Il Metodo Billings compie 70 anni: che cosa è


Il Metodo Billings si basa sulla rilevazione da parte della donna del sintomo del muco cervicale, a livello vulvare

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L’infertilità di coppia rappresenta un problema di notevoli proporzioni. Si intende per infertilità quella condizione in cui una coppia non riesce ad avere un figlio dopo circa un anno di rapporti sessuali non protetti. L’infertilità è un problema che affligge dal 10% al 20% delle coppie in età fertile. In Italia sono sempre più numerose le coppie che si rivolgono agli specialisti del settore per ottenere una gravidanza.

Il fenomeno sembra in aumento per diversi motivi: sia perché la coppia decide di avere un figlio sempre più tardi, sia per l’influenza di alcuni fattori ambientali sfavorevoli, come inquinamento, stress, smog, alimentazione sbagliata.

L’impossibilità di avere un figlio, oltre a rappresentare un problema di carattere medico, comporta anche aspetti, non trascurabili, di ordine psicologico e comportamentale.

I metodi naturali sono criteri diagnostici per la conoscenza della fertilità che non si limitano a trasmettere nozioni teoriche sulla fisiologia del ciclo mestruale; essi consentono alla donna di individuare la presenza o assenza della fertilità nel proprio ciclo mestruale, attraverso la rilevazione di segni e sintomi naturali, che la rivelano.

Questa conoscenza della propria fertilità è fondamentale per sviluppare consapevolezza e apprezzamento per il suo significato e valore, sia per la donna sia per la coppia.

L’acquisizione della consapevolezza della fertilità ed infertilità della donna ha una particolare rilevanza socio-sanitaria soprattutto al giorno d’oggi, in cui la medicina si trova sempre più sollecitata ad affrontare le problematiche connesse alla compromissione della capacità procreativa della coppia, e a cercare soluzioni adeguate al problema.

L’apprendimento dei metodi naturali può costituire innanzi tutto per adolescenti e giovani, un’opportunità di conoscere più approfonditamente il proprio corpo; ciò assume particolare importanza per uno sviluppo armonico dell’identità sessuale e l’acquisizione di un atteggiamento di responsabilità nei confronti della trasmissione della vita.

Il Metodo naturale più valido ed efficace oggi disponibili è il Metodo dell’Ovulazione-Billings (conosciuto più comunemente come Metodo Billings) .

Il Metodo Billings
Si basa sulla rilevazione da parte della donna del sintomo del muco cervicale, a livello vulvare.
In ogni donna che sia fertile l’ovulazione è sempre preceduta e accompagnata da una particolare secrezione di muco dal collo dell’utero.

Questa secrezione costituisce un indicatore attendibile dell’attività ovarica e dell’ovulazione, in quanto il suo andamento caratteristico e le sue modificazioni ultrastrutturali (muco G, L, S, P, individuati da Odeblad), rispecchiano fedelmente sia la produzione degli estrogeni durante la fase dello sviluppo follicolare, sia la secrezione di progesterone conseguente al verificarsi dell’ovulazione.

Il muco cervicale è anche un fattore indispensabile per la fertilità della coppia. Esso, infatti, svolge un ruolo determinante per la sopravvivenza degli spermatozoi nell’organismo femminile, nell’impedire o favorire il loro passaggio attraverso il collo dell’utero, nel selezionare degli spermatozoi inadatti al concepimento, nel contribuire alla capacitazione spermatica.

I parametri fondamentali di riferimento del Metodo sono essenzialmente due: il Quadro Non Fertile di Base (QNFB) e il sintomo del Picco.

Il QNFB
Caratterizza la fase non fertile preovulatoria.

Connotazione peculiare di questo quadro di infertilità preovulatoria rilevabile dalla donna è l’invariabilità, che lo distingue dal quadro che si modifica (in evoluzione), espressione di potenziale fertilità.

Studi di Brown evidenziano che il QNFB è correlabile a livelli di estrogeni urinari al di sotto della soglia di 20 µg/24 ore, che esprimono uno stato di “relativa inattività ovarica.

Il QNFB è caratterizzato anche dalla presenza a livello della cervice uterina di una secrezione sfavorevole agli spermatozoi: il muco di tipo G individuato da Odeblad. Questo tipo di muco impedisce l’ingresso in utero degli spermatozoi, che esposti all’ambiente vaginale ostile sopravvivono per poco tempo e perdono rapidamente la loro capacità di fecondare la cellula uovo.

La prima, pur minima, modificazione rispetto al QNFB (rilevazione vulvare di muco denso e/o di sensazione di non più asciutto, di umido) caratterizza l’inizio del sintomo del muco, dovuto al superamento della suddetta soglia estrogenica, e segna l’inizio della fase di potenziale fertilità.

Parallelamente all’incremento degli estrogeni il sintomo del muco sviluppa caratteristiche di alta fertilità (una sensazione intensa di bagnato, di lubrificazione, accompagnata o meno dalla rilevazione visiva di un muco sempre più fluido ed acquoso). L’aumento dei livelli di pregnandiolo urinario al di sopra del livello di 1,5 mg/24 ore conseguente al verificarsi dell’ovulazione, determina un netto cambiamento del sintomo del muco, che consente alla donna di riconoscere il cosiddetto Picco del sintomo del muco.

Il Picco Viene definito Picco l’ultimo giorno di sensazione di lubrificazione, di bagnato, accompagnato o meno de rilevazione visiva di muco fluido.

L’identificazione del Picco è fondamentale non solo per stabilire l’inizio della fase non fertile post-ovulatoria (4° giorno dopo il Picco), ma anche per riconoscere il momento di massima fertilità del ciclo; il Picco, infatti, è in stretto rapporto temporale con l’ovulazione, ed è caratterizzato dalla presenza nella cervice di una secrezione con caratteristiche chimico-fisiche e strutturali più favorevoli alla penetrazione e sopravvivenza degli spermatozoi (muco di tipo S e muco P Secondo Odeblad).

L’identificazione del QNFB e la possibilità di distinguere l’andamento tipicamente ovulatorio del sintomo del muco (Picco), rispetto a quello determinato da una semplice fluttuazione estrogenica (assenza del Picco) consente l’uso del Metodo Billings anche in cicli irregolari o anovulatori, caratterizzati da un allungamento più o meno rilevante della fase preovulatoria del ciclo.

Il successo del metodo Dipende da:

• Istruzione corretta
• Comprensione adeguata
• Osservazione scrupolosa
• Registrazione accurata
• Supervisione costante durante l’apprendimento
• Reciproca motivazione e cooperazione tra i coniugi

Meriti del metodo

• E’ moralmente accettabile da tutti
• Il rapporto sessuale avviene in maniera normale
• Non provoca alcun disturbo o alterazione della fisiologia femminile, pertanto può essere utilizzato in qualsiasi momento, a scelta della coppia, sia per rinviare, sia per ricercare una gravidanza
• Non è influenzato dalla irregolarità o dalla diversa lunghezza dei cicli
• Può essere usato efficacemente nelle situazioni più varie della vita riproduttiva della donna: dopo il parto, durante l’allattamento, alla sospensione di contraccettivi ormonali, in premenopausa, ecc.
• Per la sua semplicità il metodo può essere applicato da persone di ogni estrazione sociale e di qualsiasi livello culturale; può essere appreso ed utilizzato anche da donne cieche
• Non è costoso né da insegnare, né da usare

Fonte: Centro Studi per la Regolazione Naturale della Fertilità – Università Cattolica del S. Cuore, Roma.

Bibliografia
1) Barbato M. La Regolazione Naturale della Fertilità. Scienza, Cultura, Esperienza. CODIT, Milano 1993.
2) Billings EL, Brown JB, Billings JJ, Burger HG. Symptoms and hormonal changes accompanying ovulation. Lancet 1972; 1 (7745): 282- 284.
3) Billings JJ. The validation of the Billings Ovulation Method by laboratory research and field trials”. Acta Eur Fertil 1991; 22(1): 9-15.