Asma di tipo 2: dupilumab riduce i sintomi notturni


I pazienti con asma di tipo 2, scarso controllo dell’asma e forti disturbi del sonno hanno sperimentato una riduzione della sintomatologia notturna con dupilumab

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I pazienti con asma di tipo 2 di grado moderato-severoscarso controllo dell’asma e forti disturbi del sonno hanno sperimentato una riduzione della sintomatologia notturna e delle esacerbazioni con dupilumab. Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc dello studio registrativo QUEST, pubblicata recentemente su Respiratory Medicine.

Razionale e disegno dello studio
I pazienti asmatici sperimentano spesso disturbi del sonno. I sintomi dell’asma notturno che portano ad una compromissione del sonno possono essere dovuti ad un aumento delle resistenze delle vie respiratorie inferiori e ad una diminuzione del flusso espiratorio notturno. Questi disturbi del sonno si traducono in un’eccessiva sonnolenza diurna e possono contribuire ad uno scarso funzionamento diurno, ad un peggioramento del controllo dell’asma e alla qualità di vita (QoL), nonché a un deterioramento cognitivo, che può portare a problemi sociali e neurocomportamentali.

Poiché i disturbi del sonno influiscono negativamente sulla QoL complessiva del paziente, e dato che una scarsa qualità del sonno è associata a un peggiore controllo dell’asma in pazienti con asma sia grave che non grave, si evince che migliorare il controllo dell’asma è essenziale per ridurre i disturbi del sonno nei pazienti con asma, che a loro volta possono contribuire a migliorare il controllo complessivo dell’asma e la QoL di questi pazienti.

In questa analisi post-hoc dello studio registrativo QUEST sull’impiego di dupilumab nel trattamento di pazienti con asma di tipo 2, i ricercatori hanno utilizzato il punteggio ACQ-5 di controllo dell’asma pari o superiore a 2,5 come soglia per identificare 364 pazienti con asma di tipo 2 di grado moderato-severo e disturbi del sonno importanti (HSD), allo scopo di valutare l’efficacia di dupilumab per 52 settimane sui sintomi notturni, sul punteggio ACQ-5, sui tassi annualizzati di esacerbazioni gravi, sulla funzione polmonare e sull’impiego di SABA.

Per essere classificato come affetto da un elevato disturbo del sonno, il paziente doveva  presentava una compromissione di un elemento correlato al sonno nell’ACQ-5, nell’Asthma-Related Quality-of-Life Questionnaire (AQLQ), nel Rhino-Conjunctivitis Quality-of-Life Questionnaire o nel Sinonasal Outcome Test-22.

Sul totale della coorte in studio, 235 pazienti erano stati randomizzati a trattamento con dupilumab (età media: 46,5 anni; 66% donne), mentre 129 erano stati randomizzati a placebo (età media, 48,1 anni; 67,4% donne).

Risultati principali
Dal basale alla settimana 52, i ricercatori hanno riscontrato una riduzione di entità maggiore della prevalenza di disturbi del sonno elevati tra coloro che erano sottoposti a trattamento con dupilumab (dall’81% al 30%) rispetto a quelli che erano stati trattati con placebo (dall’84% al 49%).

L’assunzione di dupilumab per 52 settimane ha comportato anche una riduzione del punteggio dei sintomi notturni (differenza quadratica media: -0,31 punti; IC95%: da -0,47 a -0,14), un punteggio ACQ-5 più basso (differenza quadratica media: -0,56 punti; IC95%:  da -0,81 a -0,32) e un punteggio AQLQ più alto (differenza quadratica media: 0,48; IC95%:  0,23-0,73) rispetto al placebo, tutti indicativi di un miglioramento significativo.

Non solo: l’analisi post-hoc dello studio QUEST ha mostrato anche che il tasso annuale di esacerbazioni gravi dei pazienti che hanno ricevuto dupilumab rispetto al placebo era diminuito del 66% alla settimana 52. Questi pazienti presentavano anche valori migliori di FEV1 pre-broncodilatazione (+0 34 L) in concomitanza con questo timepoint.

In termini di impiego di SABA, il gruppo dupilumab si è caratterizzato per un maggior numero di pazienti che hanno dichiarato di “non aver più bisogno di questi farmaci” alla settimana 52 rispetto al basale (37,6% vs. 1,3%) rispetto al gruppo placebo (24,5% vs. 5,4%).

Da ultimo, anche la riduzione del numero di pazienti che necessitavano di cinque o più puff/inalazioni di SABA al giorno è stata maggiore nel gruppo trattato con dupilumab (dal basale: 35,7% alla settimana 52: 10,7%) rispetto al gruppo trattato con placebo (dal basale: 36,4% alla settimana 52: 21,4%).

Riassumendo
Nel complesso, questi risultati suggeriscono l’esistenza di una potenziale associazione tra i disturbo del sonno importanti (HSD) riferiti e lo scarso controllo dell’asma misurato dall’ACQ-5, supportando gli item relativi al sonno dell’asma [patient reported outcomes] come strumento utile per identificare gli HSD nella popolazione asmatica, scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro.

“Naturalmente, a questo punto – aggiungono – si impone l’implementazione di nuovi studi finalizzati ad approfondire e suffragare ulteriormente questa ipotesi”.

Bibliografia
Maspero JF, et al. Dupilumab efficacy in high sleep disturbance management among patients with type 2 asthma. Respir Med. 2023;doi:10.1016/j.rmed.2023.107344.
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