Caso Superlega: Uefa chiede alla Corte di giustizia UE rettifica del comunicato


L’Uefa chiede alla Corte di giustizia europea di rettificare il comunicato sulla Superlega: “È inesatto e deve essere rettificato”

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L’Uefa ha ufficialmente chiesto alla Corte di giustizia dell’Unione Europea di modificare il comunicato stampa sulla storica sentenza contro il monopolio Uefa e Fifa che in teoria consentirebbe la nascita di una Superlega, perché lo ritiene scorretto. Gli avvocati di Ceferin accusano la Corte di aver pubblicato quel comunicato in modo da rendere la sentenza più appetibile per la stampa. La Uefa ritiene che la sentenza del tribunale non ammetta esplicitamente la Superlega, e che il comunicato stampa debba essere rettificato, sostenendo che è “inesatto” e “contraddice la sentenza stessa”. Figure di alto livello della Uefa hanno detto al Times che credono che il comunicato sia stato scritto così per attirare più attenzione.

Nella lettera degli avvocati si afferma che il comunicato stampa, diffuso dai media di tutto il mondo, non includeva la parte della sentenza della Corte che chiariva che le organizzazioni sportive possono richiedere esenzioni dalle regole europee sulla concorrenza se possono dimostrare che ciò è nell’interesse pubblico. La lettera, alla quale il Times ha avuto accesso, afferma che i comunicati stampa della Corte “devono almeno riflettere fedelmente il contenuto effettivo della sentenza”: “Anche se sappiamo che i comunicati stampa non vincolano la Corte, essi sono il punto focale dell’attenzione dei media in casi di alto profilo con un inevitabile impatto, tra gli altri, sulla percezione e sulla reputazione della Uefa, data l’estrema gravità della questione”. I comunicati, infatti, “restano anche sul sito web del tribunale a lungo termine. In un caso di alto profilo come questo attirano molta attenzione (come è in effetti il loro scopo) e influenzano il modo in cui viene percepito il caso. Chiediamo, quindi “di garantire che il comunicato stampa venga modificato per riflettere accuratamente la sentenza della corte”.