Tumore al polmone: i benefici della profilazione molecolare completa


Tumore al polmone: la disponibilità di una profilazione molecolare completa prima di iniziare il trattamento di prima linea può allungare nettamente la sopravvivenza globale

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In pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule con istologia non squamosa metastatico, evidenze raccolte in un contesto di real life indicano che la disponibilità di una profilazione molecolare completa prima di iniziare il trattamento di prima linea può allungare nettamente la sopravvivenza globale (OS). Lo evidenziano i risultati di uno studio di coorte pubblicato di recente sul Journal of Clinical Oncology Precision Oncology.

«Abbiamo scoperto che in una coorte di pazienti del mondo reale a quali era appena stato diagnosticato un tumore del polmone non a piccole cellule non squamoso metastatico, naïve al trattamento, la disponibilità dei risultati della genotipizzazione molecolare prima della terapia di prima linea era associata a un sostanziale miglioramento dell’OS», scrivono gli autori dello studio, specificando che i risultati sono rimasti solidi in variate analisi secondarie e di sensibilità.

In particolare, con un follow-up mediano di 14,2 mesi, i dati di un’analisi non aggiustata hanno evidenziano una mediana di OS di oltre 2 anni nel gruppo di pazienti per i quali erano disponibili i risultati del test di profilazione molecolare, più che quadruplicata rispetto al gruppo che non aveva i risultati del test: 24,6 mesi contro 6,2 mesi (P < 0,0001). Inoltre, dopo aver aggiustato i dati per le covariate, nel gruppo per il quale erano disponibili i risultati dei test si è osservata una riduzione del rischio di morte del 57% (HR 0,43; IC al 95% 0,30-0,62; P < 0,0001). Risultati simili si sono ottenuti anche dopo l’aggiustamento dei dati in base al performance status ECOG, valutato entro 90 giorni dalla diagnosi, con una riduzione del rischio di morte del 55% nei pazienti per i quali erano disponibili i risultati della genotipizzazione (HR 0,45; IC al 95% 0,31-0,66; P < 0,0001).

Inoltre, rispetto ai pazienti per cui erano disponibili i dati dei test, i ricercatori hanno osservato outcome di sopravvivenza peggiori in quelli per cui i test erano non disponibili o non completi (HR 3,43; IC al 95% 1,84-6,40; P = 0,0001).

Lo studio
Nello studio gli autori hanno valutato pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule e istologia non squamosa metastatico, afferiti al centro dell’Università della Pennsylvania tra gennaio 2019 e dicembre 2020. La genotipizzazione del tessuto tumorale è stata eseguita utilizzando un panello di sequenziamento di ultima generazione basato sul DNA messo a punto nel centro e un pannello di sequenziamento mirato dell’RNA per l’identificazione di trascritti di fusione basato su metodiche standard.

Gli endpoint primari erano l’OS e l’impatto della disponibilità e della completezza della genotipizzazione molecolare sull’OS. Gli endpoint secondari includevano la relazione tra la modalità di analisi, l’analisi concomitante su tessuto e plasma e la disponibilità dei risultati del test.

Su 326 pazienti che avevano effettuato almeno due visite presso l’Università della Pennsylvania o presso due centri affiliati, 261 disponevano dei risultati di profilazione genomica prima di iniziare il trattamento di prima linea.

Le caratteristiche dei partecipanti al basale, fra cui i dati demografici, l’essere o meno fumatori e l’istologia, erano generalmente bilanciate tra il gruppo per cui la profilazione era disponibile e il gruppo in cui non lo era. Nella popolazione complessiva dello studio, l’età mediana era di 66 anni (range: 29,0-93,0), e la maggior parte dei pazienti era di sesso femminile (54%), era costituita da ex fumatori (64,4%) e aveva una diagnosi istologica di adenocarcinoma (70,9%). Inoltre, il 77,3% dei partecipanti era stato trattato presso il centro dell’Università della Pennsylvania e nel 66,3% erano stati eseguiti i test sia su tessuto sia su plasma.

Outcome migliori con la genotipizzazione anche nei pazienti senza mutazioni actionable
Il 45,4% dei pazienti risultava portatore di mutazioni utilizzabili da un punto di vista clinico (actionable). Tra i 233 pazienti che non presentavano queste mutazioni, l’OS mediana è risultata più che triplicata in quelli in cui era disponibile il risultato della genotipizzazione rispetto a quelli in cui non lo era: 18,2 mesi (IC al 95% 13,4-24,6) contro 5,4 mesi (IC al 95% 2,8-9,2; P <0,0001). Inoltre l’OS si è mantenuta più favorevole nel gruppo di pazienti privi di mutazioni actionable anche dopo l’aggiustamento dei dati per le covariate (HR 0,46; IC al 95% 0,32-0,68; P < 0,0001).

Infine, dopo l’aggiustamento dei dati per le covariate, la probabilità di disporre dei risultati di profilazione genica prima del trattamento di prima linea è risultata più elevata in quei pazienti sui quali erano state eseguite contemporaneamente analisi su tessuto e su plasma rispetto a quelli che avevano solo l’analisi su tessuto (OR aggiustato 2,06; IC al 95% 1,09-3,90; P = 0,026).

Conclusioni che richiedono conferme
Gli autori, tuttavia, invitano alla cautela nell’interpretazione dei risultati, per le limitazioni intrinseche di uno studio osservazionale rispetto a uno studio randomizzato. Inoltre, fattori quali la gravità della malattia e la fragilità del paziente potrebbero aver contribuito a ridurre l’OS nel gruppo di pazienti in cui non erano disponibili i risultati della genotipizzazione.

Secondo i ricercatori, anche l’elevato numero di pazienti con un performance status ECOG di 2 e la necessità di iniziare la terapia rapidamente a causa del rapido declino delle condizioni cliniche potrebbero aver contribuito all’OS inferiore osservata in questo gruppo.

Bibliografia
C. Aggarwal, et al. Association between availability of molecular genotyping results and overall survival in patients with advanced nonsquamous non-small-cell lung cancer. JCO Precis Oncol. 2023;7:e2300191. doi:10.1200/PO.23.00191