Mafia a Bari, il sindaco Decaro: “Compravendita di voti calcio in bocca alla democrazia”


Il sindaco di Bari Decaro benedice l’operato di magistratura e forze dell’ordine, dopo l’inchiesta che ha portato a un centinaio di arresti per mafia

arresto morabito n'drangheta uruguay
blitz mafia

Infuria la polemica intorno al Comune di Bari. Ieri il ministero dell’Interno ha disposto l’ispezione per accertamenti in seguito a un’indagine della Procura che ha portato a più di cento arresti nel capoluogo pugliese, anche per compravendita di voti. “È un atto di guerra”, aveva denunciato ieri il sindaco Antonio Decaro, ma dal Viminale avevano precisato, in serata, che non si trattava di un’ispezione finalizzata allo scioglimento. Oggi il primo cittadino torna sulla vicenda: “Ci ho sempre messo la faccia”.

“Mi sono sentito un vigliacco”, ha detto Decaro riferendosi al rispondere all’iniziativa del ministero solo attraverso dei comunicati stampa. “Ci metto la faccia e non mi volto dall’altra parte solo perché non sono stato coinvolto io direttamente”, ha ribadito. “Quello accaduto ieri è la storia non di una giornata negativa, come ho pensato all’inizio, ma forse di una giornata positiva perché grazie all’azione della magistratura e delle forze dell’ordine ci siamo liberati di un pezzo di un problema che viviamo in città“.
“È vero che la persona arrestata era stata eletta tra i miei avversari, era stata uno degli avversari più feroci di quella campagna elettorale però non posso non ricordare a me stesso che comunque era arrivato a votare le delibere che presentava la maggioranza in Consiglio comunale, anche se non ha mai avuto ruoli particolari nell’Amministrazione. Contemporaneamente non posso credere che quella pratica di acquistare i voti non fosse praticata anche dalla mia parte politica”. Decaro poi cita, in maniera dettagliate, tre denunce presentate per compravendita di voti “per me, per una lista legata alla mia candidatura da sindaco”. “Queste cose – le sue parole – accadono nella nostra città ed è una cosa sulla quale dobbiamo alzare le difese, dobbiamo aumentare gli anticorpi della società civile. Dobbiamo essere capaci di farlo tutti insieme perchè comprare il voto è dare un calcio in bocca alla democrazia, comprare il voto dalla criminalità organizzata e come mettere un cappio al collo alla democrazia”.

Il primo cittadino plaude poi all’azione dei magistrati che ha “fatto emergere la compravendita dei voti da parte di un consigliere comunale” e dall’altra parte “ha fatto capire che ci sono infiltrazioni nelle attività economiche e professionali. Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima”. Sono fenomeni che “in una città con 14 clan criminali accadono e rischiamo che accadano ancora”.

LA NOTA DEL VIMINALE: ISPEZIONE NON FINALIZZATA A SCIOGLIMENTO

In relazione al provvedimento di accesso ispettivo nei confronti del Comune di Bari, di cui ha dato notizia il Sindaco Decaro, il Ministero dell’Interno precisa che lo stesso si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell’indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell’art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l’azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune. Il Viminale, si legge in una nota, precisa inoltre che l’accesso ispettivo, disposto ai sensi di specifiche previsioni di legge, a Bari come in altri diversi enti locali per analoghe circostanze, non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune bensì ad un’approfondita verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione.