MICI e spondiloartriti: presentato documento di Consensus Delphi


Malattie infiammatorie intestinali e spondiloartriti: presentato per la prima volta un documento di Consensus Delphi

La metoclopramide può essere efficace per i pazienti con sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore, ma c'è scarsità di dati sperimentali pubblicati

I pazienti che soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), in maniera più frequente rispetto alla popolazione generale manifestano anche i sintomi riferibili a spondiloartrite con gravi conseguenze sulla qualità della vita. Questa evidenza fa ipotizzare che fra le patologie esista una fisiopatologia comune. Inoltre, anche le strategie farmacologiche sono spesso condivise. Ciò ha fatto sorgere la necessità di fissare delle linee guida, utili sia per i gastroenterologi sia per i reumatologi, che nella pratica clinica collaborano insieme nell’assistenza dei pazienti.

Al XIV Congresso Nazionale dell’Italian Group for the Study of Inflammatory Bowel Disease (IG-IBD), è stato presentato per la prima volta un documento di Consensus Delphi, realizzato da IGIBD insieme alla Società Italiana di Reumatologia (SIR), per la gestione e il trattamento della persona affetta da malattia di Crohn o da rettocolite ulcerosa complicata da spondiloartrite. Le raccomandazioni hanno lo scopo di rivedere ciò che era stato fatto negli anni precedenti e di offrire una guida pratica agli specialisti.

“Le manifestazioni articolari nei pazienti con IBD sono molto frequenti e riguardano circa il 30% della totalità dei pazienti”, spiega il Dottor Fabio Salvatore Macaluso, gastroenterologo della IBD Unit presso l’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo. “Nella pratica clinica – continua -, condividiamo con i reumatologi molti farmaci per il trattamento di tali patologie. Per questo motivo, le due Società scientifiche hanno sentito l’esigenza di realizzare un documento, focalizzato sui trattamenti, in cui però è presente anche una sezione in cui sono indicate le modalità corrette di diagnosi e valutazione della severità, in base ai criteri condivisi da gastroenterologi e reumatologi”.

“La comparsa dei sintomi – commenta il Professor Roberto Gerli, Past President della Società Italiana di Reumatologia (SIR) – può avvenire in contemporanea a quelli specifici delle malattie infiammatorie croniche intestinali, oppure, in alcuni casi, può precedere di anni la diagnosi successiva delle patologie del tratto digerente. In funzione del tipo di interessamento della malattia, la terapia può cambiare. In alcuni casi, possono essere usati gli stessi farmaci in maniera comune. È quindi importante – sottolinea – il rapporto multidisciplinare. Inoltre il documento, frutto di tale collaborazione, potrebbe essere seguito in futuro da trial utili alla identificazione di nuovi trattamenti efficaci per tali patologie”.

Dati italiani
Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) hanno un’incidenza in Italia stimata tra i 10 e i 15 nuovi casi su 100.000 abitanti l’anno e una prevalenza di circa 300 pazienti ogni 100.000 abitanti. Questi dati sottostimano la reale portata del problema e si stima che ci siano circa 250.000 pazienti affetti da MICI. L’incidenza e la prevalenza di queste patologie sono in costante aumento sia in Italia che nel mondo occidentale, con un picco di prevalenza nella fascia di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Le malattie reumatologiche colpiscono a tutte le età, non solo fra gli anziani. In Italia i pazienti sono 5,4 milioni, ovvero una persona su dieci. Molte persone presentano sintomi invalidanti, con danni articolari e disabilità.