Da quello per l’influenza al Covid, la Sigg: “Troppi anziani non fanno i vaccini”


La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – Sigg invita gli over 65 a sottoporsi a tutte le procedure di immunizzazione raccomandate dal Ministero della Salute

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I vaccini sono salvavita per gli over 65 che hanno più paura di ammalarsi che di vaccinarsi. Con l’imminente arrivo tra Natale e inizio anno del picco di influenza stagionale e il rialzo dei decessi per Covid, tutti a carico degli over 80, è necessario, ora più che mai, mettere in campo tutte le forze e le strategie possibili per aumentare le coperture vaccinali tra gli anziani. È l’appello che arriva dagli esperti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), che all’invito a vaccinarsi, aggiungono anche quello di farlo per più vaccini insieme nella stessa seduta.

A dare una spinta in più contro la stanchezza e l’esitazione vaccinale sono i risultati di un recente studio coordinato dall’ospedale San Martino di Genova e pubblicato su Frontiers, che ha misurato l’impatto tra gli over 65 dell’aumento dell’adesione alla vaccinazione antinfluenzale, in termini di mortalità correlata all’influenza. I ricercatori hanno confrontato il numero di decessi degli over 65 con le coperture vaccinali registrate in 103 province e 110 città metropolitane di 14 regioni, durante 17 stagioni consecutive dal 2003 al 2019. Attraverso un sofisticato modello matematico, aggiustato per variabili sia cliniche che sociodemografiche e ambientali, hanno dimostrato che a fronte dell’aumento dell’1% della copertura vaccinale si ha una riduzione dello 0.6% delle morti legate all’influenza. “Si tratta di un risultato particolarmente importante – sottolinea Andrea Ungar, presidente Sigg e ordinario di Geriatria all’Università di Firenze -. Poiché in Italia muoiono ogni anno oltre 9000 persone a causa dell’influenza e della polmonite a essa associata, il dato significa che ogni punto percentuale in più della copertura vaccinale può salvare quasi 60 persone e, raggiungendo dal 56,8% il tasso minimo di copertura vaccinale del 75%, si potrebbero risparmiare 1500 vite ogni anno. Tutto questo indica che la longevità è un traguardo che si raggiunge anche grazie al contributo delle vaccinazioni. Massimizzare le protezioni offerte, innalzando le coperture vaccinali degli over 65 ai livelli auspicabili minimi, se non ottimali, raccomandati dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, è dunque un obiettivo prioritario e una scelta di sanità pubblica fondamentale e irrinunciabile”.

L’aumento della copertura vaccinale contro l’influenza è cruciale anche perché in grado di promuovere il booster aggiornato contro le più recenti varianti di Covid-19, da rilanciare fortemente in questa fase facilitandone la somministrazione nel corso della stessa seduta del vaccino antinfluenzale. Infatti, il Covid sta rialzando la testa e, secondo i dati del Ministero della Salute elaborati dalla Fondazione Gimbe, nell’ultimo mese sono raddoppiati i decessi, con 881 casi tutti a carico degli over 80. “Numeri allarmanti – mette in guardia Ungar – che dovrebbero convincere gli ultra 80enni a mantenere alta la copertura con richiami ripetuti. Invece, i grandi anziani si tengono alla larga dalla quarta e quinta dose del vaccino: solo il 7% degli over80 e meno del 6% di chi è tra i 69 e i 79 anni, ha fatto il richiamo. Tutto ciò, nonostante i recenti dati del Centro europeo per la prevenzione delle malattie dovrebbero spingere gli anziani a ‘scoprire il braccio’. Lo studio ha testato, infatti, l’efficacia della quinta dose tra gli over80 in Portogallo e in Belgio, registrando un’efficacia protettiva del vaccino rispetto al pericolo di morte del 72%”.

La vaccinazione è lo strumento salvavita per la popolazione anziana non solo per Covid e influenza, ma anche contro la polmonite da pneumococco e l’herpes zoster, due patologie che presentano elevati livelli di ricoveri e mortalità negli over 65. “La polmonite pneumococcica in Italia fa registrare ogni anno 630mila nuovi casi tra gli anziani e oltre 8mila decessi – afferma Ungar. Il batterio è inoltre responsabile di circa 10.000 ospedalizzazioni l’anno negli over 65 e rappresenta anche un fattore di rischio per la diffusione di antibiotico-resistenza, dal momento che nel 30% dei casi i patogeni che causano questa malattia non rispondono ai trattamenti farmacologici. La vaccinazione pneumococcica può essere simultanea a quella antinfluenzale e va fatta una sola volta nella vita”.

L’orizzonte della profilassi vaccinale per gli anziani è ancora più ampio e comprende anche la vaccinazione contro l’herpes zoster, meglio conosciuto come fuoco di Sant’Antonio, causato dalla riattivazione del virus della varicella che negli anziani provoca ogni anno circa 5000 ricoveri per complicanze ed è responsabile in 1 caso su 5 di una dolorosa nevralgia post‐erpetica invalidante.

Alla luce di questi dati, risulta quindi fondamentale rafforzare l’invito alla vaccinazione della popolazione anziana, favorendo la co-somministrazione di più vaccini per aumentare la copertura ed evitare un grande numero di ospedalizzazioni e decessi. L’attenzione ai vaccini negli over65 – prosegue Ungar – è anche uno degli obiettivi stabiliti dalle Nazioni unite e dall’Organizzazione mondiale della sanità nel piano della Decade of Healthy Ageing 2021-2030, reso pubblico qualche settimana fa. Il piano invita i governi allo sviluppo di programmi di immunizzazione concentrati sulle persone anziane che possano garantire un accesso equo alla vaccinazione, l’ottimizzazione dei canali e delle strategie di comunicazione sanitaria per combattere l’esitazione vaccinale e promuovere la conoscenza dei vaccini, ma anche la sorveglianza e il monitoraggio della copertura immunologica e della diffusione delle infezioni”.