Fibrosi cistica: tripla terapia efficace anche su rinosinusite cronica concomitante


Fibrosi cistica: dopo un anno di terapia con elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor, i pazienti  hanno sperimentato anche miglioramenti della rinosinusite cronica

Le donne con fibrosi cistica presentano tassi più elevati di esacerbazioni polmonari rispetto agli uomini secondo un nuovo studio

Dopo un anno di terapia con elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor, i pazienti affetti da fibrosi cistica (FC) hanno sperimentato anche un miglioramento degli outcome legati alla rinosinusite cronica. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery.

Razionale e disegno dello studio
Come è noto, la FC è una malattia genetica multiorgano, caratterizzata da un progressivo coinvolgimento delle vie aeree superiori e inferiori. Gli effetti delle terapie modificatrici del regolatore di conduttanza transmembrana della FC (CFTR) sulla malattia delle vie aeree superiori correlata alla FC, in particolare sulla rinosinusite cronica (CRS), non sono stati caratterizzati.

Di qui il nuovo studio, che si è proposto di determinare l’effetto della terapia tripla elexacaftor-tezacaftor-ivacaftor (ETI) – utilizzata per la FC – sulla CRS, misurata in base ai cambiamenti nelle metriche relative alla tomografia computerizzata dei seni paranasali (TC) e ai parametri clinici nei soggetti con FC.

Lo studio, avente un disegno di coorte prospettico, monocentrico e longitudinale, ha valutato 64 pazienti (età media, 18,5 anni; 60,9% ragazze; 100% di etnia Caucasica) con FC trattati con elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor (ETI) per scoprire come questo trattamento influisca sugli esiti della rinosinusite cronica.

I ricercatori hanno effettuato una TC sinusale entro 1 mese dall’inizio della terapia ETI (basale) ed entro 1 mese da 1 anno di terapia ETI. Le immagini sono state analizzate in modo indipendente da medici pneumologi, radiologi e otorinolaringoiatri, utilizzando i sistemi di punteggio Lund-Mackay e Sheikh-Lind. Sono stati misurati anche la percentuale predetta di volume espiratorio forzato in 1 secondo (ppFEV1), l’indice di massa corporea (BMI) e i dati microbiologici raccolti all’inizio della terapia ETI e a intervalli di 3 mesi per 1 anno.

Risultati principali
Entrambi i sistemi di punteggio hanno mostrato che 1 anno di terapia con ETI era legato ad un punteggio totale mediano più basso per la rinosinusite cronica rispetto al basale (Lund-Mackay, 3,3 vs. 5,8; Sheikh-Lind, 2,2 vs. 3,8).

In particolare, dopo 1 anno di trattamento con ETI, un numero più basso di pazienti presentava un punteggio medio di Lund-Mackay superiore a 5, indicativo di malattia grave e di risultati chirurgici peggiori, rispetto al basale (75% vs. 98,4%).

Nel periodo compreso da basale ad un mese di terapia con ETI, i ricercatori hanno osservato una riduzione della presenza di cloro nel sudore (differenza media, 48 mEq/L; 95% CI, 41-54), misurata come risultato secondario.
I ricercatori hanno anche esaminato la variazione di ppFEV1, di BMI e dei dati microbiologici dopo la terapia ETI. Dal basale a 1 anno, il valore mediano di ppFEV1 è aumentato dal 67% all’86%, mentre il BMI mediano è passato da 21 kg/m2 a 23 kg/m2.

In termini di dati microbiologici, i ricercatori hanno riscontrato che, dopo che i pazienti sono stati sottoposti a trattamento con la terapia ETI per 1 anno, si è avuta una riduzione, rispetto al basale, delle colture orofaringee positive per Pseudomonas aeruginosa (53,1% vs. 22,3%; OR = 0,03; IC95%: 0,01-0,15) e Staphylococcus aureus meticillino-resistente (29,7% vs. 17,7%; OR = 0,06; IC95%: 0,01-0,54).

Inoltre, è stato documentato anche un numero più basso di episodi di esacerbazione polmonare durante l’anno di terapia con ETI rispetto all’anno precedente l’inizio della terapia (mediana: 3,5 vs. 0).

Riassumendo
In conclusione, i risultati di questo studio di coorte hanno mostrato che il ricorso alla terapia con ETI è associato ad un miglioramento degli outcome della CRS nei partecipanti con FC, quantificato dal miglioramento delle scansioni TC dei seni paranasali misurate con 2 sistemi di punteggio radiografico, ed è stato associato anche a un miglioramento degli outcome clinici.

Nonostante il miglioramento dei punteggi della TAC, tuttavia, la maggior parte delle persone con FC continua ad avere punteggi che indicano una grave malattia dei seni paranasali.
Sono necessari, a questo punto, studi ulteriori di maggior durata, condotti in pazienti giovani in terapia con farmaci modulatori della proteina CFTR, per avere conferme di quanto osservato.

Bibliografia
Sheikh S, et al. Elexacaftor-Tezacaftor-Ivacaftor Therapy for Chronic Sinus Disease in Cystic Fibrosis JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. 2023; doi:10.1001/jamaoto.2023.2701.
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