip della cantautrice tifernate, impreziosita al suo interno, da affreschi e quadri in stile rinascimentale e manierista, che sembrano scrutarla dall’alto, seguirla con lo sguardo quasi a volerle fare compagnia in questa solitudine durante l’ascesa nei meandri più profondi della sua anima. Immagini evocative che si muovono tra misticismo e spiritualità alla ricerca di ciò che conta davvero nella nostra esistenza: la connessione con il nostro frammento Divino per esprimere la nostra verità interiore e vivere nell’autenticità.