Sclerosi: studio indaga come diminuisce rischio di conversione alla SMSP


I dati del Registro svedese della sclerosi multipla indicano che il rischio di conversione alla SPMS è diminuito nei pazienti che hanno un esordio precoce della malattia

Sclerosi multipla, tolebrutinib virus di epstein barr

Un’analisi dei dati del Registro svedese della sclerosi multipla (SM) indica che il rischio di conversione alla SM secondariamente progressiva (SPMS) è diminuito negli ultimi anni nei pazienti che hanno un esordio precoce della malattia. La conversione, inoltre, si sta verificando più tardi nella vita e nelle persone che hanno vissuto più a lungo con la SM, essendosi osservato il cambiamento maggiore in coloro che erano più giovani all’inizio della malattia. È quanto emerge dalle analisi presentate a Milano, all’ECTRIMS-ACTRIMS 2023.

«È probabile che una maggiore disponibilità delle terapia modificanti la malattia (DMT) abbia contribuito a posticipare la conversione della SM in SPMS, supportando i benefici a lungo termine delle DMT stesse» ha detto Elena Flavia Mouresan, del Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia). Questi risultati evidenziano l’importanza sia delle strategie mirate a una diagnosi precoce sia dell’impiego altrettanto precoce delle DMT, ha aggiunto la ricercatrice.

Circa l’85% dei pazienti con SM riceve inizialmente una diagnosi di SM recidivante-remittente (RRMS), caratterizzata da periodi di peggioramento dei sintomi intervallati da periodi di remissione in cui i sintomi si attenuano e rimangono stabili. Nel corso del tempo, alcuni pazienti passeranno a un decorso della malattia secondariamente progressivo (SPMS) in cui i sintomi continuano ad accumularsi gradualmente anche in assenza di recidive.

Se non trattata, si ritiene che circa la metà dei pazienti affetti da RRMS passi a SMSP entro un decennio dalla diagnosi. Tuttavia, un minor numero di pazienti affetti da RRMS attualmente subisce tale transizione (che sembra avvenire più tardi lungo il decorso della malattia) a causa della crescente disponibilità di DMT, come accennato sopra.

In due decenni diminuzione complessiva dei punteggi EDSS nel registro nazionale
Il Registro svedese della SM, varato ufficialmente nel 2000, ospita informazioni cliniche e demografiche a lungo termine di oltre 22.000 pazienti svedesi affetti da SM, popolazione corrispondente a circa l’84% di tutti i pazienti affetti da SM nel paese scandinavo.

Nel rapporto annuale 2022 del registro, i ricercatori hanno notato che il punteggio medio dell’Expanded Disability Status Scale (EDSS) della popolazione inclusa è diminuito negli ultimi due decenni, suggerendo una disabilità complessivamente inferiore negli ultimi anni. Il punteggio medio EDSS nel 1998 era di 4,2; nel 2022 era di 2,7.

«Sospettiamo che ciò sia dovuto a una diminuzione della percentuale di pazienti con SPMS nel registro, perché quando abbiamo esaminato separatamente i punteggi medi EDSS dei pazienti con RRMS e di quelli con SPMS non abbiamo osservato questa tendenza» ha affermato Mouresan, che ha esaminato con i suoi colleghi del Karolinska il tasso di incidenza di SPMS all’interno del registro ogni anno tra il 2005 e il 2020, per un totale di quasi 20.000 pazienti con SM, pari a circa l’88% di tutti i pazienti inclusi nel registro.

È emerso che la percentuale delle persone con SPMS era scesa dal 23,3% nel 2005 al 21,9% nel 2020, e «la maggior parte del declino si è verificata negli ultimi cinque anni» ha fatto notare Mouresan. Le analisi statistiche hanno mostrato una diminuzione del 2% della quota di pazienti con SPMS per anno solare dopo aggiustamento per potenziali fattori di confondimento come il sesso e l’età.

In calo l’incidenza del passaggio da RRMS a SPMS
Allo stesso modo, l’incidenza della SPMS, ovvero il numero di nuovi casi all’anno, è diminuita significativamente da 2,7 casi per 100 anni-persona (PY) nel 2005 a 0,9 casi per 100 PY nel 2020, con una diminuzione significativa del 7% per anno solare nelle analisi statistiche finali. La PY è una misura che tiene conto del tempo complessivo di osservazione di tutti i pazienti.

I ricercatori hanno anche rilevato differenze, nel corso degli anni, in termini di età e durata della malattia al momento della transizione a SMSP. Nell’ambito dei 15 anni considerati, l’età mediana alla conversione in SPMS è aumentata da 58 a 64 anni e la durata mediana della malattia al passaggio in SPMS è aumentata da 24 a 30 anni. Ciò equivale a un aumento di circa quattro mesi dell’età mediana e della durata mediana della malattia alla conversione in SPMS per anno solare.

Infine, l’età media all’insorgenza della SM tra coloro che alla fine hanno avuto una conversione in SPMS è aumentata da 34 anni nel 2005 a 38,5 nel 2020. Questo cambiamento non è stato osservato tra i pazienti con RRMS che non sono progrediti a SPSM, «nei quali l’età di insorgenza è rimasta stabile lungo tutti gli anni», ha precisato Mouresan. Tale dato è di interesse perché indica che la modificazione del rischio di passaggio a SPMS avviene primariamente  nelle persone con insorgenza di SM in giovane età, ha osservato.

Nel complesso, «in Svezia, il rischio per i pazienti con RRMS di subire una conversione in SPMS è diminuito significativamente dal 2005 e tale passaggio attualmente si verifica più tardi nella vita e a un tempo più lungo dopo l’insorgenza della malattia» ha affermato la ricercatrice, sottolineando che il cambiamento maggiore si era osservato nelle persone con insorgenza precoce della SM.

I risultati sono limitati dai cambiamenti nella completezza dei dati di registro nel tempo, cioè dalla sua copertura, ha precisato Mouresan. Per esempio, i casi più gravi avevano maggiori probabilità di essere identificati in anni anteriori rispetto a quelli dei pazienti con forme lievi; anche i pazienti più anziani erano sottorappresentati, ha aggiunto.

Inoltre, ha detto la specialista, non sono stati presi in considerazione nell’analisi altri fattori legati alla progressione della malattia che però potrebbero «contribuire al rinvio della conversione in SPMS». Tali fattori possono includere migliori scelte di stile di vita, come l’astensione dal fumo, il trattamento migliorato di condizioni coesistenti e una maggiore salute generale della popolazione inclusa nel registro.

Fonte:
Mouresan EF, Forsberg L, Glaser A, Hillert J. A decreasing risk of secondary progressive multiple sclerosis in Sweden 2005-2020 A decreasing risk of secondary progressive multiple sclerosis in Sweden 2005-2020. ECTRIMS-ACTRIMS 2023, Milano. Abstract n.1714/O150. leggi