Acqua da bere: guida alla scelta


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Quando parliamo di acqua da bere, o acqua potabile, si fa riferimento all’acqua destinata al normale consumo umano. Essenzialmente se ne possono distinguere due tipologie, l’acqua minerale e l’acqua proveniente dagli acquedotti. La prima è quella in bottiglia o in altri tipi di contenitori che possiamo acquistare online, nei negozi di alimentari e nei supermercati, mentre la seconda è quella che proviene dagli acquedotti e che esce dai rubinetti delle abitazioni.

Tralasciando l’acqua del rubinetto, può essere importante conoscere qualcosa in più sulle acque minerali, dato che ne esistono diverse tipologie e ci si può, quindi, chiedere come orientarsi sulla scelta.

1.Scegliere l’acqua minerale: leggiamo l’etichetta

Una corretta lettura dell’etichetta dell’acqua minerale ci aiuta a scegliere il prodotto più adeguato alle proprie specifiche esigenze.

Sull’etichetta, che peraltro è obbligatoria, ci sono varie informazioni fra cui il termine minimo di conservazione, il lotto di appartenenza e l’analisi chimica, l’indicazione forse più importante.

Da questa analisi possiamo per esempio verificare la durezza dell’acqua (espressa in gradi francesi), il pH (che indica l’acidità dell’acqua) e il residuo fisso (il contenuto di sali minerali espresso in mg).

Se, ad esempio, verifichiamo tutte le proprietà dell’acqua Smeraldina, una delle acque più gettonate da salutisti e sportivi, possiamo scoprire che si tratta di un’acqua oligominerale (il residuo fisso è 157 mg/l, quindi compreso tra 50 e 500, range che identifica le acque oligominerali), lievemente acida (pH 6,5) e contenente bicarbonati, solfati, sodio, potassio, calcio, magnesio ecc.

2.Acque oligominerali: adatte all’uso quotidiano

Le oligominerali sono le acque più comunemente diffuse in commercio e sono acque adatte a un uso quotidiano poiché hanno un residuo fisso piuttosto basso (tra 50 e 500 mg/l) con un ridotto contenuto di sodio, favoriscono la diuresi e, tipicamente, hanno un contenuto equilibrato di minerali. Possono essere consumate da bambini piccoli e anziani e, a seconda del livello di residuo fisso, anche da coloro che soffrono di calcolosi renale.

3.Acque minimamente mineralizzate: ideali per l’alimentazione dei neonati

Le acque minimamente mineralizzate si caratterizzano per avere un residuo fisso inferiore ai 50 mg/l; non sono molto diffuse in commercio. Sono spesso consigliate dai pediatri per la preparazione dei cibi dei neonati (per esempio per preparare il latte in polvere) e sono adatte a coloro che soffrono di problemi renali poiché stimolano la diuresi e non affaticano i reni.

4.Acque mediamente mineralizzate: utili nei mesi caldi

Le mediamente mineralizzate, talvolta indicate semplicemente come “minerali”, sono acque con un residuo fisso compreso tra 500 e 1.500 mg/l. Possono risultare utili per reintegrare i sali minerali che si perdono in seguito ad abbondanti sudorazioni, nei mesi caldi o in seguito ad attività fisiche intense. Dato che il loro residuo fisso è piuttosto alto, è consigliabile alternarle con le acque oligominerali.

5.Acque fortemente mineralizzate: utili a scopo medico

Le fortemente mineralizzate sono acque particolarmente ricche di minerali; il loro residuo fisso è infatti superiore ai 1.500 mg/l. Non sono acque adatte all’uso quotidiano; nella maggior parte dei casi sono acque di origine termale vendute in farmacia e che devono essere bevute a scopo terapeutico e dietro supervisione medica.

6.Quanta acqua si deve bere al giorno?

Come spiegato sul sito del Ministero della Salute, la quantità di acqua da bere quotidianamente può variare a seconda del singolo individuo (qui un approfondimento), dello stile di vita, dell’alimentazione e del tipo di attività svolta.

In linea di massima, comunque, l’indicazione media per adolescenti e persone adulte va dai 2 litri nel caso di soggetti di sesso femminile ai 2,5 litri nel caso di soggetti di sesso maschile; questi quantitativi si riferiscono a un introito complessivo che deriva sia dal consumo diretto, sia da quello indiretto (acqua presente nei cibi).