Rosacea: troppi casi di scorretta gestione della malattia


A causa della variabilità delle sue manifestazioni cliniche, la rosacea è una condizione che può sfuggire alla diagnosi e all’attenzione nella pratica clinica

In Italia oltre 3,5 milioni di persone convivono con lesioni vascolari che in molti casi generano stress, insicurezza e depressione. Tra queste c’è la rosacea, che oggi può essere trattata con il laser

La rosacea è una condizione cutanea infiammatoria cronica che, se non opportunatamente gestita già al suo esordio, può progredire nel tempo con manifestazioni di tipo edematoso/infiltrativo. A causa della variabilità delle sue manifestazioni cliniche, la rosacea è una condizione che può sfuggire alla diagnosi e all’attenzione nella pratica clinica, e ciò si traduce in una non corretta gestione della malattia, con un impatto negativo sul soggetto che ne è affetto. È dunque di fondamentale importanza condurre una valutazione clinica e una diagnosi differenziale accurata per garantire il trattamento appropriato. Ad esempio, è importante conoscere che la rosacea può interessare individui di tutte le età, etnie e fototipi. La consapevolezza e l’educazione sulla rosacea e le sue manifestazioni cliniche sono fondamentali per migliorare la strategia terapeutica e la qualità della vita dei soggetti affetti da questa patologia.

La rosacea è una dermatosi benigna cronica che colpisce il volto manifestandosi con eritema, teleangectasie, lesioni infiammatorie a tipo papulo-pustole, infiltrative a tipo fimatoso e, talvolta, con coinvolgimento oculare. Tuttavia, in alcune rare circostanze, la rosacea può interessare anche zone extra-facciali quali il cuoio capelluto e altre zone cutanee frequentemente esposte al sole o soggette a irritazioni.

A causa del suo decorso tipicamente cronico-recidivante, la rosacea, se non tempestivamente diagnosticata e trattata, ha un enorme impatto negativo sulla sfera sociale, professionale e psicologica del soggetto affetto.1,2

La patogenesi della rosacea non è del tutto chiara e coinvolge diversi fattori, tra cui cause microbiche (iperproliferazione del Demodex folliculorum), genetiche, immunologiche (disregolazione dell’immunità innata e adattativa) e infiammatorie (infiammazione cronica e anomalie neuro-vascolari).3,4

Rispetto alla classificazione tradizionale, che suddivideva la rosacea in quattro sottotipi clinici (tipo I: eritemato-teleangectasico; tipo II: papulo-pustoloso; tipo III: rosacea fimatosa; tipo IV: rosacea oculare), recentemente è stato suggerito un criterio basato sul fenotipo, che permette di focalizzarsi su specifici segni/sintomi e rispettivi livelli di gravità. Sulla base di queste nuove considerazioni, per poter formulare la diagnosi è necessaria la presenza di almeno un criterio diagnostico (eritema persistente e/o fima), indipendentemente dalla presenza di almeno due criteri maggiori (quali eritema transitorio, teleangectasie, papule/pustole e lesioni oculari) e/o minori (bruciore, pizzicore, edema xerosi).1,3

Sebbene la rosacea sia più frequente nella popolazione di età compresa tra i 30 e 50 anni, può anche verificarsi in giovani adulti e, in rari casi, nell’infanzia.5,6

Un altro luogo comune da sfatare riguarda la correlazione con un determinato fototipo: storicamente la rosacea è associata principalmente a persone di pelle chiara (fototipo I-II), in particolare di origine nord- europea. Tuttavia, la rosacea può interessare individui di tutte le etnie e tipi di pelle, sebbene i sintomi possano variare.7 Nei pazienti con una carnagione più scura (fototipo III-IV), gli eritemi e le teleangectasie possono apparire meno evidenti rispetto alle persone con pelle chiara, e questo può portare a non riconoscere la patologia e quindi ad una sottostima della rosacea. Una diagnosi ritardata o imprecisa può causare la progressione della malattia, una morbilità più significativa e sequele cutanee dovute a trattamenti inadeguati o tardivi. 7 L’uso di un’illuminazione adeguata, la fotografia dell’area su uno sfondo scuro, e soprattutto la dermatoscopia possono essere di aiuto per una diagnosi certa.

Regola d’oro: la diagnosi e il trattamento della rosacea dovrebbero sempre essere basati sui sintomi e segni specifici del soggetto affetto, indipendentemente dall’età o dal fototipo del paziente anche se  altre condizioni cutanee infiammatorie del viso (come, ad esempio, l’acne o altre dermatiti irritative quali la dermatite periorale) possono rendere difficile la diagnosi, e non è infrequente che giovani medici o medici con poca esperienza effettuino diagnosi errate o non riconoscano la rosacea.Inoltre, la rosacea può variare notevolmente nella gravità e nei sintomi da persona a persona. Esistono infatti forme parcellari difficili da diagnosticare. In particolare, la diagnosi differenziale tra la rosacea e l’acne è di fondamentale importanza poiché queste due condizioni dermatologiche richiedono approcci terapeutici distinti, e talvolta contrastanti. La valutazione clinica deve quindi essere basata su fattori eziologici, sulla tipologia e localizzazione delle lesioni cutanee, sulla sintomatologia associata, sull’età del paziente e sulla risposta alle diverse terapie.

Oltre ad identificare ed evitare i conosciuti trigger specifici di malattia (cibo caldo, speziato, stress e altre condizioni locali e sistemiche irritanti), sono disponibili diverse opzioni di trattamento farmacologico approvate che includono la brimonidina topica e l’ossimetazolina (principalmente indicate per l’eritema), l’ivermectina topica, il metronidazolo, l’acido azelaico e la doxiciclina per via orale a rilascio modificato da 40 mg (principalmente indicate per le lesioni infiammatorie). L’ivermectina, per la sua efficacia e tollerabilità, è ad oggi il farmaco di riferimento per il trattamento topico della rosacea infiammatoria,1 esplicando una potente attività antinfiammatoria e riducendo efficacemente non solo papule e pustole, ma anche l’eritema nei pazienti affetti da rosacea.2,3,5 Inoltre, anche la combinazione di ivermectina topica con doxiciclina per via orale a rilascio modificato è approvata per il trattamento della rosacea.5 Negli ultimi anni, diverse terapie tecnologiche basate sulla luce e i laser (come la luce pulsata ad alta intensità (IPL) e il laser a colorante pulsato (PDL)) sono state utilizzate efficacemente per la gestione della rosacea e sono particolarmente efficaci nel trattare le varie manifestazioni vascolari della malattia.10 Queste tecnologie potrebbero essere indicate soprattutto laddove le terapie topiche o sistemiche non abbiano portato a benefici.

Infine, essendo la rosacea associata ad una disfunzione della barriera cutanea e ad una maggiore perdita di acqua transepidermica, l’utilizzo di emollienti e di creme idratanti di alta qualità possono riparare e mantenere lo strato corneo e la funzionalità della barriera cutanea, migliorare l’idratazione della pelle, ridurre la probabilità di irritazione cutanea e possono essere utilizzate come coadiuvanti ad altre terapie per la rosacea. La combinazione di una buona pratica di skincare (detergenti delicati, creme idratanti e protezione solare) insieme ad un appropriato trattamento farmacologico può infatti migliorare la gestione sintomatologica della rosacea.7

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Bibliografia

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  6. Fuller J, Murphy M, O’Connor C. Red-faced lies: a qualitative analysis of online misinformation and conspiracy theories in rosacea [published online ahead of print, 2023 Sep 4]. Clin Exp Dermatol. 2023;llad307. doi:10.1093/ced/llad307
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