Alzheimer: brexpiprazolo riduce i sintomi di agitazione


Sintomi di agitazione nella malattia di Alzheimer ridotti con brexpiprazolo in 12 settimane secondo i risultati di un nuovo studio

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Il trattamento con brexpiprazolo alla dose di 2 o 3 mg ha portato, in adulti con malattia di Alzheimer (AD), a una significativa riduzione dell’agitazione nell’arco di 12 settimane rispetto al placebo, secondo una ricerca pubblicata su “JAMA Neurology”.

«Uno degli aspetti più impegnativi della cura di un paziente con AD, sia da parte di un operatore sanitario che di una persona cara, è costituito dal momento in cui il paziente sviluppa sintomi di agitazione che diventano sempre più difficili da gestire» scrivono gli autori dello studio, coordinati da George T. Grossberg, direttore della Psichiatria geriatrica presso la Saint Louis University School of Medicine. «L’agitazione associata alla demenza dovuta all’AD colpisce quasi il 50% dei pazienti» specificano.

Grossberg e colleghi hanno inteso confermare la sicurezza, l’efficacia e la tollerabilità di brexpiprazolo in adulti di età compresa tra 55 e 90 anni con agitazione nella AD.

Esiti misurati in base alla diminuzione del punteggio CMAI
Il loro studio di fase 3 multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a dose fissa, a braccio parallelo è stato condotto da maggio 2018 a giugno 2022 in 123 siti in Europa e negli Stati Uniti. Un totale di 345 individui (età media, 74 anni; 56,5% donne) sono stati randomizzati in proporzione 2:1 a ricevere brexpiprazolo (n = 228) o placebo (n = 117) per 12 settimane, con i soggetti della coorte di trattamento ulteriormente randomizzati a ricevere dosi fisse di 2 mg al giorno o 3 mg al giorno in un rapporto 1:2.

L’endpoint primario dello studio era la variazione del punteggio totale del Cohen-Mansfield Agitation Inventory (CMAI) dal basale alla settimana 12 per brexpiprazolo, 2 mg o 3 mg, rispetto al placebo, con valutazioni di sicurezza effettuate mediante misure standard che includevano eventi avversi emergenti dal trattamento.

Secondo i risultati, i tassi di completamento sono stati dell’86,8% per brexpiprazolo e dell’88,9% per il placebo. I ricercatori hanno riportato un miglioramento statisticamente significativo nel gruppo brexpiprazolo rispetto al gruppo placebo nel punteggio totale CMAI (brexpiprazolo basale, 80,6; variazione media = -22,6; placebo basale, 79,2; variazione media = -17,3; differenza media dei minimi quadrati = -5,32; IC 95%, da -8,77 a -1,87).

I dati hanno inoltre mostrato che l’incidenza di eventi avversi emergenti dal trattamento non è stata superiore al 5% con brexpiprazolo né superiore al placebo. La percentuale di partecipanti che hanno interrotto lo studio a causa di eventi avversi è stata del 5,3% per brexpiprazolo e del 4,3% per placebo.

«Questo studio è il primo a riportare l’efficacia del brexpiprazolo nel migliorare significativamente ciascuna delle tre classificazioni dei sintomi di agitazione: comportamenti aggressivi, comportamento fisicamente non aggressivo e comportamento verbalmente agitato» affermano Grossberg e colleghi. Questa prova aiuterà i medici, le famiglie e gli operatori sanitari a prendere decisioni informate su ciò che è meglio per il loro paziente o per una persona cara che vive con questa condizione complessa».

Ricerca tempestiva per una priorità clinica con poche soluzioni farmacologiche
In un editoriale correlato, Clive Ballard, professore di Malattie legate all’età presso la University of Exeter Medical School nel Regno Unito, ha citato la tempestività dello studio, poiché il trattamento per l’agitazione continua a essere una priorità assoluta, ma le soluzioni farmacologiche sono poche.

«Il trattamento dell’agitazione e dell’aggressività è impegnativo» ha scritto su “JAMA Neurology”. «Le linee guida basate sulla migliore pratica clinica raccomandano che gli interventi non farmacologici sono spesso efficaci e dovrebbero essere presi in considerazione e tentati prima dei trattamenti farmacologici».

I punti chiave

  • Gli adulti con agitazione nella malattia di Alzheimer sono stati randomizzati a brexpiprazolo o placebo per 12 settimane.
  • I pazienti trattati con brexpiprazolo hanno avuto una maggiore riduzione dell’agitazione dal basale alla settimana 12 rispetto a quelli trattati con placebo.

Fonti:
Lee D, Slomkowski M, Hefting N, Cet al. Brexpiprazole for the Treatment of Agitation in Alzheimer Dementia: A Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol. 2023 Nov 6:e233810. doi: 10.1001/jamaneurol.2023.3810. [Epub ahead of print] leggi

Ballard C. Brexpiprazole for the Treatment of Agitation and Aggression in Alzheimer Disease. JAMA Neurol. 2023 Nov 6. doi: 10.1001/jamaneurol.2023.3967. [Epub ahead of print] leggi