Atrofia muscolare spinale: dose pediatrica di paracetamolo anche per adulti


Per contrastare il dolore nell’atrofia muscolare spinale, per adulti e bambini paracetamolo consigliato al dosaggio pediatrico

Atrofia muscolare spinale (SMA). nuovi dati evidenziano benefici e sicurezza a lungo termine con la terapia genica onasemnogene abeparvovec

Un piccolo studio danese pubblicato sulla rivista Neuromuscular Disorders ha rilevato nelle persone affette da atrofia muscolare spinale un’eliminazione del paracetamolo più lenta rispetto ai soggetti sani, senza tuttavia evidenze di tossicità epatica per la maggior parte dei pazienti, portando gli autori a raccomandare l’uso della dose pediatrica sia negli adulti che nei bambini e il monitoraggio degli enzimi epatici nei primi due giorni

Solo uno dei 12 pazienti affetti da atrofia muscolare spinale (SMA) ha sviluppato aumenti dei marcatori di disfunzione epatica, ma questi non erano associati a sintomi e si sono risolti dopo l’interruzione del trattamento. «Consigliamo ai medici di essere più consapevoli quando trattano i pazienti SMA con paracetamolo per più di 48 ore» hanno scritto i ricercatori.

Il paracetamolo è un componente non oppioide comune negli antidolorifici da banco e su prescrizione e i pazienti affetti da SMA sottoposti a procedure chirurgiche, come quelle per correggere la scoliosi, possono assumerlo per diversi giorni dopo l’intervento per aiutare a gestire il dolore post-operatorio. Il farmaco è ampiamente considerato sicuro ed efficace, tuttavia dosi elevate o l’uso a lungo termine sono associati a danni a carico del fegato, e le persone con fattori di rischio preesistenti possono essere particolarmente suscettibili alla tossicità epatica anche a dosi più basse o per finestre di trattamento più brevi.

Rischio di eventi avversi epatici del paracetamolo nella SMA
Le persone affette da alcuni disturbi neuromuscolari, come la SMA o la distrofia muscolare di Duchenne, possono essere particolarmente a rischio di effetti collaterali a livello epatico quando assumono paracetamolo alla dose standard per la popolazione generale, come hanno riferito i ricercatori a seguito del caso di un paziente con SMA di tipo 2 che ha sviluppato un’insufficienza epatica fatale dopo un intervento chirurgico addominale, sospettando la tossicità del paracetamolo come causa.

La suscettibilità alla tossicità epatica nella SMA potrebbe essere legata a diversi fattori, tra i quali una preesistente compromissione epatica. Questi pazienti hanno spesso anche una composizione corporea alterata, inclusa una ridotta massa muscolare scheletrica, che può comportare alterazioni metaboliche in grado di influenzare il metabolismo del paracetamolo.

Eliminazione più lenta del paracetamolo negli adulti con SMA
Per approfondire il profilo di sicurezza e le proprietà farmacologiche del paracetamolo nella SMA, i ricercatori hanno analizzato la sua clearance e i biomarcatori epatici nel sangue di 12 pazienti con SMA di tipo 2 (sei adulti e sei bambini) e di 11 adulti sani trattati alla dose terapeutica standard. Tutti i partecipanti con SMA avevano una massa muscolare scheletrica bassa e i soggetti adulti avevano un peso corporeo significativamente inferiore rispetto alle controparti sane.

Il farmaco è stato somministrato per via orale in forma liquida alla dose di 15 mg/kg ogni sei ore, fino a un massimo di 4.000 mg al giorno, per tre giorni consecutivi. I campioni di sangue sono stati prelevati ogni ora nel corso di 6-8 ore il primo e il terzo giorno di trattamento.

Gli adulti con SMA hanno mostrato una clearance del paracetamolo significativamente più lenta rispetto a quelli sani. L’eliminazione del farmaco è stata più lenta anche nei bambini malati, ma non ha raggiunto la significatività statistica. Anche la formazione e l’eliminazione di vari metaboliti sono risultate significativamente inferiori nei soggetti malati.

«Una clearance totale inferiore comporta un’eliminazione del farmaco più prolungata dall’organismo del paziente» hanno fatto presente gli autori, sottolineando che questo potrebbe portare a un accumulo di paracetamolo e quindi a una maggiore quantità da metabolizzare attraverso percorsi che causano stress cellulare.

In un adulto affetto da SMA gli enzimi epatici sono aumentati di circa nove volte dopo due giorni di trattamento, così come sono aumentati dopo la prima dose miRNA 122 e miRNA 192, altri possibili marcatori di disfunzione epatica. Tuttavia il paziente non presentava sintomi clinici e gli enzimi si sono normalizzati dopo una settimana dall’interruzione del trattamento. Nessun altro paziente o controllo ha sviluppato marcatori di funzionalità epatica anormale.

I ricercatori hanno anche esaminato la presenza di determinate varianti farmacogenetiche precedentemente legate al metabolismo del paracetamolo, ma tra i pazienti SMA hanno rilevato tassi simili a quelli osservati nella popolazione generale dell’Europa nordoccidentale. «Non riteniamo pertanto che testare le varianti farmacogenetiche nei pazienti con SMA aggiunga un valore significativo alla futura pratica clinica» hanno commentato. «La farmacogenetica probabilmente aumenta il rischio di una maggiore suscettibilità alla tossicità del paracetamolo, ma non è indicativa come dato singolo».

In conclusione, anche se le persone affette da SMA presentano diversi fattori di rischio che possono aumentare la loro suscettibilità all’epatotossicità indotta dal paracetamolo, gli autori hanno raccomandato sia per gli adulti che per i bambini l’uso di una dose pediatrica standard, fino a un massimo di 4.000 mg al giorno, con un adeguato monitoraggio degli enzimi epatici. Hanno sottolineato la necessità di condurre ulteriori ricerche su altri gruppi di pazienti con ridotta massa muscolare scheletrica trattati con paracetamolo.

Referenze

Naume MM et al. Acetaminophen treatment in children and adults with spinal muscular atrophy: a lower tolerance and higher risk of hepatotoxicity. NeuromuscularDisorders (2023).

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